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rassegna stampa

[Ansa] Musica: Subsonica sostengono Supportolegale per g8 Genova

MUSICA: SUBSONICA SOSTENGONO SUPPORTO LEGALE PER G8 GENOVA (ANSA) - MILANO, 18 MAG - La maggior parte parte degli utili del concerto dei Subsonica a Genova, fissato per il prossimo 21 maggio, sarà versata al progetto "Supporto Legale", in sostegno al team di avvocati impegnati nei processi relativi al G8 di Genova e ai fatti di Napoli del marzo 2001.

[Ansa] G8:45 A GIUDIZIO PER LE 'GRATUITE' VIOLENZE A BOLZANETO

G8:45 A GIUDIZIO PER LE 'GRATUITE' VIOLENZE A BOLZANETO/ANSA
IL GUP DE MATTEIS ACCOGLIE IMPIANTO ACCUSATORIO DEI PM
(ANSA) - GENOVA, 16 MAG - Erano presenti solo tre indagati stamani all' udienza preliminare davanti al gup Maurizio De Matteis che ha rinviato a giudizio 45 persone tra agenti della polizia penitenziaria, della polizia di Stato, carabinieri e medici dell' amministrazione penitenziaria per le violenze ''di feroce gratuita''' (cosi' definite dallo stesso giudice) compiute nella caserma di Bolzaneto della Polizia nei confronti dei giovani arrestati durante il G8.

G8: Bolzaneto, 45 rinvii a giudizio. Processo il 12 ottobre

G8: Bolzaneto, 45 rinvii a giudizio. Processo il 12 ottobre
Biondi, non sono stupito, semmai, amareggiato

(ANSAweb) - GENOVA, 16 MAG - Il gup Maurizio De Matteis ha rinviato a giudizio quarantacinque persone appartenenti al personale della polizia penitenziaria, polizia di stato, carabinieri e medici dell' amministrazione penitenziaria, nell'ambito dell'inchiesta sui presunti abusi ai danni di persone detenute nella caserma di Bolzaneto durante i fatti del G8, nel luglio 2001.

[Ansaweb] Placanica: andro' a testimoniare al processo di Genova

L'ex carabiniere rispondera' a domande sul G8

CATANZARO, 13 MAG 'Andro' a Genova a testimoniare, non mi posso certo rifiutare'. Lo ha detto Mario Placanica, l' ex carabiniere coinvolto negli incidenti avvenuti nel luglio del 2001 durante il G8 a Genova e che dovra' testimoniare al processo in corso nel capoluogo ligure.

[Il Manifesto] G8, torna in aula il sasso di piazza Alimonda. E il militare si contraddice

Giovedì 12 maggio 2005
Bugie e colpi di scena ieri alla quarantottesima udienza del processo a 25 manifestanti per i fatti del G8. Alla ribalta, ancora una volta, piazza Alimonda.
Filippo Cavataio, il carabiniere che alla guida del Defender ha letteralmente arrotato Carlo Giuliani morente, si è prodotto in una sequenza di «non ricordo». Ex imputato in procedimento connesso, Cavataio ha inanellato una serie di reticenze.

Il Secolo XIX: «Carlo Giuliani riaprire il caso»

Al processo G8 la richiesta dei genitori
«Carlo Giuliani riaprire il caso»

Genova. «Troppi interrogativi,troppi episodi poco chiari: bisogna riaprire l'inchiesta sull'omicidio di Carlo Giuliani». La richiesta sarà fatta, molto probabilmente, dai genitori del giovane rimasto ucciso in piazza Alimonda il 20 luglio 2001.

[Ansa]G8:esame su pietra con cui fu colpito Carlo Giuliani

G8: ESAME SU PIETRA CON CUI FU COLPITO CARLO GIULIANI
Numerosi i dubbi sollevati dai difensori dei no global

(ANSAweb) - GENOVA, 10 MAG - Numerosi dubbi sono stati sollevati stamani in
aula dagli avvocati della difesa nel procedimento per saccheggio e

[Ansa] G8:Diaz; cominciata udienza preliminare per Di Bernardini

G8: DIAZ; COMINCIATA UDIENZA PRELIMINARE PER DI BERNARDINI
(ANSA) - GENOVA, 9 MAG - Costituzione delle parti civili,
stamani, durante l'udienza preliminare davanti al gup Daniela
Faraggi a carico del vicequestore romano Massimiliano Di

[Liberazione] Che spettacolo quel comandante di polizia che dice: "Ma io sono tonto..."

