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[Il Secolo XIX] G8, 50 mila in corteo, nessun incidente

Rifondazione comunista chiede le scuse dei “profeti di sventura”. L’ex ministro Scajola, responsabile del Viminale all’epoca dei fatti, lo definisce il “corteo della paura”. E’ un giorno dopo con polemiche, quello che segue la manifestazione di Genova.

«Ai profeti di sventura, agli uccellaci del malaugurio, ai `terroristi´ della paura mediatica, a chi ha causato una perdita economica rilevante impaurendo i commercianti con nefaste previsioni ovviamente non avveratesi. non ci rimane altro che una grande pernacchia». È il commento di Antonio Bruno, capogruppo della Sinistra Europea-PRC e di Nicolò Scialfa, vicepresidente del Consiglio Comunale di Genova, in merito «agli allarmismi evocati da alcuni nei confronti della pacifica e straordinaria manifestazione di ieri a Genova». «Agli esponenti di Alleanza Nazionale in Consiglio Comunale di Genova che avevano chiesto che si imponesse una cauzione agli organizzatori del corteo chiediamo, perlomeno, che ci venga offerto un caffè `equo e solidale preferibilmente´» - concludono i due esponenti della Sinistra.

«La gente ha paura delle contestazioni della sinistra perché hanno sempre portato disordine sociale, fa parte del loro bagaglio culturale»: ribatte Claudio Scajola, che ha spiegato perché in occasione del corteo per i fatti del G8 la città fosse vuota ed i negozi chiusi. «Ricordo che quando di recente Berlusconi è venuto per le vie di Genova i negozianti uscivano applaudendo ed i negozi erano tutti aperti - ha detto il parlamentare di Fi -. Il corteo era di nuovo un corteo della paura. Gli slogan erano contro lo Stato, contro le forze di polizia, contro la magistratura che sta facendo il suo dovere». «Hanno imbrattato la città e per fortuna non ci sono state vittime o scontri, questo è un fatto positivo - ha proseguito Scajola -. Ma quanto è avvenuto dimostra che c’è della sinistra fondamentalista che se deve scegliere tra i no global e le forze di polizia sceglie sempre i no global. E la cosa preoccupante è che ci sono molti parlamentari di questa maggioranza che appartengono a questa categoria della contestazione».

Positivo il giudizio sulla giornata di sabato dato sin dalle prime ore dal sindaco Marta Vincenzi, che ha detto: «Genova si è ripresa l’onore», plaudendo a manifestanti e forze dell’ordine. Una manifestazione pacifica, quella del Comitato Verità e Giustizia, organizzata per chiedere l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sul comportamento delle forze dell’ordine nei giorni del G8 2001 e per contestare le pesanti condanne (225 anni) chieste dall’accusa al processo contro i 25 no global accusati di devastazione e saccheggio.

Quello che si temeva alla vigilia - una possibile saldatura tra alcune anime del corteo e gli ultras calcistici in guerra con le forze dell’ordine - non si è verificato, anche perché gli organizzatori, dopo le esternazioni condiscendenti di Luca Casarini nei confronti della protesta dei tifosi che ha seguito l’uccisione di Gabriele Sandri, hanno preso nettamente le distanze dal leader dei “disubbidienti”. Ma la morte del tifoso laziale ha attraversato soprattutto la parte centrale del corteo, con slogan e scritte contro la polizia.

Proprio le scritte, insieme a una piccola scazzottata tra anarchici e portuali e a una bandiera americana incendiata, sono stati gli unici episodi consurabili della giornata genovese. Qualche problema in più lungo la linea ferroviaria. Nel viaggio di andata c’è stata un’improvvisata protesta che ha tenuto bloccata per un’ora la stazione della Spezia.

Una giornata conclusa tra concerti e discorsi in piazza De Ferrari, in cui Genova, malgrado non siano avvenuti incidenti, è rimasta prudentemente in attesa. Pochissimi i negozi aperti, i pochi bar accessibili lungo il percorso sono stati presi d’assalto.

