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[sanpaolo] XI udienza

SINTESI XI UDIENZA - PROCESSO SAN PAOLO

Siamo al rush finale del processo San Paolo. Diciamo che per ora non e' un rush
che ci piaccia molto: il pm chiede 2 anni e dieci mesi per i quattro attivisti
per concorso in lesioni e resistenza aggravata; 2 anni e 6 mesi per Misenti per
lesioni e abuso di ufficio; 2 anni per concorso in lesioni e abuso d'ufficio per
Spedicato; 10 mesi per porto d'arma impropria a Zen.

Il pm nella sua requisitoria offre una ricostruzione peculiare degli eventi, in
cui l'umanita' e la comprensione sta tutta dalla parte delle forze dell'ordine,
mentre per la morte di un proprio compagno non e' naturale provare disperazione.
Il pm parte dalla ricostruzione della tensione gia' in via Zamenhof, ignorando
bellamente la presenza di ingenti forze dell'ordine a ridosso delle persone
angosciate dal destino dei propri tre compagni accoltellati, e riportandola alla
sola forza della disperazione. La tensione in via Zamenhof c'era, e anche la
disperazione, ma c'era anche chi l'ha alimentata con una presenza quantomeno
inopportuna, nell'alveo dei rapporti tra chi partecipa a percorsi di lotte
sociali e chi le reprime, come sua funzione principale.
Il pm trasferisce questa tensione al San Paolo e in parte giustifica con tale
tensione la presenza necessaria delle forze dell'ordine, arrivando al massimo a
concedere l'inopportunita' della presenza di personale in divisa. Dalla
disperazione Gittardi deriva l'innesco degli scontri, prendendo in
considerazione solo le testimonianze "caritatevoli" proprio di due imputati e
nessuna delle testimonianze che parlano delle provazioni verbali e non da parte
delle ffoo circa la morte di Dax e di Carlo Giuliani.
Da questo innesco Gittardi fa derivare tutto affermando poi la necessita'
dell'intervento del reparto mobile, delle cariche e finanche dell'ingresso
all'interno del pronto soccorso. Solo da qui in poi secondo Gittardi si sarebbe
entrati nella sfera dell'azione illecita da parte delle forze dell'ordine, nei
pestaggi (minimizzati dal pm) e negli inseguimenti (neanche citati).
Alla fine della fiera secondo Gittardi le ffoo avrebbero fatto quello che
dovevano fare, e anzi avrebbero dovuto arrestare piu' persone, e se lo avessero
arrestato, forse OE, vittima del pestaggio da parte di due imputati nel
processo, non avrebbe neanchbe visto la possibilita' di vedere sul banco di un
tribunale Misenti e Spedicato.
Insomma: ffoo birichine per aver perso il controllo e non aver arrestato
abbastanza. Compagni colpevoli di tutto quello che e' accaduto, accollato in
concorso a quelli che sono stati identificati durante le indagini.

Le arringhe delle parti civili sono ridicole, tranne quella dell'avvocato
Pisapia, molto tecnica.
L'arringa del Responsabile Civile e del Ministero dell'Interno e della Difesa
come parte civile ha dell'inaccettabile: si vede che non essendo convinti degli
avvocati delle ffoo imputate, i Ministri Martino e Pisanu hanno pensato bene di
far fare la parte del difensore d'ufficio a un loro missionario.
L'avvocato dei Ministeri ricostruisce i fatti momento per momento, attribuendo
tutto ai compagni e dimenticando completamente il pestaggio che si e' verificato
quella notte.
Alla fine per mettere giu' la carta da 90, l'avvocato cerca di presentare cifre
incredibili come 200 mila euro di anni.

E' poi la volta di Campilongo e Porciani, avvocati di Spedicato, il ps che ha
tenuto fermo OE mentre MIsenti lo picchiava. Se Campilongo si archivia come
difesa d'ufficio, quella di Porciani, candidato della Fiamma Tricolore che
conversa con gli amici al telefono chiamandosi camerata, e' una vera e propria
aggressione politica: dubita che l'omicidio di Dax sia di matrice politica,
attribuisce ai compagni di Dax in via Zamenhof e poi all'ospedale, comportamenti
che portano, secondo Porciani, direttamente alle BR. Si lamenta di come si
mettano sullo stesso piano chi devasta le citta' e chi le protegge.
Insomma: poveri poliziotti che facevano il loro lavoro, se li processiamo come
una quisquillia come i pestaggi del San Paolo o della Diaz, poi non ci
proteggeranno piu', perche' loro sono al di sopra della legge e ci devono
rimanere.
Ci mancava solo il braccio teso alla fine ma per il resto non ci ha per nulla
stupito.

Infine parla l'avvocato Pelazza, con circa 40 minuti di arringa in cui difende i
compagni politicamente e tecnicamente: non si capisce di che cosa siano accusati
inparticolare, dove sia la responsabilita' personale in questo processo e come
venga pensato di applicare il concorso per atti che non sono definiti in nessun
capo di imputazione se non genericametne. Infine si chiede come sia possibile
non vedere la totale non credibilita' di tutti i testi delle ffoo arrivati in
aula, che attraverso le loro bugie e la loro aleatorieta' dimostrano come si
sentano i veri protagonisti del potere, un potere pervasivo e diffuso che non
vuole essere ne' confinato ne' messo sotto processo. Chiude con Walter Benjamin
e se non fossero le 17 di un giorno molto intenso avrebbe meritato un applauso
sentito e di cuore.

a la prochaine