Riflessioni sul processo di Genova per i fatti del G8 del luglio 2001
Haidi Giuliani

Cara Liberazione,
che ci vuoi fare, sono all'antica: "dottore"per me è una persona che ha conseguito una laurea, usa un lessico appropriato, conosce la consecutio e l'uso del congiuntivo. Non è questo il caso, eppure martedì scorso, nell'aula di Tribunale dove si svolgono le udienze del processo contro venticinque manifestanti accusati di devastazione e saccheggio per i fatti del G8 genovese, lo chiamano tutti così. Il "dottore" in questione è noto per la famosa performance di piazza Alimonda: "Bastardo! Tu l'hai ucciso, col tuo sasso, pezzo di m…", declama davanti alla telecamera, rivolto ad un ragazzo che dai gradini della chiesa aveva gridato "Assassini! ". Carlo è a terra; qualcuno tra i manifestanti aveva subito tentato di fermare il sangue che zampillava dalla ferita ma era stato allontanato con i lacrimogeni; un fotografo aveva tentato di riprenderlo da vicino ma era stato dissuaso a manganellate, tanto da ritrovarsi con il capo sanguinante, una tripla frattura al braccio e l'apparecchio fracassato.

[Ansa.it] G8: Placanica, l'Arma mi ha abbandonato Mai sentito parte di una famiglia, non meritavo congedo

(ANSAweb)
- CATANZARO, 28 APR - 'Credo che l'Arma mi ha abbandonato. Non mi sono mai sentito sentito parte di una famiglia, al contrario'. E' quanto ha raccontato Mario Placanica, il giovane allievo carabiniere protagonista dei fatti del G8 di Genova ed ora posto in congedo, in una intervista. 'Mi sento demoralizzato - ha aggiunto - per quello che e' successo. Non me l'aspettavo e non lo meritavo. Ho dovuto consegnare tutto e mi e' rimasta soltanto la divisa che non potro' piu' indossare'. 'Subito dopo la vicenda di Genova - ha detto poi Placanica - sono andato in Sardegna e a Roma a frequentare il corso che mi avrebbe permesso di diventare carabiniere di ruolo'. Facendo poi riferimento alla vicenda del G8 di Genova l'excarabiniere ha detto che 'scalciavo, per respingere la carica dei manifestanti. Avevo il corpo indolenzito, le gambe mi facevano male. I colleghi gridavano, Poi ho sparato, in aria'. 'Ricordo tutto - ha concluso Placanica - ero li' per fare il mio dovere. Mi hanno mandato in piazza e ci sono andato.

[Repubblica - Il Lavoro] Piazza Alimonda piomba nel processo ai black bloc

E spunta un´inquietante testimonianza, per anni inascoltata
"Ho visto prendere a calci Giuliani". Un fotografo francese: hanno infierito sul cadavere, ecco le immagini

In aula arriva il sasso con cui qualcuno avrebbe colpito alla fronte il ragazzo quando era già immobile in terra
MARCO PREVE

Genova, 28 aprile 2005

«Non so se sia stato colpito con un sasso. Di sicuro perché l´ho visto con i miei occhi un poliziotto o un carabiniere lo colpì con un calcio in testa quando era già morto. Ho fotografato l´ufficiale nell´istante di "caricare" la gamba, come quando si sta per tirare un calcio di rigore». Bruno Abile, fotoreporter francese, collaboratore della prestigiosa agenzia Sipa Press, parla a Repubblica dalla sua casa di Parigi. Nonostante siano passati quasi quattro anni, ricorda ancora molto bene quegli istanti. Che oggi riacquistano grande importanza. Perché attraverso un sasso, le circostanze della morte di Carlo Giuliani, o meglio gli attimi successivi all´esplosione del colpo letale e il comportamento delle forze dell´ordine, saranno analizzati in un´aula di tribunale. La richiesta di uno dei difensori dei 25 italiani accusati di aver partecipato alle devastazioni del G8, farà arrivare a palazzo di giustizia, il 10 maggio, la pietra che avrebbe colpito in fronte Carlo Giuliani quando già era a terra, privo di vita. L´esame del sasso servirà ai difensori per valutare l´attendibilità di uno dei testi, il vicequestore Adriano Lauro, che aveva il comando in piazza Alimonda e che nei primi istanti successivi all´evento urlando ad un manifestante sostenne che Carlo era stato ucciso da una pietra lanciata dai no-global. L´altro giorno in aula ha spiegato che quella valutazione sbagliata era frutto della confusione di quei momenti.

