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[Comunicato Stampa] Parma: nessun dorma.

27 gennaio 1977: a Parma viene occupata l’area dell’ex macello. Nasce
quello che nei primi anni ottanta diventerà il CS Mario Lupo, in memoria
del militante antifascista di Lotta Continua ucciso in un agguato da una
squadra di missini nel 1972, e che costituirà per decenni una presenza forte e radicata sul territorio.
7 ottobre 2005: dopo un lungo braccio di ferro e un primo tentativo a settembre, il Mario Lupo viene sgomberato. Questura e Comune scelgono un atto di forza: vengono demolite parti della pavimentazione dell’edificio e del sottotetto, mettendo a repentaglio l’incolumità delle persone presenti sul tetto. Segue una grande manifestazione cittadina il 15 ottobre. Il
Mario Lupo non ha più una sede, ma continua ad organizzare iniziative in città: presidi, manifestazioni, assemblee, partecipazione alla manifestazione del 25 aprile e alla costruzione dell’Hackmeeting, che a settembre radunerà per tre giorni un migliaio di persone da tutta Italia.
14 settembre 2006: il csoa Paguro viene sgomberato senza alcun preavviso. Ancora le modalità dello sgombero sono ingiustificatamente aggressive: due delle cinque persone che dormivano all’interno sono state picchiate e una deve essere trasportata in ospedale con contusioni e ferite.
Ottobre 2006: in risposta all’ennesimo atto di speculazione edilizia e criminalizzazione politica, i primi del mese viene occupato per tre giorni l’ex padiglione neurologico Vighi. In seguito, con una conferenza stampa si rilancia il progetto di creazione di un centro di documentazione antifascista, già presentato alla giunta comunale e da essa bocciato senza appello.

Sabato 27 e domenica 28 gennaio 2007, a trent'anni dalla sua nascita, il Mario Lupo e' stato nuovamente occupato, allo scopo di restituire questo spazio alla cittadinanza destinandolo a centro di documentazione antifascista. Poco dopo l’occupazione, le forze dell’ordine sono entrate nello stabile sgomberandolo energicamente, e tre occupanti si sono trovati bloccati sul tetto. Vi sono rimasti un giorno e mezzo, mentre il sindaco Elvio Ubaldi da subito congelava qualsiasi possibilità di trattativa dichiarando in una città medaglia d'oro alla Resistenza: "Sono fascisti, vogliono dimostrare di essere più forti dello stato. Non ci può essere alcun dialogo". Una volta scesi, sono stati arrestati e condotti nel carcere di via Burla; rilasciati soltanto martedì notte, dopo una serie di rinvii da operetta, saranno processati martedì 6 febbraio con l’accusa di
occupazione abusiva e concorso in danneggiamento aggravato.

Le reazioni politiche sono state ugualmente scomposte sia a destra che a sinistra: dalla pronta e netta condanna del segretario provinciale DS Liaci, al suo omologo della Margherita che porta la sua solidarietà alle forze dell’ordine e parla di «comportamenti fascisti tipici dell'estremismo di sinistra», Non mancano i giovani di AN e Massimo Moine, presidente provinciale del partito, che protestano per l’uso della parola "fascisti" in riferimento agli "estremisti di sinistra".
Reazioni peraltro appropriate in una città in cui si vietano volantinaggi e si ordinano sequestri di volantini da parte dei vigili urbani.

Le istituzioni, con un accordo armonioso e perfetto tra Comune e Procura, hanno avallato una situazione nella quale tre persone sono state trattenute in carcere per due giorni, con un provvedimento di arresto che in questi casi è facoltativo, in attesa dapprima di una perizia da parte del comune, poi di un giudice, di un cancelliere e infine di uno stenografo...
Attualmente due delle tre persone arrestate sono sottoposte ad obbligo di firma fino al 6 febbraio, data in cui sarà celebrato il processo; mentre resta tutta da dimostrare la loro partecipazione a quel "concorso in danneggiamento aggravato", che per ora si basa su deduzioni più che su testimonianze e prove concrete.

In questo scenario, suona paradossale se non derisoria la dichiarazione di Civiltà Parmigiana, lista civica del sindaco Ubaldi, che ha ringraziato sindaco e assessore alle politiche abitative che "ancora una volta hanno dimostrato che oggi a Parma i diritti dei cittadini vengono garantiti fino
in fondo".