TRASCRIZIONE SOMMARIA - II UDIENZA PM [ P=Tribunale, A=Accusa, D=Difesa, C=Parti Civili, R=Teste ] P: [procede all'appello] A: (Cardona) signor presidente, signori giudici, ieri il collega ha lasciato idealmente tutti dinnanzi al cancello della scuola diaz pertini nel momento in cui questo viene sfondato da un mezzo del vii nucleo del reparto mobile. in quel momento contestualmente si verifica uno dei piu' gravi episodi di lesioni di quell'azione, quello che riguarda MC. questa persona verra' accomunata alle altre che erano nell'edificio nel verbale d'arresto. oggi ci occuperemo di cosa avviene nell'edificio diaz-pertini, come si verifica la messa in sicurezza degli ambienti che dovrebbe assicurare il tranquillo svolgersi dell'operazione. le indagini sono partite all'inizio quando c'era solo l'ipotesi delle lesioni gravi e avevano esaminato alcune situazioni descritte nel verbale di arresto e che erano collegate alla situazione di grave bilancio di feriti che emergeva nel complesso dell'operazione. credo che l'istruttoria abbia non solo confermato le ipotesi investigative, ma addirittura credo le abbia rafforzate. per parlare della ricostruzione dei fatti non si puo' prescindere da una notazione che riguarda le persone che erano li', che stavano in larga parte dormendo o si preparavano a dormire all'arrivo della polizia. sonos tati considerati al momento del loro arresto come tutti appartenenti a un gruppo omogeneo legato da un proposito criminoso di tipo associativo. riteniamo di poter dire che l'unico criterio convergente che legava quelle persone e' stata la drammatica rappresentazione dei fatti, che e' stata resa da ciascuno di loro: quello che lega una studentessa dell'oregon, un giornalista di un quotidiano nazionale, un violoncellista di berlino, un esule turca con asilo politico in svizzera e' un racconto fluente delle violenze che hanno causato a queste persone lesioni gravi, prognosi riservate, stiamo parlando di un massacro. un resoconto dettagliato che e' stato reso per ore di fronte a magistrati stranieri e italiani, che e' stato ripetuto e riportato in questa aula, e ci abbiamo tenuto che fosse possibile per le vittime esporre a un giudice che si sta occupando di questi fatti cio' che era accaduto, una sorta di primo risarcimento, ma e' stato utile per dare piena proiva a quanto veniva raccontato, al vaglio pieno dibattimentale, e senza alcuna remora a questo vaglio. Il vaglio e' stato approfondito, abbiamo cercato di indagare ogni singolo aspetto, dettaglio dei caschi, dei numeri di sedie poste di fronte alla porta. Abbiamo esplorato tutto. Noi abbiamo ritenuto di assumere in indagini preliminari le dichiarazioni come il codice prescriveva, cioe' come indagate in procedimento connesso, con le garanzie previste dal codice, nonostante il sistema delle rogatorie internazionali fosse un po' difficoltoso in questo senso. [...] Siamo stati quindi rigorosi anche nelle procedure, non abbiamo trascurato questa circostanza che comporta una necessita' di riscontro obiettivo alle dichiarazioni. Questa che e' stata una vera e propria messe di dichiarazioni ha consentito un risultato finale verificabile e riscontrabile: non si possono trascurare alcune circostanze di fatto che hanno caratterizzato la sorte di queste persone immediatamente dopo l'arresto e la scarcerazione. Furono tutti espulsi con accompagnamento coatto alla frontiera e questo impedi' una comunicazione immediata tra loro. Molti di essi furono sentiti da gip rendendo gli stessi racconti, in circostanze diverse, ovvero come indagati di reati gravissimi, e quindi avevano tutto il diritto di difendersi, ed erano doloranti, spesso ricoverati. Cio' non toglie che le dichiarazioni e le prove siano state raccolte in maniera soddisfacente e piena. Abbiamo detto che sono stati sentiti ai sensi del 197 cpp e che questa scelta imponeva un riscontro, ma questo perche' ho detto che siamo rigorosi, perche' in realta' forse un altro orientamento giurisprudenziale avrebbe consentito di