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[La Repubblica] Bertinotti contestato all'università di Roma

Una cinquantina di studenti del Coordinamento dei collettivi ha accolto il presidente della Camera con slogan e striscioni.

"Vergognati, assassino guerrafondaio"
Bertinotti contestato all'università di Roma

La replica: "E' solo un'ala della sinistra estrema"
Casini: "Attacchi che dimostrano debolezza di pensiero"

"Vergognati, assassino guerrafondaio"
Bertinotti contestato all'università di Roma

ROMA - "Vergogna assassino, guerrafondaio, buffone". Frasi durissime. Accuse di voltafaccia. Di aver abbandonato in nome della realpolitik e della partecipazione al governo la scelta pacifista portata avanti da sempre come un vessillo. E anche di partecipare ad un convegno organizzato da Comunione e Liberazione. Fa scalpore la dura contestazione messa in atto da una cinquantina di studenti del Coordinamento dei collettivi all'indirizzo del presidente della Camera, Fausto Bertinotti al suo arrivo alla facoltà di Lettere dell'Università 'La Sapienza' di Roma.

L'ira del presidente della Camera. Slogan e striscioni contro l'impegno italiano nel conflitto afgano. Contro la decisione di Rifondazione di votare per il rifinanziamento della missione. Insulti a cui Bertinotti risponde secco: "Buffone sei tu se dici così. Chiedetemi scusa e non chiamatemi assassino". Per poi raggiungere, sempre seguito dai contestatori, l'Aula del convegno.

Slogan e striscioni. Un ingresso avvenuto mentre i contestatori innalzavano striscioni durissimi: "Bertinotti: un impegno concreto contro la guerra, spillette della pace per tutti!", "8 marzo, la Camera vota la guerra in Afghanistan: giorno inFausto". Ed ancora: "Dalla non violenza alla base di Vicenza", "Seminate i cadaveri, importate i papaveri. La vostra pace è in Afghanistan".

"La sinistra combatta le schegge". "Riteniamo legittimo e necessario contestare la presenza di un esponente di chi partecipa alla guerra globale e permanente e di chi, ex segretario del Partito della Rifondazione Comunista, aveva fatto della nonviolenza la propria bandiera" dicono i collettivi universitari. Ma Bertinotti minimizza la contestazione, la circoscrive "ad un'ala della sinistra estrema, che rifiuta la non violenza" e spiega: "Per le forze pacifiste di sinistra si pone un problema: non c'è solo il terreno della lotta culturale contro il moderatismo, ma anche contro quelle schegge dell'estrema sinistra che rifiutano la politica e la non violenza''. In quest'ambito va fatta una ''battaglia culturale in pieno rispetto ma molto ferma. La rivoluzione non è un pranzo di gala, ma neppure la politica. Bisogna tentare di capire le verità di chi contesta anche se le forme sono considerate molto sbagliate".

Trent'anni fa capitò a Lama. La contestazione fa tornare alla memoria un'altra protesta, ben più numerosa e cruenta: la cacciata di Luciano Lama avvenuta il 17 febbraio 1977. La protesta di oggi, invece, ridotta nei numeri fa comunque scalpore. Anzitutto perché è la prima volta che il leader di Rifondazione viene contestato sul tema del pacifismo da sempre cavallo di battaglia di Rifondazione. E poi perché la protesta avviene alla vigilia del voto sul rifinanziamento della missione italiana in Afghanistan che avverrà domani al Senato.

Solidarietà a Bertinotti. E dalla maggioranza arrivanole prime reazioni. E sono tutte all'insegna della solidarietà a Bertinotti. "Guai se la democrazia si lascia influenzare da questi tipi di espressioni che sono legittime espressioni di pochi ma che non sono il polso del Paese", ha detto Romano Prodi. "I fischi e gli urli non hanno mai reso più credibile un'opinione. Tanto meno quando coprono il vuoto di idee e di proposte" dice Piero Fassino, segretario dei Ds. mentre Massimo D'Alema si dice "solidare" con il presidente della camera. "Fischi e insulti sono davvero un pessimo esempio di analfabetismo istituzionale" dice Renzo Lusetti della Margherita. Ma anche l'opposizione, per bocca del leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini solidarizza con Bertinotti: "Queste contestazioni dimostrano la debolezza del pensiero". Anche se Maurizio Gasparri di An coglie l'occasione per ironizzare: "Chi di pacifismo colpisce di pacifismo perisce" e Giorgia Meloni (sempre di An) parla di "scandalosa tolleranza nei confronti degli estremisti".

(26 marzo 2007)