In serata è ripresa normalmente la circolazione nelle strade che sono state chiuse per consentire il passaggio della manifestazione dei no global ed è stata avviata anche da Amiu l’operazione di pulizia delle strade e di rimozione dai muri dei graffiti realizzati dai manifestanti. Nel corso della giornata sono stati impegnati cento vigili con 25 auto e 30 moto, 60 addetti dell’Amiu con 2 autogru, 6 spazzatrici, 15 porter, 4 compattatori. Successivamente 50 addetti con 30 mezzi e 6 spazzatrici e dalle 23 due pianali e 5 gru hanno provveduto alla risistemazione dei cassonetti e delle campane della raccolta differenziata nelle zone interessate dalla manifestazione. L’operazione di pulitura dei muri dalle scritte è stata completata nella mattinata di domenica.

«Sicuramente tutto questo ha un costo per l’amministrazione comunale - ha commentato il sindaco Vincenzi - ma la democrazia ha un prezzo e considerato come sono andate le cose credo sia giusto pagarlo».

La cronaca della giornata

Ore 19.10
Mentre in piazza De Ferrari si balla con gli Assalto frontale, il corteo ormai arrivata si va disperdendo. I più restano in piazza e nelle vie limitrofe, altri sono già in stazione per il ritorno. Un altro sparuto drappello è in piazza Alimonda, dove ha deposto fiori sull’altare laico per Carlo Giuliani, e attende Giuliano Giuliani, il padre del ragazzo vittima del G8 2001. Una cinquantina di persone dell’area dei centri sociali hanno contestato la presenza dei giornalisti. C’è stato anche qualche attimo di tensione. Nel frattempo Marta Vincenzi (ascolta l’audio), il sindaco, ha convocato i cronisti per compiacersi del buon esito della manifestazione. «Genova si è ripresa l’onore», ha detto, ringraziando forze dell’ordine e manifestanti.

Ore 18.05
Cinquantamila: su questa cifra si trovano più o meno tutti d’accordo, anche se la Digos parla di qualche migliaio di partecipanti in meno, mentre il concerto in piazza De Ferrari è cominciato e una parte del corteo deve ancora arrivare. A questa parte sono legati gli ultimissimi timori di una manifestazione che si è svolta in maniera assolutamente pacifica.

Ore 17.15
È ormai in piazza De Ferrari, la testa del corteo, mentre la coda è ancora poco oltre via Gramsci. La lunghezza del corteo fa pensare che possano esserci circa 50 mila persone o poco meno. Anche la Digos ha alzato le sue stime, sui 35 mila partecipanti, mentre tra gli organizzatori è circolata anche la cifra di 100 mila che è probabilmente esagerata. Il corteo all’altezza della svolta da corso Saffi verso Carignano ha avuto qualche esitazione sulla possibilità di svoltare a destra verso piazza Alimonda. Ma poi ha proceduto deciso verso la destinazione concordata. Tutto pacifico con l’unica eccezione di alcune scritte cui muri, contro la Chiesa e contro la polizia.

Ore 16.50
La testa del corteo è in corso Aurelio Saffi, mentre la coda si è mossa da poco e molto lentamente dalla Stazione marittima. Tutto si sta svolgendo pacificamente, la presenza delle forze dell’ordine è molto discreta. Gli unici problemi sono dovuti alle scritte che alcuni manifestanti stanno lasciando sui muri, soprattutto nel sottopassaggio di Caricamento. Alla testa del corteo, il camion della Comunità San Benedetto, dal quale ogni tanto don Andrea Gallo interviene con l’amplificazione. «Dimostriamo per la democrazia; non lasciatevi provocare». È l’appello di don Gallo dal camion. «Qui - ha detto - se non ci aiutiamo da noi non ci aiuta nessuno» e, ha aggiunto, non date retta ai profeti di sventura. Sull’autocarro c’è anche don Vitaliano Della Sala. Alle parole del prete i giovani hanno risposto «Genova libera». Durante il suo intervento don Gallo ha anche letto lo stralcio di un messaggio di Padre Alex Zanottelli in cui il prete recita: «È grave far ricadere i fatti di Genova su 25 capri espiatori» e poi ancora, «Mentre i veri responsabili sono stati promossi ad alte cariche di stato. Questa non è democrazia». «Le parole di Zanottelli mi confortano» ha urlato don Gallo.

