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[Repubblica Genova] G8, sfila la voglia di giustizia

Cinquantamila in piazza dalla Stazione Marittima al centro, politici e
amministratori accanto ai no global di tutta Italia
G8, sfila la voglia di giustizia
L´arringa di Don Gallo: "Questa è la vera democrazia"
L´appello del prete "Vogliono provocare"
Il segretario di Rifondazione Giordano "Le proprie ragioni si fanno valere in pace"
L´assessore Morettini, ex leader del Social Forum, in corteo con il figlio di quindici mesi
WANDA VALLI

"La storia siamo noi", è la sfida, l´invito, dell´enorme striscione rosso retto dalle mani di tanti giovani, alla testa del lungo corteo del sabato di protesta di Genova. Contro le richieste della procura per i 25 accusati di essere tra i black bloc che hanno devastato la città sei anni fa. E per ottenere la Commissione d´inchiesta finora negata. Genova non è più blindata come nel 2001, i timori alla vigilia sono tanti, ma la scelta è di aprire la città, di affidare ai manifestanti
il compito di dimostrare che chi vuol fare la storia, sa essere responsabile, anche
nella protesta. Alla fine si dimostrerà la scelta vincente. Perché non ci sono
incidenti, solo due candelotti fumogeni, perché il corteo diventa un fiume enorme di
persone, 50-60 mila, che sfila nel freddo gelido, dalle due e mezzo del pomeriggio
fino a sera. Dalla Stazione Marittima a piazza De Ferrari passando per l´Expò e
Carignano. E la polizia è una polizia invisibile, c´è ma non si fa vedere, a parte
le camionette che fanno da apri pista al corteo. Si temono gli ultras dopo la morte
di "Gabbo", il ragazzo laziale vicino a Arezzo, invece nel corteo ci sono solo le
sciarpe del "Genoa" e della Samp che spuntano sotto i giacconi di molti. E´ il segno
che la violenza è stata fermata, bloccata. Restano solo le brutte, bruttissime, scritte contro la polizia di domenica sera "10-100-1000 Raciti" "Nassirya polizia assassina" su un muro vicino all´ Expò, e poi ci saranno gli insulti e gli slogan di anarchici e alcuni centri sociali, imbrigliati al centro del corteo. Alle due e
mezzo del pomeriggio, alla Stazione Marittima, si organizza la partenza. Franco
Giordano, segretario nazionale di Rifondazione è arrivato con il capogruppo dei
deputati, Gennaro Migliore. Oltre a Vittorio Agnoletto, europarlamentare, che ha scelto di stare con i movimenti. Si guarda intorno, Giordano, commenta: «sono felice, non mi aspettavo così tanta gente, è la conferma che, in modo assolutamente pacifico, si possono far valere le proprie ragioni». Si affianca all´assessore Enrico Vesco, la senatrice del Pdci, Manuela Palermi, in piazza per la Commissione d´inchiesta: «quel no è stato un fatto grave, non possiamo accettarlo», ma non contro la magistratura, perché «l´autonomia dei giudici va rispettata sempre». E sono molti anche i politici locali. Vanno in coppia, potenza del Pd, Massimiliano Morettini- Gianfranco Tiezzi, assessori a Tursi, uno ex portavoce del Genoa Social Forum, l´altro Margherita, che i cortei ha cominciato a farli a 17 anni, come giovane socialista. Morettini inizia la marcia con il figlio, 15 mesi, il più giovane tra i partecipanti, poi deviato in una calda casa di amici. Tursi schiera anche Bruno Pastorino, Prc, Titti Zerega (Verdi), la provincia risponde con Renata Briano (Sinistra Unita) e poi c´è Marco Nesci, consigliere regionale, Michela Tassistro (Pd). Antonio Bruno(Prc) scherza «vi presento un ultras, mio figlio», un adolescente che arrossisce e quasi si nasconde, Stefano Quaranta (ex Ds) regge con altri uno striscione gigante. Davanti a tutti il camion della Comunità di San Benedetto, con don Gallo che urla al megafono: «non lasciatevi provocare, dimostriamo per la democrazia», dietro i gruppi degli altri, la musica di Rino Gaetano "il cielo è sempre più blu", gli striscioni per Carlo Giuliani, i cori "Carlo è vivo, e lotta insieme a noi", i cartelli. E ci sono i vigili a far da collegamento con palazzo Tursi, c´è il vice comandante Giacomo Tinelli che fa da cronista dell´evento, via radio. In corso Aurelio Saffi, arriva il tramonto rosso, sul mare, insieme con un candelotto fumogeno, dello stesso colore e la canzone degli Inti Illimani "El pueblo unito". Gianfranco Tiezzi, assessore in Comune, con la moglie, fotografa l´immagine più bella. Alla fine Morettini parla di un corteo «molto tranquillo, forse non allegro». E Tiezzi aggiunge: « aspettiamo la verità da sei anni, non può essere una manifestazione allegra». Don Gallo, prima del concerto di Roy Paci, ringrazia tutti così: «ragazzi, siamo una squadra fantastica».