sentirli come testi puri essendo parti offese, e cito un precedente di cassazione del 2007. Ma a noi interessava che ci fosse un esame pieno e approfondito senza alcuna remora, e senza alcun timore di non avere riscontri oggettivi ai racconti. Si trattava quindi di applicare i tradizionale canoni di verifica dell'attendibilita', di coerenza interna, di presenza di riscontri esterni, che e' stato positivo e secondo noi ha portato alla piena attendibilita' e coerenza delle dichiarazioni e delle accuse fatte agli imputati di questo processo che sono accusati di aver condotto gravi violenze all'interno dell'edificio. Al contrario non c'e' mai stata prova di una circostanza esimente o giustificante gli atti di violenza subiti da queste persone. Il complesso delle prove e' costituito oltre che dale dichiarazioni rese, anceh dalle dichiarazioni rese dagli imputati che in alcuni casi non si sono sottoposti ad esame, dalle relazioni di servizi, referti medici, cartelle cliniche, documentazione filmata e fotografica riversata. Tutto questo compendio probatorio consente di ricostruire nel dettaglio la dinamica di tali condotte lesive forse come sarebbe stato impossibile in altre circostanze per un fatto analogo. Il risultato e' che non c'e' stata nessuna resistenza da parte delle persone, nessuna condotta di resistenza attiva, nessun lancio di oggetto, nessuna violenza, a nessuno e' stato potuto attribuire nessuna delle armi addotte nel verbale, tali armi non erano presenti nelle aule dove si sono svolte le violenze, e nessuna prova e' stata riferita rispetto al rinvenimento di tali armi, e' stata viceversa provata la provenienza ab esterno del principale reperto dell'operazione, le due bottiglie molotov, che aveva fornito uno spessore decisivo per formulare l'accusa collettiva di partecipazione all'associazione a delinquere finalizzata alla devastazione e al saccheggio. Oggi ci occupiamo dell'attivita' di bonifica e messa in sicurezza di quei luoghi. A questa attivita' e' possibile collegare il grande numero di lesioni anche gravi inferte agli occupati, la cui dislocazione e natura e' perfettamente compatibile con il loro vivo racconto, e risulta incompatibile con qualsiasi ipotesi di resistenza attiva. Incompatibile con la resistenza e' anche il quadro che emerge complessivamente circa i feriti: confrontiamo feriti e arrestati. Bisogna accennare al tema delle ferite pregresse: fu un'illazione fatta a caldo e diffusa dagli organi di stampa, unitamente a un sottodimensionamento dei feriti. Si puo' lasciare al giudice quanto questo contrasti con le immagini dei trasporti dei feriti, con le tracce nella scuola, diffuse da migliaia di fotogrammi, nonche' con la documentazione medica delle lesioni acquisita agli atti. Abbiamo sentito dei testimoni sulle condizioni dell'edificio appena prima della perquisizione. Il tribunale ha potuto valutarli come persone, io ricorderei in particolare il teste A. Sembra importante perche' in relazione alla tematica delle ferite pregresse e del ricovero ospedaliero dei black bloc nella scuola. A. ricorda di essere entrato alle 22.30, la situazione era quella di un dormitorio praticamente, con numerose persone che si stavano coricando, visionando file o foto e telecamere, computer perche' c'erano postazioni internet in quella scuola, ricorda di essere entrato e di aver visto le persone al computer. Le persone le ricorda come giornalisti, in calzoncini con il beauty. "Sono certo che non ci fossero persone ferite, perche' le ho viste poi", e non nota alcuna arma, alcun bastone, ne' altro. "Ho passato una buona ora e mezza li' dentro e non ho visto ne' armi, ne' bastoni, ne' altro che ho visto nei filmati degli scontri in quei giorni". Veniamo a esaminare le risultanze dell'istruttoria sull'ingresso della polizia. Abbiamo acquisito piu' di qualcosa: oggi non solo siamo in grado di vedere con filmati l'ingresso da diverse angolazioni e con diversi colori, filmati che utilizzano intensificatori di luce notturna e altri no, ma possiamo