Ore 16.20
Il corteo prosegue pacificamente, è in corso Aurelio Saffi, anche se la contestazione e gli slogan sono a volte molto duri. La scritta ‘”10-100-1000 Raciti e Nassiriya, polizia assassina” è comparsa su un muro nei pressi del Porto Antico, lungo il percorso del corteo. Contro le forze dell’ordine anche insulti e slogan dei settori anarchici e dei centri sociali, collocati al centro del grande corteo che si sta muovendo dalla stazione marittima. Tra gli slogan e le scritte «un paese senza giustizia, con un Governo che non è di sinistra», «Polizia assassina». Subito dopo i gruppi anarchici sfilano i Comitati «no Dal Molin» che contestano l’ampliamento della base Nato di Ederle a Vicenza. Accanto a loro la brigata Claudio Spagna.

Ore 15.50
Il corteo è in marcia, ora si trova a Caricamento, dove don Gallo sta parlando dal camion, esortando i partecipanti a sfilarte pacificamente. «Non cadete nelle provocazioni», dice. Per gli organizzatori sono 20 mila i partecipanti, per la digos 14 mila. Il primo striscione è “La Storia siamo noi” e dà il titolo alla maniufestazione del Comitato verità e giustizia che organizza la manifestazione. Polemizza invece il Coisp: «Hanno intitolato “Contro l’impunità delle forze dell’ordine”, è una vergogna». Non ci sono poliziotti in divisa, forse per non esasperare gli animi, diversi striscioni fanno riferimento alla tragedia di Arezzo dove un poliziotto ha ucciso un tifoso della Lazio. Polemizza con Trenitalia il parlamentare spezzino di Rifondazione Sergio Olivieri. «Manifestanti e passeggeri comuni hanno bloccato per due ore la stazione di La Spezia dopo che Trenitalia, con un atto irresponsabile, ha deciso di fermare il treno perché una decina di manifestanti diretti a Genova sono risultati senza biglietto», dice. «Solo grazie all’intervento del prefetto e del governo siamo riusciti a sbloccare la situazione - racconta Olivieri - Trenitalia, rifiutandosi di accordare tariffe agevolate, come sempre si fa in questi casi, ha creato enormi problemi all’ordine pubblico. I vertici di Trenitalia erano stati avvertiti, avevamo chiesto con largo anticipo un incontro ma nulla è stato fatto». Il convoglio è poi ripartito e la situazione è tornata alla normalità.

Ore 15.30. Il corteo si è messo in marcia in tutta tranquillità. Secondo gli organizzatori stanno sfilando 20 mila persone.

Ore 15.00
Il corteo è ancora fermo perché molti manifestanti sono ancora in arrivo dalle stazioni. Prosegue la trattativa tra la famiglia di Carlo Giuliani e la questura per ottenere l’autorizzazione a effettuare una (lunga) deviazione in piazza Alimonda. Quanto a treni, sono arrivati tutti, tranne quello proveniente da La Spezia ancora in viaggio. I convogli hanno subito ritardi per la mole di persone che si è presentata alle stazioni, superiore alle aspettative degli organizzatori e che ha avuto difficoltà a trovare posto sui treni charter messi a disposizione da Trenitalia. Molti manifestanti hanno dovuto ripiegare, dunque, su altri treni e pagare il biglietto, seppur con lo sconto comitive previsto da Trenitalia. Ciò ha provocato qualche protesta e discussione e causato ritardi nelle partenze dei convogli. Ad esempio alla stazione Tiburtina, a Roma, il treno charter proveniente da Napoli è potuto ripartire solo dopo l’aggiunta di altri vagoni al convoglio per ospitare i manifestanti che attendevano di salire alla stazione di Pisa.

