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[comunicato stampa] Sud Ribelle: e la trentesima passo!

A sentire gli umori dei vari personaggi in aula, dovremmo essere ben oltre il giro di boa del processo che vede tredici militanti incriminati di associazione sovversiva, e non solo, nell'infinito processo alla presunta organizzazione carbonara meridionale, successivamente allargata dal PM Fiordalisi con una fantasia che solo lui poteva permettersi.

La mattinata inizia con il divieto, da parte delle forze dell'ordine, di usare i bagni della Corte d'Assise, prima che avesse inizio l'udienza. Una volta entrati in aula, mezza mattinata è trascorsa ascoltando testi di diverse città del meridione, lavoratori, precari, attivisti, giornalisti, ma anche amministratori pubblici e appartenenti a Rifondazione Comunista. Tutti hanno raccontato delle giornate pre e post Napoli e Genova, dell'uso dei media come amplificatore delle manifestazioni, dell'organizzazione corale, che erano presenti anche le realtà cattoliche, ma anche della chiusura delle vie di fuga, nella piazza Municipio, da parte delle forze dell'ordine e i relativi pestaggi. Per Genova invece è stato testimoniato il fatto che le giornate erano state organizzate, anche da parte delle realtà meridionali, alla luce del sole e che non poteva esistere una organizzazione parallela e segreta costituita dai tredici compagni tutt'oggi sotto processo.

L'altra metà della mattinata è passata ad ascoltare il teste di punta dell'avvocato Petitto, Giancarlo Mattia. Giancarlo -- teologo ed ex avvocato precedentemente incriminato ed arrestato assieme a tutti gli altri imputati -- ha iniziato un'excursus storico a partire dagli anni '60, spingendo sul fatto che questo procedimento, e quindi l'associazione, non esiste in quanto i movimenti non riescono, e di fatto non possono, darsi una struttura in quanto movimenti e non organizzazioni. Ha inoltre testimoniato sulla posizione ideologica generale che lega, per forza di cose, tutti gli imputati, pur conservando ognuno le proprie differenze. Dopo la breve pausa il presidente M.Antonietta Onorati ha gentilmente chiesto di discutere dei fatti contestati agli imputati; è quindi iniziata la triste storia di Napoli e Genova che già si conosce e che ha visto la prima condanna, da parte del Tribunale di Genova, nei confronti del Ministero dell'Interno e quindi la Polizia, per il pestaggio di una pacifica manifestante.

La prossima udienza è prevista per il 26 giugno. Sono chiamati a testimoniare diverse persone presenti alle giornate genovesi, tra cui anche Enrico Ghezzi e Pasquale Scimeca, oltre a operatori, registi, amministratori e attivisti di movimento.

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