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[Corriere della Sera] G8: Carlo Giuliani, il proiettile non fu deviato

Il colpo di pistola sparato dal carabiniere Mario Placanica che il 20 luglio 2001 uccise in piazza Alimonda a Genova Carlo Giuliani durante gli scontri in occasione del vertice G8, fu un colpo «diretto» e non venne deviato da corpi estranei. Lo ha sostenuto il medico legale della procura Marco Salvi, deponendo come teste al tribunale di Genova nella 62ª udienza del processo ai 25 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio. Salvi ha così smentito la tesi che il colpo sparato da Placanica venne deviato da un calcinaccio prima di colpire mortalmente Giuliani.

Salvi ha ricordato come la Tac total body cui fu sottoposto il corpo di Giuliani «evidenziò un frammento radio-opaco nel cranio del ragazzo», frammento «assolutamente metallico» che però non venne trovato durante l'autopsia. Il medico legale è poi tornato sulla questione dello sparo che uccise Giuliani. Dopo essersi detto convinto che lo sparo fu diretto e non deviato, come invece sostenuto da un altro anatomopatologo, Salvi ha dichiarato che il punto di fuoco era più alto rispetto al bersaglio di circa 10 centimetri, e che lo colpì con una traiettoria inclinata da destra-alto a sinistra-basso, entrando nella regione sottorbitale destra e uscendo dall'occipite sinistro.

«Di fronte a questa nuova e decisiva emergenza processuale si impongono, a questo punto - ha detto l'avvocato Giuliano Pisapia, legale della famiglia del giovane ucciso durante le manifestazioni di Genova, - nuove indagini e la riapertura del processo per poter pervenire a quello che è sempre stato il nostro obiettivo e cioè conoscere la verità e ottenere giustizia».

Il procedimento per l'omicidio Giuliani venne archiviato il 5 maggio 2003 dal gip Elena Daloiso su richiesta del pm Silvio Franz, con l'opposizione della parte offesa. Il gip ritenne che Placanica sparò in aria e che il colpo di pistola venne deviato da un «bersaglio intermedio», un calcinaccio che si trovava a «un metro e 90 dal suolo».