Ore 14.30
Centinaia di persone stanno raggiungendo la zona della Stazione Marittima a Genova da dove è prevista la partenza del corteo per chiedere la Commissione di inchiesta parlamentare sui fatti del G8 e protestare contro la richiesta della Procura di 225 anni di carcere per i 25 manifestanti processati per devastazione e saccheggio per i fatti del 2001. È già arrivato anche il treno charter partito nella notte da Napoli che trasportava un migliaio di manifestanti, tra i quali viaggiava anche Francesco Caruso. Momenti di tensione, secondo quanto spiegato da Caruso, ci sono stati alla stazione della Spezia dove è stato bloccato un treno in arrivo da Pisa per Genova. Diversi manifestanti sono scesi sui binari ma, dopo una trattativa con Trenitalia, sarebbe stato raggiunto un accordo economico ed il convoglio è ripartito.
«La manifestazione di oggi deve essere la premessa per ricreare quella sinistra unitaria antagonista che possa cambiare il mondo. A Genova infatti, durante il G8, c’è stata una strage di diritti, riconosciuta da tutti a parole, ma non nei fatti». Lo ha detto l’on. Giuliano Pisapia, presidente della commissione del ministero della Giustizia per la riforma del codice penale, nel suo intervento stamani al dibattito all’Auditorium Sarzano `Genova 2001-2007´, iniziativa che ha preceduto il corteo. Hanno parlato anche l’avv. Laura Tartarini del Genoa Legal Forum ed il segretario dell’Associazione Ligure dei Giornalisti, Marcello Zinola. «Vogliamo - ha aggiunto Pisapia - verità e giustizia perché ritengo indispensabile tornare a quell’unità che c’era stata a Genova al G8 del 2001 con la forza del pacifismo, che si era potuta esprimere con il corteo del Migrantes’’. In merito al no del Parlamento sulla commissione d’inchiesta, Pisapia ha commentato: «Siamo tutti consapevoli che non potrà portare alla verità né incidere sulle inchieste giudiziarie. Ma deve servire a far assumere le proprie responsabilità a chi ha votato contro a questa commissione». «Tutti i responsabili delle nefandezze del luglio del 2001 inoltre - ha sottolineato - sono ora ai vertici di tutti i servizi segreti». Pisapia ha concluso: «A chi invoca leggi speciali per avere più sicurezza, ricordiamo che chi rinuncia alla libertà non merita né libertà né sicurezza. Senza la difesa delle garanzie democratiche ci si avvia inesorabilmente verso l’ autoritarismo».

Ore 13.45
«Sarà una manifestazione pacifica che vuole coinvolgere tutta la città di Genova, per questo invitiamo i cittadini a partecipare in massa e i commercianti a tenere aperti i locali». L’appello arriva da Vittorio Agnoletto, portavoce del Genoa social Forum ai tempi del G8, che questa mattina ha partecipato a Genova al dibattito all’Auditorium Sarzano `Genova 2001-2007´ iniziativa che precede il corteo in programma nel pomeriggio. «La città, con la decisione di non istituire la commissione d’inchiesta sul G8 - spiega Agnoletto - è stata ferita una seconda volta, è giusto che scenda in strada con il popolo no global per chiedere verità e giustizia».

Ore 13.20
Forti difficoltà nella «mobilità dei manifestanti per l’atteggiamento tenuto nella notte dai vertici di Trenitalia» sono state denunciate dalla segreteria nazionale di Prc. Il treno charter da Napoli - hanno spiegato il coordinatore dei movimenti, Michele Della Palma, e la parlamentare Graziella Mascia - sarebbero rimasti bloccati quattro ore a Roma «ponendo un serio problema di ordine pubblico, risolto solo grazie a vari interventi nostri e del Viminale». Secondo quanto riferito dal deputato di Prc Francesco Caruso che viaggia sul treno in arrivo da Napoli con un migliaio di persone, «malgrado gli accordi raggiunti con Trenitalia, e le garanzie date, stanotte per problemi tecnici non c’erano le carrozze aggiuntive a Roma. Solo dopo altre garanzie economiche offerte da Prc (anche se non gli competeva) e la nostra colletta che ha raccolto 5.800 euro ne sono saltati fuori due, ma siamo ammassati come bestie. Un viaggio di 14 ore senza né luce e acqua. Questo significa voler fomentare gli animi». Difficoltà e ritardi nel treno charter in arrivo dal nord-est vengono segnalati anche da Luca Casarini: «A Bologna occorrevano altre due carrozze ma piuttosto di andare incontro ai ritardi prospettati da Trenitalia per ottenere l’aggiunta di due carrozze, i manifestanti hanno preferito stringersi».