determinare la cronologia di questi eventi, e lo possiamo fare grazie a un prezioso contributo delle parti civili con una consulenza depositata, determinando un punto zero della cronologia di quella sera, grazie ad alcune telefonate del rep 199 e che sono state usate dalla polizia giudiziaria durante le indagini per determinare un orario di quelle immagini. Mi soffermo un attimo perche' la cronologia e' importante per capire la collocazione temporale e la durata delle vicende, l'orario della presenza degli imputati e di persone che hanno detto di essere arrivati a situazione congelata. Si e' sentito l'ufficiale di pg che coadiuvava le indagini e spiego' come aveva collocato tale telefonata nei tabulati, con tre orari plausibili che vennero ridotti a una per una seconda telefonata sullo sfondo in cui era identificato un altro testimone di questo processo, Alagna Giovanni della digos di genova. Parliamo di orari relativi perche' anche il tabulato wind e' un orario relativo. Questo ci ha consentito di dire che quella scena si svolgeva alle 00:43 e partendo da questa si e' posizionato tutto il materiale filmato scegliendo le sequenze dei filmati che potevano essere incrociati per la presenza di eventi, situazioni o persone che venivano inquadrati e incrociando tutto questo con chiamate telefoniche e radio. Abbiamo molti parametri che ci hanno consentito di ricostruire una cronologia completa, e rispetto al punto zero possiamo determinare gli scarti di orario in termini di minuti e secondi. Questa e' una circostanza che e' stata acquisita perche' consente di apprezzare la dimensione temporale, per capire anche le dinamiche: alcune cose possono succedere solo in 30 minuti e non certo in 5 secondi. In base a questi elementi possiamo determinare l'orario di ingresso della polizia: lo sfondamento del cancello del cortile con un mezzo del reparto mobile puo' essere collocato alle 23:59:17, un orario compatibile con cio' che riferiscono i principali testimoni, cioe' che l'irruzione avveniva intorno a mezzanotte. Quanto passa dallo sfondamento del cancello all'apertura della prima anta del portone centrale? 58 secondi. L'ingresso nell'edificio vede sicuramente l'apertura del portone centrale e poi della apertura a sinistra, osservabile dai filmati fatti dalla scuola pascoli, filmati giunti in procura perche' ripresi da un testimone che si era nascosto sul tetto della pascoli, e gli altri presi da un reperto che fu acquisito e non squestrato in pascoli da alcuni operatori digos e di cui parleremo piu' avanti. Mostra l'ingresso del primo operativo che indossa una uniforme che possa chiaramente essere ricondotta al vii nucleo dato che non ha alcuna macchia bianca che spezzi la divisa. Si nota anche nell'apertura di questo portone la necessita' di scavalcare una panchina, posta tra il portone e la porta antipanico dietro di esso. Molti degli occupanti della scuola hanno potuto descrivere quanto e' avvenuto appena entrata la polizia, prendiamo come esempio il gruppo degli spagnoli che era nell'atrio: hanno riferito del posizionamento di questa panchina e di sedie forse davanti al portone nel momento in cui si era avuta contezza dell'arrivo della polizia nell'edificio. Questa attivita' di posizionamento di mobilia viene contestata da molti che sono presenti, ma viene cmq posta in essere da una persona che non e' stata identificata, anche se una persona offesa sentita ci ha riferito alcune circostanze sulla possibile identificazione di questa persona. Poi c'e' la fuga. Chi parla del barricamento? MFR, BR, NC. Questa attivita' in concreto non ha determinato un eccessivo rallentamento dell'azione ed e' preceduta, lo sfondamneto del portone che avverrebbe con tre colpi, e' preceduta da un'altra attivita' posta in essere dai poliziotti, ovvero la rottura di alcuni vetri al piano terra delle finestre. Non sembra avere alcun significato, apparentemente, ma forse invece ce l'ha, dato che la finestra aveva delle barre: il significato e' quello di preannunciare qualcosa