[Secolo XIX] Incidenti al G8, un poliziotto: «Non farei più quell'intervento»

Incidenti al G8, un poliziotto: «Non farei più quell'intervento»
Nella prossima udienza in aula il sasso trovato vicino a Giuliani

Genova - La "crisi" di panico di un drappello di carabinieri in piazza Alimonda e la riflessione di un funzionario di polizia - «Non so se riordinerei quella carica» - sulla dinamica dello scontro che portò alla morte di Giuliani. Il "giallo" del sasso trovato accanto a Carlo Giuliani, sasso, per la famiglia Giuliani, usato per un tentativo di depistamento delle indagini. Il sasso, messo nell'elenco delle prove, verrà portato in aula alla prossima udienza. E' questa la pesante sintesi dell'udienza di ieri al processo per gli incidenti del G8 del 2001.
Di panico e di una riflessione inaspettata è stato testimone e autore il funzionario di polizia (Adriano Lauro), che ordinò di intervenire in piazza Alimonda: «Non si sa mai se la decisione presa è quella giusta, se servisse a fare tornare in vita Giuliani, quella scelta non la rifarei». Lauro quel giorno si trovava in piazza Alimonda a capo di un drappello di carabinieri, quelli presi dal panico con il defender di Mario Placanica, che poi sparò, uccidendo Giuliani, alla vista dei manifestanti che lanciavano pietre. Di Lauro, dopo aver ricostruito la dinamica degli scontri avvenuti in piazza Alimonda, in una foto ha riconosciuto il sasso con cui in un primo tempo aveva pensato che fosse stato ucciso Giuliani.

[Ansa]G8, Bolzaneto: pm chiedono piu' di cento archiviazioni

Sono 119 in tutto, 102 sono totali

(ANSAweb) - GENOVA, 14 APR - Sono piu' di cento le richieste di archiviazione, depositate oggi dal pm Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati, nei confronti di persone indagate nell'ambito dell'inchiesta dei fatti di Bolzaneto, avvenuti durante il G8. Si tratta complessivamente di 119 archiviazioni, di cui 102 sono totali, mentre le altre riguardano alcuni capi di imputazione nei confronti degli imputati. Tra le archiviazioni totali figurano la posizione del pm Alfonso Sabella, pubblico ministero fiorentino, allora responsabile dell'Ufficio ispettivo del Dap, e di due infermieri accusati di calunnia dal medico Giacomo Toccafondi, uno dei 47 imputati. Nella richiesta di archiviazione per Sabella, i pm genovesi hanno sottolineato la sua presenza 'intermittente' nella caserma per cui non era in grado di conoscere i presunti soprusi e le vessazioni contro i detenuti. Ci sono poi le due richieste di archiviazione per gli infermieri Marco Poggi e Marco Pratisoli, che accusarono il medico Toccafondi il quale a sua volta li querelo' per calunnia.

[Adnkronos] G8: Mario Placanica congedato con effetto immediato

Lamezia Terme, 13 apr. - (Adnkronos) - È stato posto in «congedo assoluto» con effetto immediato perchè «permanentemente non idoneo al servizio militare in modo assoluto» per infermità dipendente da «causa di servizio», Mario Placanica, il giovane carabiniere di leva coinvolto negli incidenti del 20 luglio 2001 durante il «G8» di Genova, processato per la morte di Carlo Giuliani ed assolto, nei giorni scorsi. A darne notizia è l'avvocato di Placanica, Vittorio Colosimo, che annuncia azioni legali contro il provvedimento, contestando le motivazioni che ne sono all'origine. «Con tale illusoria formula - commenta l'avvocato Colosimo - si conclude, dunque, la carriera del carabiniere calabrese, avendo lo Stato italiano di

[La Repubblica] "Congedo assoluto" per Placanica via dall'Arma il carabiniere del G8

Lo ha reso noto il legale del giovane che sparò a Carlo Giuliani. Il militare era stato prosciolto, ma i superiori lo ritengono "infermo per servizio"

CATANZARO - Mario Placanica è stato licenziato. La denuncia è arrivata dal legale del giovane carabiniere indagato e poi prosciolto per la morte di Carlo Giuliani durante il G8 di Genova nel 2001.