Ore 13.00 - la situazione
Genova aspetta, apparentemente serena, in una fredda giornata di sole, il corteo per il G8 di questo pomeriggio. Negozi aperti e shopping in una via XX Settembre già piena di gente che approfitta della bella giornata. Solo il palazzo del Tribunale è stato isolato da alcune transenne ed è presidiato da cinque macchine di carabinieri e polizia. Forze dell’ordine in borghese sorvegliano le stazioni di Brignole e Principe dove stanno arrivando treni charter da Padova e Napoli. C’è rabbia tra i dimostranti in arrivo per il «trattamento riservato da Trenitalia»: i convogli sono stipati e sono rimasti a lungo fermi nelle stazioni intermedie. «Abbiamo fatto 14 ore di viaggio senza luce e senza acqua», dice Francesco Caruso, in arrivo da Napoli con un migliaio di manifestanti. Il tracciato della manifestazione potrebbe subire una variazione: Giuliano Giuliani, padre di Carlo, ha chiesto e ottenuto di poter deporre in piazza Alimonda una corona di fiori nel luogo dove fu ucciso suo figlio. Sarà questo un momento delicato della manifestazione, poiché molti dimostranti potrebbero seguirlo e abbandonare così il percorso prestabilito. La questura non ha autorizzato altri cortei.

Ore 12.50
Si è concluso senza incidenti, poco dopo le 12, alla Stazione marittima di Genova, il corteo studentesco partito intorno alle 10 da piazza De Ferraris. Hanno partecipato un centinaio di giovani. Dalla Stazione marittima alle 15 partirà il corteo per ricordare i fatti del G8.

Ore 12.20
È partito, con dieci minuti di ritardo, il treno che porterà da Torino a Genovaaltri partecipanti al corteo per il G8. Sul convoglio c’erano circa 250 persone tra anarchici, autonomi e frequentatori dei centri sociali (più due avvocati) che hanno deciso di servirsi dell’organizzazione del Torino Social Forum. In un primo tempo era stata acquistata una provvista di 214 biglietti, non senza qualche discussione per il prezzo ritenuto leggermente alto. In ogni caso la partenza, sotto gli sguardi dei funzionari della Digos, si è svolta senza alcun momento di tensione.

Ore 12.05
Primi treni arrivati in città da Napoli

Ore 12.00
Oltre 200 manifestanti sono partiti dalla stazione di Porta Nuova di Torinoper raggiungere la città. Prima della partenza non si sono registrati problemi o tensioni. Una parte dei giovani che aderiscono all’iniziativa avevano raggiunto la stazione staccandosi dal corteo degli studenti promosso questa mattina nel capoluogo piemontese per contestare l’attuale sistema scolastico e ribadire il diritto allo studio. Il corteo si è svolto pacificamente.

Ore 11.50
Avrebbero voluto un biglietto ferroviario scontato, ma i manifestanti in partenza dalle stazioni ferroviarie della Toscana hanno pagato regolarmente il biglietto: Trenitalia, come fa con chi viaggia in gruppi di oltre dieci persone, ha praticato semplici biglietti comitiva. Trattative sul prezzo del biglietto sono avvenute a Firenze e a Pisa. Contrariamente a quanto sembrava in precedenza, tutto sarebbe avvenuto con correttezza, fanno sapere dalla questura di Pisa, sottolineando che «non ci sono stati problemi, né alcun blocco del traffico ferroviario».

Ore 11.40
È partito alle 11.30 dalla stazione centrale di Bologna il treno charter che - arrivato da Padova - è diretto a Genova. Circa 250, secondo i dati di Trenitalia, le persone salite a bordo del convoglio, composto da otto carrozze,; di queste, una cinquantina erano giunte in mattinata con altri treni dalla Romagna. Un altro centinaio di persone dovrebbero salire complessivamente nelle successive fermate del treno charter a Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza. Anche a Bologna non ci sono stati incidenti.