che sta per succedere, si rompe come segno di aggressivita' manifesto e coem tale viene interpretato da molti testimoni che stavano all'interno. Cosa succede poi? La barricata viene superata, la panchina viene spostata, sulla rottura di vetri e sul timore che questa incute depongono diversi testimoni sentiti, ho detto prima che il teste P. ha raccontato di aver poi saputo a berlino che era forse stato un tedesco a mettere questa panchina che pero' non e' stato arrestato. Il terrore si diffonde nella palestra, perche' il rumore e le urla fanno presagire il resto. Nonostante questo ci sono scelte diverse: alcuni si metotno con le mani alzate in segno di resa; altri stanno dormendo come guadagnucci; altri prendono la via delle scale e salgono al primo piano dove esistevano gia' alcune aule che erano state adibite da alcuni a ricovero notturno perche' la palestra era piena. Quando il portone viene rotto e abbiamo una immagine in zoom, possiamo osservare delle uniformi. Il primo che fa ingresso lo abbiamo visto prima, e' largamente dibattutto l'esame delle divise delle persone che si ammassano davanti a quel portone. Possiamo fare un conto molto approssimativo: si contano una decina di caschi diversi tra una quarantina di operanti. Si vede qualcuno che entra e che ha uniforme diversa da quella del vii nucleo. Quello che si nota anche dall'esame delle immagini e' che la luce che proviene dall'interno e' una luce che consente una visibilita' ampia all'ingresso, mentre nella relazione del comandante del reparto si apprende che gli occupanti avevano provveduto a spegnere le luci, ma non c'e' neanche bisogno di discutere questa affermazione palesemente smentita. Molti parlano delle condizioni di luci nella palestra che ricordano essere paragonabile a quella di luci di emergenza. Forse non c'erano luci piene ma quanto si vede consente di apprezzare anche le condizioni di luce. Le dichiarazioni consentono di documentare per ogni singolo piano la posizione e il comportamento degli arrestati. Sulla scorta di queste versioni che si presentano assolutamente raffrontabili e concordanti anche con documenti filmati e fotografici, e utilizzando le dichiarazioni di imputati che non si sono sottoposti ad esame, e' possibnile ricostruire i movimenti delle varie squadre nella scuola. L'ingresso dal portone laterale avviene circa 50 seondi dopo lo sfondamento della prima portone. Ricostruiamo le vittime: i cittadini spagnoli sono 11 e si trovano nell'atrio, con gli zaini sulla parete di fondo della palestra; i cittadini turchi, due, sono sul fondo della palestra sulla sx; a fianco a loro c'e' VG; poi ci sono i cittadini statunitensi, dietro un muretto; BV, SG, GL; CA si e' sistemato sulla destra entrando subito prima del muretto; HJ e' dietro il secondo pilastro; SR e TE sono all'angolo a destra vicino all'ultimo calorifero; DPA si rifugia nella toilette insieme a AT. Altri occupanti si trovavano qui e udito il trambusto si portano ai piani superiori o addirittura verso l'esterno: MC e HF sono bloccati sul pianerottolo che e' in cima alla prima rampa di scale mentre tentano di uscire dalla finestra; GM si ferma davanti all'aula magna; SM e PJ sono davanti alla segreteria al primo piano; numerosi sono i tedeschi al primo piano che decidono di attendere con atteggiamento di resa la polizia, alcuni addirittura riferiscono che tale situazione viene concordata, GM riferisce di un accordo esplicito ma potrebbe anche essere stato un comportmaento spontaneo. Sono molti gli occupanti al primo piano, perche' non c'e' solo il corridoio sul cortile, ma anche un corridoio sulla sinistra. Ci sono VUM e ZG, e altri 3 che dopo che hanno tentato di allontanarsi dalle impalcature; sono li BF, LN, CB, MQ, BJ, ??; GM passa dalle impalcature e si nasconde in un aula. WK si nasconde in un riposteglio. Altri tre vicino all'ingresso delle scale. Poco piu' indietro le quattro svedesi. Altri tedeschi (tre) sono sul lato destro del corridoio vicino a un calorifero; altri due sono a sinistra