Placanica, ha svelato l'avvocato Vittorio Colosimo, è stato posto dall'Arma dei carabinieri in "congedo assoluto" con effetto immediato perché "permanentemente non idoneo al servizio militare in modo assoluto" per infermità dipendente da "causa di servizio". Un formula che tradotta dal linguaggio della burocrazia militare, secondo il legale, significa banalmente che Placanica è stato cacciato dai carabinieri.

"Placanica - prosegue l'avvocato Colosimo - ha chiesto di essere reimpiegato nei ruoli civili dello Stato, ove consentito dall'infermità permanente residuatagli in conseguenza delle lesioni e dei traumi da lui riportati a causa della violentissima aggressione subita mentre si trovava, in quanto già ferito, sul 'defender' dei carabinieri quel tragico 20 luglio 2001, in Genova".

[Carta] Due processi intralciano la marcia della destra

di Lorenzo Guadagnucci

13 aprile 2005

Oggi, con il senno di poi, sappiamo che nell'estate del 2001 è cominciata una lunga marcia che dovrebbe avere come sbocco l'affermazione in Italia di una democrazia autoritaria. Nelle piazze di Genova le forze dell'ordine mostrarono il loro volto più duro, assecondate e protette da un potere politico deciso a perseguire il suo progetto. Nemmeno l'uccisione di un ragazzo e il clamore suscitato nel mondo dai plateali abusi commessi contro cittadini inermi hanno frenato il piano. La destra è anzi riuscita a volgere a proprio favore gli orrori di Genova. Ha garantito la piena copertura politica alle forze dell'ordine, inclusi agenti e dirigenti subito indagati dalla magistratura, e ha messo in piedi un apparato di propaganda e disinformazione che è riuscito a diffondere nel paese un'idea capovolta dei fatti. Oggi la maggior parte degli italiani pensa che Genova fu "messa a ferro e fuoco" da gruppi violenti e che le forze dell'ordine furono costrette a intervenire per tutelare la città e le istituzioni. Gli italiani pensano che Carlo Giuliani fu davvero ucciso per legittima difesa e che alla scuola Diaz e alla caserma di Bolzaneto qualche agente forse esagerò e per questo è finito sotto processo, e che toccherà alla magistratura stabilire se qualcuno ha davvero sbagliato.

Sequestro 2 computer con atti processo a 25 no global

Difensori ottengono rinvio udienza al 5 aprile (ANSAweb)

- GENOVA, 22 MAR - Per il sequestro di due computer contenenti atti del processo a 25 no global per i fatti del G8, deciso dalla Procura la scorsa settimana in un altro processo, gli avvocati difensori hanno chiesto e ottenuto stamane dal Tribunale il rinvio dell'udienza al 5 aprile. I computer erano stati sequestrati con l'ipotesi di reato di diffamazione a carico dei pubblici ministeri Anna Canepa e Andrea Canciani, su ordine del sostituto procuratore generale Giancarlo Pellegrino. Il sequestro era avvenuto nel corso dell'udienza a carico di due giovani appartenenti al Centro Sociale Orso di Milano. 'Il sequestro - hanno sostenuto stamane gli avvocati difensori - costituisce nella sostanza un grave attacco al diritto di difesa'. 'Il sequestro dei computer - hanno commentato gli attivisti che sostengono il lavoro della segreteria del Genoa legal Forum - e' l'ennesimo atto di innalzamento della tensione intorno ai processi genovesi, accompagnati da articoli di giornali tesi ad appesantire un clima anche a livello nazionale'.

[repubblica.it] "Quella notte a Bolzaneto trattamento inumano e degradante"

Una memoria di 534 pagine per i 47 rinvii a giudizio: "Anche l'infermeria era una zona franca". Indagati 5 medici. L'agenzia Ansa ricostruisce la maledetta notte del G8, le umiliazioni, i pestaggi, gli insulti, il sadismo.

GENOVA - Trattamento inumano e degradante in violazione dell'articolo 3 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Così i pm Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati hanno definito gli insulti, il sadismo, i calci, i pugni e le botte subiti dagli arrestati che sono transitati nella caserma di Bolzaneto durante il G8 del luglio 2001.