Ore 11.25
Un centinaio di studenti delle scuole medie superiori genovesi sta attraversando il centro cittadino in occasione della giornata mondiale per l’Accesso ai Saperi, indetta dal forum sociale mondiale di Nairobi. Il corteo, partito da piazza De Ferrari, ha attraversato via Roma, poi le gallerie di piazza Corvetto e piazza dell’Annunziata per terminare alla stazione Marittima. Gli studenti davanti alla Prefettura hanno chiesto più fondi alla scuola al ministro Fioroni e la cancellazione di quel che resta della riforma Moratti.

Ore 11.20
Alla stazione Centrale di Milano è iniziato intorno alle 11 il raduno dei giovani diretti a Genova: aderenti a varie sigle dei collettivi studenteschi e dei centri sociali, hanno cominciato ad affluire alla stazione di Milano, intenzionati a salire sul treno delle 12.25 diretto nel capoluogo ligure. Gli organizzatori del cosidetto “treno ribelle” contano di raggruppare un migliaio di persone, attualmente sono diverse decine i ragazzi presenti nell’atrio della stazione. Ai giovani milanesi dovrebbero poi aggiungersi altri manifestanti in arrivo da città vicine come Monza, Como, Brescia, Magenta, Saronno, cui dovrebbero aggiungersi altri manifestanti radunati nella stazione di Pavia. In corso trattative tra i manifestanti e le ferrovie in merito al costo del biglietto ferroviario.

Ore 11.05
Sono poco più di 4000 i no global del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia partiti da Padova con un treno speciale alla volta di Genova. Il treno charter prenotato dagli organizzatori è partito alle 9.51, anzichè alle ore 8.45 come previsto dalla stazione di Padova dove a, coordinare l’attività c’era Max Gallob, leader dei centri sociali euganei. Il treno è partito in ritardo perché si era atteso l’arrivo dei manifestanti provenienti da altre città venete e del Friuli con treni regionali per il cui biglietto era stato applicato uno sconto del 10% per tariffe comitiva. Da Trieste e Gorizia sono arrivati a Padova in 50, da Venezia e Mestre in 150, e alla stazione ferroviaria euganea si sono raccolti in 200 tra manifestanti locali e quelli di Treviso e Vicenza. Non è stato segnalato alcun tipo di incidente.

Ore 11.00
Situazione tranquilla in centro: l’arrivo dei due treni charter da Napoli e da Padova è previsto non prima delle ore 13 con circa 2500 persone; verso le 12 dovrebbero arrivare i treni interregionali con carrozze aggiuntive da Torino e da Milano. Molti sono i negozi aperti, nonostante le previsioni pessimistiche della vigilia, anche a causa dello sciopero nazionale dei dipendenti del commercio. I commercianti genovesi sembrano aver raccolto l’appello del prefetto e del sindaco a tenere alzate le saracinesche. Verso le 10 si è mosso l’annunciato corteo degli studenti da piazza De Ferrari, composto solo da un centinaio di giovani. Poca gente gira per le strade, dalle quali durante la notte sono stati rimossi i cassonetti dei rifiuti e dove sono stati installati i segnali di divieto di sosta.

Ore 10.40
Circa 200 manifestanti sono partiti con un treno dalla stazione fiorentina di Santa Maria Novella. Secondo la questura di Firenze, la partenza dei manifestanti, tra i quali diversi appartenenti all’area antagonista e ai centri sociali, è avvenuta senza particolari problemi. Sul posto anche agenti della polizia ferroviaria e funzionari della Digos per accertarsi che tutti i manifestanti avessero un regolare biglietto per il treno.

Ore 9.56
Circa 300 no global stanno bloccando la stazione ferroviaria di Pisa perché non vogliono pagare il biglietto per raggiungere Genova, dove è in programma la manifestazione contro i fatti del G8. Alcuni treni sono in ritardo e l’Intercity Firenze-Torino è bloccato a Pontedera. Non si sono registrati scontri, ma solo momenti di tensione con il personale delle Ferrovie, che alla fine ha fatto salire alcuni manifestanti su treni regionali.