dell'accesso delle scale; HMT sul lato destro vicino al lab fisica; altri due e una svizzera italiana si nascondo nei bagni; altri due si fermano di fronte al lab fisica. Un altro gruppo di cittadini tedeschi (circa dieci) che hanno al loro interno le persone piu' seriamente colpite si trovano nel corridoio lungo di fronte al lab di informatica. BG e LS sono di fornte a quello di linguistica. Altri arrivano ai piani piu' alti: BB al secondo piano insieme a PR e GMM che si nasconde nell'aula docenti, MR DN GJ SZ. Al terzo piano ci sono i canadesi (2) e infine BM, BGS fuggono verso il quarto piano e si nascondono in un bagno, mentre PF WD e M si nascondono in un aula, mentre MN e ZL si nascondono in un ripostiglio, e WL che cerca di arrivare al tetto. Altri riesocno ad allontanarsi e vengono arrestati fuori (sono quattro o cinque). Ma nel verbale di arresto non si cita questa vicenda. NOn e' che il loro arresto sia avvenuto per caso: c'era una attivita' di ricerca e c'erano segnalazione di cittadini. JE e JL fanno parte del gruppo che si trova in una serra, come descritto anche da SJ che invece e' su un muretto nascosto, da cui vengono tirati fuori non cosi' pacificamente: la serra viene rotta, vengono tirati fuori, manganellati, picchiati duramente. [...] E la circostanza e' confermata da testimoni terzi e da filmati dove si vede JE con la maglietta rossa. [...] La vicenda di JE e' un po' particolare perche' lui fu interrogato e gli fu contestato che essendo di questo reperto dove egli pronunciava il suo nome sembravano diverse le circostanze di arresto rispetto a quelle della sua denuncia: ha fornito una spiegazione, dicendo che nella denuncia non voleva ammettere di essere scappato. Piu' difficile e' comprensibile che nei verbali di arresto non si dia atto che l'arresto sia avvenuto con diverse modalita'. Ma non e' una novita' dato che accade anche per MC, SJ, JL. Di MC ha gia' parlato il collega ieri. Il suo martirio e' gia' stato spiegato. Torniamo dentro l'edificio: vediamo cosa succede agli spagnoli. Come si comportano gli spagnoli e tutti coloro che sono al piano terra? Si mettono al centro della palestra, qualcuno si alza e cerca di dissuadere chi sta mettendo la panchina dal farlo, si mettono insieme e si mettono in ginocchio e intonano quasi una invocazione "non violenza". Questo e' un comportamento visibile a tutti quelli che sono li' e che e' stato testimoniato da tutti. Verso questo gruppo di persone si dirigono i primi poliziotti veri. La prima cosa che fanno e' che gli tirano addosso la mobilia che trovano vicino alla porta e nella palestra. Poi cominciano a colpire. Subito dopo i primi entrano altri poliziotti, si spargono per la sala e cominciano a colpire. Colpi di manganello, calci, in pochi istanti tutto il locale e' pieno di poliziotti che vengono descritti tutti nello stesso atteggiamento: un pestaggio. [cita le testimonianze]. Le descrizioni di questi poliziotti entrati per primi e i filmati inducono a ritenere che ci fosse certamente personale del vii nucleo. certo e' che in un secondo tempo viene riconosciuta e attestata la presenza di poliziotti di altri reparti, in borghese e con pettorina. Singole testimonianze sono molto dettagliate e riferiscono di violenze contro persone gia' ferite. Guadagnucci fa una dichiarazione estremamente precisa e genuina, nel suo relativizzare quanto puo' riferire. Il tribunale chiede che cosa intende per divisa scura e lui risponde: "ricordo divise scuro, senza inserti di altri colori, come se fosse un tutto unico in tinta". Anche SG fornisce informazioni sull'equipaggiamento: oltre a descrivere l'azione lesiva [...] parla dell'uniforme che indossavano gli agenti: "tute a due pezzi blu, caschi pesanti, e con un tonfa impugnato alla rovescia". Riconosce la fotografia a97 fra tutte quelle che le vengono mostrate SV e FMP indicando i manganelli usati contro di loro. [...] Certamente vi sono descrizioni di condotte di poliziotti diversamente vestiti su persone gia' ferite. GUadagnucci: "dopo il pestaggio dei primi due agenti, si e' avvicinato un terzo poliziotto con la camicia bianca e un corpetto senza maniche, si e' portato verso di me, questo agente colpiva persone che avevano gia' subito il pestaggio, di fronte a me, vedevo che colpiva alcune di queste persone, poi si e' diretto verso di me, questa persona si e' messa di lato, io ero seduto e in quel momento perdevo sangue e le braccia erano gonfie, e ha cominciato a colpirmi con un manganello sulla schiena, io ho dovuto abbassarmi e potevo solo tentare di riparare la nuca, mi ha colpito sulla schiena e sui fianchi". E ha documentato il tutto con foto, e anche lui e' rimasto stupito di una cicatrice che ha avuto sotto l'ascella, un segno circolare come un marchio elettrico, e che lui non sa come sia avvenuto. Ancora successivamente viene riferito da testi che sono in palestra la presenza di personale in borghese e in giacca e cravatta, in apparenza in posizione di comando. Taluno riferisce che violenze da parte di agenti avvengono anche in quel contesto: BV ha premesso che "non e' esattamente cosi', sono entrati dopo il pestaggio in palestra, ma venivano trascinate giu' persone dagli altri piani e i poliziotti continuavano ad accanirsi e i funzionari erano in palestra; mi ricordo il fatto che mentre questi picchiavano si sono girati dall'altra parte, come a chiudere un occhio; vorrei aggiungere anche che a questo punto alcuni degli agenti con la pettorina dicevano di calmarsi agli altri". Su queste circostanze che sembrano dettagli bisogna confrontare le dichiarazioni come TE, la persona identificata come un collaboratore della polizia, dato che fa da intermediario a un certo punto, quando ci sono da soccorrere i feriti. "Siamo stati raggruppati e fatti mettere per terra, qualcuno e' stato insultato e qualcuno manganellato perche' non stava nella posizione voluta". La descrizione coincide con le dichiarazioni della cittadina canadese SW. [...] Sono importanti queste circostanze. Viene riferita costantemente l'urlare di minacce, insulti e ingiurie mentre i pestaggi avvengono. Le frasi vengono riferite sia da stranieri che da italiani. Vengono pronunciate anche a situazione avanzata, e provengono anche da persone che vengono descritte come funzionari. BV riconosce i funzionari: "li ho visti passare tra queste due pareti che non arrivavano al soffitto, li ho visti rimanere li', e uno ci ha detto 'bambini cattivi', con un giubbino chiaro, un po' calvo, con gli occhiali; poi ricordo anche uno con gli occhi azzurri e gli occhiali [Luperi] che ho poi riconosciuto nel fare una dichiarazione in tv". L'insulto piu' costante e' quello di "bastardi", mentre gli arrestati italiani riportano frasi come "nessuno sa che siete qui vi ammazzeremo tutti". Lo riferisce ad esempio GS. "Adesso piangete, ma ieri pensavate di essere forte" [...] [cita altri testi che riferiscono le medesime parole]. [Corini e Di Bugno ironizzano a mezza voce, salutandosi affettuosamente con le inviate dell'ansa e della stampa, sic!]. [...] Voglio ricordare che il risultato di questa prima azione di bonifica e' consistente: AC lesioni gravi con durata superiore ai 40 gg, frattura del terzo distale dell'ulna, frattura del secondo distale perone dx, contusione epatica, fratture costali multiple; DM lesioni gravi con durata superiore ai 40 gg per frattura ulna sx; FM trauma cranico, ferita lacero contusa occipitale, fratture; GS trauma cranico contusione e crisi; GL frattura scafoide, ferite lacero contuse su braccia e gambe. E' interessante che molte di queste lesioni hanno dei prolungamenti in sede di referti successivi al primo in ospedale che sono chiaramente sottostimati: 7 giorni per ferite lacero contuse e plurime contusioni tante quante per una contusione alla mano di un poliziotto del vii nucleo... [...] Abbiamo un compendio di lesioni gravi che non si ferma qua. [...] Ho dato l'elenco solo delle lesioni gravi, ma policontusioni, traumi cranici, fratture, teste e braccia rotte. Questa e' la prima