Secondo la ricostruzione dell'agenzia Ansa, i pm hanno contestato agli indagati, poliziotti, medici, guardie carcerarie, carabinieri, come scelta "prudenziale", la violazione dell'art. 3 della Convenzione dei diritti umani e non la tortura "per la durata del trattamento rapportata al tempo di permanenza dei detenuti presso la struttura".

Una memoria di 534 pagine è stata depositata e illustrata oggi al gup Maurizio De Matteis, nel corso dell'udienza preliminare per i fatti di Bolzaneto, per cui sono stati chiesti 47 rinvii a giudizio. Sono 15 dirigenti e agenti della polizia, 16 dirigenti e agenti della polizia penitenziaria, tra cui il generale Oronzo Doria, 11 carabinieri e 5 medici, di cui 3 donne.

[Repubblica] Cette nuit a Bolzaneto traitement inhumain et dégradant

Un memoire de 543 pages pour les 47 renvois en justice : « Meme l'infirmière était une zone franche ». Mis en examen 5 médecins. L?agence Ansa reconstruit la terrible nuit du G8, les humiliations,les coups,les insultes,le sadisme.

GENOVA-Traitement inhumain et dégradant en violation de l'article 3 de la convention pour la sauvegarde des droits de l'homme et des libertés fondamentales. Ainsi le PM Patrizia Petruzziello et Vittorio Ranieri Miniati ont définis les insultes,le sadisme,les coups de poing, les claques et les coups de pieds subis par les arrêtés transférés a la caserne de Bolzaneto durant le G8 de juillet 2001.

[bolzaneto] tratamiento inhumano y degradante en la noche de bolzaneto

De “La Repubblica”, 12.03.05

Un documento de 534 páginas para enjuiciar a 47 personas: “Hasta la enfermería era una zona franca”. Acusados 5 médicos. La agencia ANSA reconstruye la maldita noche del G8, humillaciones, maltratos, sadismo.

[Ansa] G8 - PM: IN 500 PAGINE ORRORI BOLZANETO, RASENTATA TORTURA

Chiesti 47 giudizi, anche i sanitari come aguzzini
(di Paola Mattarana)

GENOVA, 12 MAR - Trattamento inumano e degradante in violazione
dell'art. 3 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo
e delle libertà fondamentali. Così i pm Patrizia Petruzziello e Vittorio
Ranieri Miniati hanno definito gli insulti, il sadismo, i calci, i pugni
e le botte, che hanno rasentato la vera e propria tortura, subiti dagli
arrestati che sono transitati nella caserma di Bolzaneto durante il G8
del luglio 2001. I pm hanno tuttavia contestato agli indagati,
poliziotti, medici, guardie carcerarie, carabinieri, come scelta
«prudenziale», la violazione dell'art. 3 della Convenzione dei diritti
umani e non la tortura «per la durata del trattamento rapportata al
tempo di permanenza dei detenuti presso la struttura». Il «j'accuse» è
contenuto in una memoria di 534 pagine depositata e illustrata oggi al
gup Maurizio De Matteis, nel corso dell'udienza preliminare per i fatti

[Il Secolo XIX] Poliziotto-sindacalista indagato «La parola d'ordine era reprimere»

Inchieste e processi sul g8 - Poliziotto-sindacalista indagato «La parola d'ordine era reprimere»

Genova «Il G8 di Genova ha significato un cambiamento di 360 gradi nei comportamenti della polizia, soprattutto in tema di ordine pubblico: mentre la parola d'ordine dal 1981, da quando cioè vi fu la smilitarizzazione e la sindacalizzazione della polizia, è stata prevenzione, la sensazione che invece durante il G8 la parola d'ordine fosse repressione era abbastanza netta».
Lo ha affermato Aldo Tarascio, poliziotto e sindacalista del Silp, indagato per abuso di autorità per i fatti accaduti a Genova nella caserma di Bolzaneto, in un'intervista a Sky Tg24. «Quando non ero ancora indagato - ha spiegato Tarascio - dissi che nulla si muove in ordine pubblico che il politico non sappia o non voglia. A Genova si dovevano ottenere probabilmente determinati obiettivi, determinati risultati. Non si capisce la ratio di tante cose fatte e decise». Per esempio, ha aggiunto, «si sapeva benissimo quale era il capo dei black bloc, ma si è intervenuti soltanto il sabato pomeriggio, quando poi se ne erano andati via tutti».

