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[La Repubblica] G8, violenze in piazza Manin indagine su quattro poliziotti

Carica sui pacifisiti: avvisi di garanzia per agenti della Celere,sequestrato un video. G8, violenze in piazza Manin indagine su quattro poliziotti
MARINO BISSO
MARCO PREVE

Mentre si sta avviando a conclusione la prima causa civile per
risarcimento danni del G8, prende il via anche un nuovo filone
d´indagine su violenze e abusi del luglio 2001, quello per gli arresti illegali effettuati dalla polizia in piazza Manin, dove si erano radunate le varie anime del pacifismo, specie quello di matrice cattolico e quello che aderiva alla Rete Lilliput.
Nei giorni scorsi, il pm Francesco Cardona Albini ha disposto il sequestro di un video della casa di produzione Luna Rossa, e
notificato quattro avvisi di garanzia ad altrettanti poliziotti del reparto mobile di Bologna: Antonio Cecere, 45 anni,vice-sovrintendente, e poi gli agenti Luciano Berretti (32), Marco Neri (30) e Simone Volpini (29), difesi dall´avvocato Gianluca Arrighi, del Foro di Roma.
Il filmato e alcune fotografie scattate il 20 luglio del 2001
dimostrano che le accuse contenute nei verbali di arresto di due
studenti spagnoli sono fasulle, inventate. Ai quattro celerini vengono contestati i reati di falso, abuso e calunnia. Sostennero, infatti,che Adolfo Sesma Gonzales e Luis Alberto Lorente Garcia (assistiti dall´avvocato Emanuele Tambuscio), si scagliarono contro i reparti con molotov e spranghe.
Ma il video di Luna Rossa immortala una verità diversa. Quella di un ragazzo, Sesma, che si avvicina agli agenti e viene ammanettato, del suo amico, Lorente, che lo raggiunge per avere spiegazioni e subisce a stessa sorte. C´è anche un terzo amico, che non viene arrestato ma,a freddo e senza ragione, viene colpito da una manganellata in testa e abbandonato sul selciato.

Una scena che racchiude forse tutto il caos e la brutalità di quanto accadde in piazza Manin. Nella piazza pacifica e in festa arrivarono verso le 15 di quel pomeriggio alcune decine di black bloc reduci dal saccheggio di diversi quartieri e dall´assalto al carcere di Marassi.
La polizia decise di caricare quando i "neri" erano già passati, e così con lacrimogeni e manganelli gli agenti si accanirono su indifesi pacifisti cattolici e laici. Ed è proprio la causa civile, mossa contro la polizia da una pediatra di Trieste quel giorno tra i simpatizzanti della Rete Lilliput, che si avvia a conclusione. La donna, assistita dall´avvocato Alessandra Ballerini, per una mano rotta da una manganellata ha chiesto un risarcimento, per danni anche morali, di centomila euro.