bonifica. Andiamo al primo piano. Al primo piano ci sono piu' persone che in palestra. La tempistica e' importante perche' all'azione di messa in sicurezza procedono un aparte del primo contingente, mentre una parte delle persone che entrano in successione vanno ai piani superiori. Sicuramente chi entra dal portone laterale si dirige subito ai piani superiori. E li' c'e' una presenza piu' cospicua di persone di altri reparti. Le modalita' del primo piano sembrano in assoluta consonanza con la dinamica della palestra. Abbiamo dei testi che hanno descritto e che lo hanno fatto anche in controesame spiegando la propria coerenza interna nell'attribuire particolari o nel riconoscere di non aver rilevato altri particolari, ma che sono concordi nel ricostruire la dinamica del primo piano. Al sopraggiungere della polizia dalle scale, svolta l'angolo e c'e' il caposcala: da una parte c'e' il corridoio lungo con una ventina di cittadini tedeschi, e dall'altra parte un lato corto dove si distribuiscono altri cittadini tedeschi, inglesi in un'aula. Appena svoltato l'angolo c'e' un ambiente angusto, meno illuminato della palestra, nel senso che i testimoni sono concordi nel riferire di non ricordare luci accese ma una discreta luminosita' che proveniva dall'esterno. C'e' la situazione descritta da GM, uno dei testi che ha fornito maggiori dettagli, sentito come testimone normale perche' riusci' a sottrarsi all'arresto uscendo insieme ad alcuni infermieri e si e' fatto curare nella pascoli, una persona che svolge normale attivita' lavorativa con un bagaglio piuttosto consistente che lascera' li' per andare via da quella situazione allucinante e che dira' di aver fatto riprese filmate nel momento immediatamente successive al pestaggio, per documentare. E le ha documentate ma la telecamera viene sequestrata, con una cassetta, che sparisce nei successivi momenti dell'indagine. Pazienza. Pazienza dico perche' ci siamo abituati a molti documenti filmati, ma quello che racconta GM e' meglio di un filmato e corrisponde a quello che descrivono altri. Lui ce l'ha messa tutta a darci una prova, la prova c'era, ma e' sparita, ma lui cerca di darci la stessa prova a voce, e dice le stesse cose che dice subito dopo, nell'immediatezza in una intervista alla pascoli. "Non c'era da fuggire, ho sentito una persona che ha detto di buttarsi a terra, io ho pensato che fosse una buona idea. Eravamo a terra in sottomissione, ma poi e' stato l'arbitrio piu' totale. La polizia ha attaccato con violenza la prima persona nel corridoio, poi la seconda, poi venivano verso di me, picchiavano tutti uno dopo l'altro. Io sono ebreo, mi e's tato raccontato come sopravvivere all'arbitrio. Guardavo la situazione e pensavo: devo sopravvivere. Vedevo colpire piu' volte teste inermi, ho visto tagli da tutte le parti, ho visto sangue. Venivano verso di me e ho pensato a proteggere la testa. Meno male. [...]" A domanda dle pm "non si sono mai fermati, stavano ancora picchiando e sentivo gridare gente di smetterla, e mi dicevano silenzio lei e' inj stato di fermo". [...] "fisicamente non hanno mai smesso di picchiare, venivano picchiati tutti piu' volte". GM descrive la dinamica di un passaggio da parte di piu' operanti che pestano in modo scientifico le persone per terra. La stessa descrizione la troviamo in AT. [cita]. Ricordiamo che a questo piano c'e' anche la lesione di MJ che e' quella che fa invocare "basta basta" al funzionario Fournier. Si teme che sia in precoma. Ha una lesione grave a livello cranico, in un lago di sangue. Vediamo come viene descritto il pestaggio di MJ, e' una situazione che quella della palestra sembrava solo un annuncio. MJ non puo' dire niente del suo pestaggio perche' sviene subito. Ne riferisce SS nella rogatoria, ma anche KAJ che perde quattro denti in questa circostanza, e PJ le cui dichiarazioni sono acquisite in rogatoria. SS: "potei osservare come ricevette dai poliziotti diversi colpi in testa e calci sul corpo; M. non era piu' cosciente, cerco' di alzarsi lentamente