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[Comunicato Stampa] V udienza processo Perugini: DIGOS A OROLOGERIA

DIGOS A OROLOGERIA

Gli agenti in borghese, vicino ai manifestanti: "Aspettiamo il momento
giusto".

Quinta udienza del processo che vede come principale imputato - per
lesioni e falso ideologico - il vice-questore Alessandro Perugini, di
recente promosso a primo dirigente e all'epoca numero 2 della Digos,
indagato anche per le violenze e i soprusi nella caserma di Bolzaneto. A
fargli compagnia, tra gli imputati, i sottufficiali della Digos Antonio
Del Giacco, Sebastiano Pinzone, Enzo Raschellà e il padovano Luca
Mantovani. Uno dei "poliziotti picchiatori", l'ispettore Giuseppe De
Rosa, è già stato condannato con rito abbreviato ad un anno e otto mesi.

Nell'udienza odierna sono stati ascoltati cinque testimoni: due
giornalisti, un cittadino genovese abitante in viale Brigate Partigiane
-luogo del pestaggio - un medico e una manifestante, che a seguito di
quei fatti, fu arrestata e portata a Bolzaneto.
Tutti concordano sulla dinamica dei fatti: nel pomeriggio di sabato 21
luglio in via Barabino c'e' un grande schieramento di PS davanti alla
questura. Un giornalista dice di aver riconosciuto tra questi il capo
della digos genovese Spartaco Mortola, imputato nel processo Diaz.
Alcuni giovani manifestanti fanno un sit-in pacifico di fronte alle
forze dell'ordine: vicino a loro giornalisti, fotografi e cameramen.

Tarcisio Mazzeo, giornalista della Rai di Genova, ricorda un episodio in
particolare: alcuni agenti in borghese presenti sul posto parlottavano
tra loro dicendo “Aspetta, aspetta, non è ancora il momento”.
I testi ricordano l'atteggiamento tutt'altro che ostile - viene
ricordato qualche sfotto' - dei manifestanti nei confronti delle forze
dell'ordine: niente bastoni, armi o lanci di oggetti. All'improvviso,
un'azione veloce, con numerosi agenti ad accerchiare il gruppo.
Un pestaggio brutale, con calci e manganellate e nella memoria le
immagini del giovane in maglia rossa con il volto sfigurato.
Prossima udienza il 17 marzo.