[La Repubblica] G8, violenze in piazza Manin indagine su quattro poliziotti

Carica sui pacifisiti: avvisi di garanzia per agenti della Celere,sequestrato un video. G8, violenze in piazza Manin indagine su quattro poliziotti
MARINO BISSO
MARCO PREVE

Mentre si sta avviando a conclusione la prima causa civile per
risarcimento danni del G8, prende il via anche un nuovo filone
d´indagine su violenze e abusi del luglio 2001, quello per gli arresti illegali effettuati dalla polizia in piazza Manin, dove si erano radunate le varie anime del pacifismo, specie quello di matrice cattolico e quello che aderiva alla Rete Lilliput.
Nei giorni scorsi, il pm Francesco Cardona Albini ha disposto il sequestro di un video della casa di produzione Luna Rossa, e
notificato quattro avvisi di garanzia ad altrettanti poliziotti del reparto mobile di Bologna: Antonio Cecere, 45 anni,vice-sovrintendente, e poi gli agenti Luciano Berretti (32), Marco Neri (30) e Simone Volpini (29), difesi dall´avvocato Gianluca Arrighi, del Foro di Roma.
Il filmato e alcune fotografie scattate il 20 luglio del 2001

[Il Manifesto] Bolzaneto alla sbarra

In aula i torturatori della caserma del G8. Ma incombe la prescrizione: «Manca la tortura». In Italia il reato di tortura non esiste. Una legge, che recepiva la convenzione è impantanata in commissione giustizia. Amnesty e Antigone: «Lentezza inaccettabile».

Era l'ultima tappa dell'incubo genovese, quella in cui nei giorni del G8 sono stati portati i rastrellati della Diaz e centinaia di manifestanti fermati alla fine di scontri e cariche, la caserma di Bolzaneto al centro del processo che si è aperto ieri mattina davanti al gup Maurizio De Matteis. Nei giorni successivi i trecento manifestanti che sono passati da lì raccontarono di dita divaricate fino a strappare le mani, di medici che li insultavano invece di curarli, di pearcing staccati di netto dalle orecchie, di cellulari con «faccetta nera» di secondini che cantavano «uno due tre viva Pinochet». Tra i 44 responsabili delle torture non c'erano i pezzi grossi del Viminale come alla Diaz, ma medici e agenti penitenziari tutti ancora in servizio, oltre all'allora vice capo della Digos genovese Alessandro Perugini (il più alto in grado e responsabile dell'intera caserma) e a Oronzo Doria, allora colonnello della polizia penitenziaria, tutti disposti a menare le mani o a tacere sulle azioni altrui, salvo due infermieri, Marco Poggi e Ivano Pratissoli che subito dopo decisero di raccontare tutto dando una spinta decisiva all'inchiesta.

[Unità] Bolzaneto: sul processo incombe la prescrizione

Bolzaneto, alla vigilia del processo. Ma incombe la prescizione

G8 Genova
Un macigno che si chiama “prescrizione” rischia di sbarrare definitivamente la strada della verità su quanto successo nella caserma di Bolzaneto, a Genova, durante il fatidico G8 nel luglio del 2001. Giovedì mattina inizia il processo contro i poliziotti, i carabinieri e il personale sanitario accusati di violenze e abusi ai danni dei manifestanti fermati. Ma si tratta solo della prima udienza preliminare e i tempi sono ormai stretti. Per denunciare questo “attentato alla verità e alla giustizia” giovedì e sabato ci saranno due presidi davanti al palazzo di giustizia a Genova e un dibattito, organizzati dal Comitato Verità e Giustizia.

«Dopo tre anni, sei mesi e sei giorni i 256 manifestanti che hanno sporto denuncia potranno costituirsi parte civile - dice la presidente del Comitato, Enrica Bartesaghi, che per trenta ore non seppe più niente della figlia Sara, allora ventunenne, prima fermata alla Diaz, poi arrestata all'ospedale Galliera, transitata per Bolzaneto e infine rinchiusa nel carcere di Vercelli - Non essendo previsto dal nostro ordinamento il reato di tortura, i 47 indagati (12 carabinieri, 14 agenti di polizia, 16 agenti della penitenziaria e 5 tra medici e infermieri) sono accusati a vario titolo di abuso d'ufficio, violenza privata, percosse, omissione di referto, falso e di violazione dei diritti umani fondamentali previsti dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo».

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