e due la colpirono fino a farla crollare; aveva gli occhi spalancati ma ribaltati e aveva contrazioni spastiche; la continuavano a prendere a calci e la sua testa ha colpito un armadio in corridoio". "dopo circa dieci minuti ho visto un poliziotto che urlo' diverse volte basta e poi disse qualcosa. i poliziotti smisero di picchiarci e uscirono. rimase di fianco a M. la tocco' con la punta dello stivale e disse di chiamare un'ambulanza". ANche GM parla della parola basta, ma dice che non si sono fermati subito. "Si sono fermati come quando levi un giocattolo a un bambino, che qualche colpo gli scappa anche dopo l'ordine di smettere". KAJ deve interrompere l'esame perche' si mette a piangere durante l'esame: "io ho due quadri forti, nel secondo e' a terra con molto sangue, due o tre poliziotti la colpivano con claci sulla pancia, la sua testa sbatteva contro un armadio, e non reagiva, e io pensavo che fosse morta". [Di Bugno e Corini continuano a ironizzare sui banchi in fondo; Biondi e Zunino fanno battute da portuali sul primo banco]. [finalmente il presidente interviene richiamando a un rispettoso silenzio in aula]. Le lesioni craniche lacero contuse al primo piano sono numerose: MJ, AT, CB, SS, KAJ, BG, CM, GI, HJ, CJ, RU, SS, HS, ecc. In realta' poi una situazione simile si svolge anche nell'aula dove si sono rifugiati gli inglesi MQ e BW: entrano dalla finestra, i poliziotti entrano con la torcia, uno di loro si alza con le mani levate, vengono aggrediti con furia, uno cade sull'altro e si prende doppia razione in vece dell'altro. Fratture multiple, e altro. E un gesto di disprezzo, cosi' raccontato, ci sono dei telai di finestre, li prendono e glieli scagliano addosso. E non e' un caso che venga descritto non come violenza ma come gesto di disprezzo. [...] I colpi continuano quando le persone vengono portate giu' al piano terra, sulle scale. Senza sosta. I racconti delle vittime sono terrificanti, sono stati resi in maniera assolutamente genuina in sede dibattimentale, sono state analizzati tutti gli aspetti del loro racconto, le divise, le uniformi, le difformita', io non sto qui ad annoiare con citazioni che noi tutti possiamo verificare sugli atti. Il quadro che ne emerge e' che molti descrivono le uniformi del vii nucleo, nessuno di questi anche quando ha visto foto in rogatoria di divise del reparto mobile hanno sempre riconosciuto l'uniforme ma senza la cintura bianca. [...] Tutti riferiscono dell'uso del tonfa, che e' in uso tra le forze tedesche, mentre da noi era sperimentale. E tutti descrivono l'uso di questo strumento anche con modalita' non ortodosse e che anche il comandante Fournier ci ha detto che non sono assolutamente idonee. Fournier ci ha detto che se e' impugnato al contrario "spacca le ossa di un bue". Sappiamo che e' stato usato in questo modo e di fratture ne abbiamo. Una dotazione che deve essere usata in un certo modo, ma purtroppo alla scuola Diaz ha funzionato diversamente. Purtroppo bisogna dire che questo la nostra indagine lo ha sempre accertato il comportamento lesivo posto in essere da queste persone non ha visto come protagonisti solo membri del vii nucleo, e' un risultato a cui si e' gia' pervenuti nelle indagini preliminari, perche' e' indubitabile che ci siano persone di altri reparti mobili anche di roma, ma non solo, agenti in pettorina delle squadre mobili, agenti del nucleo prevenzione crimine, e nel corso delle indagini gia' da subito i riferimenti a condotte lesive poste in essere dai capi squadra sono attribuite ad altri reparti, ovviamente. Non vi e' dubbio che anche appartenenti di altri reparti abbiano condotto azioni lesive. Sono visibili nei filmati scorrere i corridoi insieme al settimo nucleo pettorine, ma non e' che questo diminuisca le responsabilita' contestate. Crea certamente una situazione in cui bisogna valutare veramente quali fossero gli obiettivi della messa in sicurezza, forse bisognava neutralizzare gli occupanti, in senso fisico. Ci sono 79 lesioni su 93 arresti, alcune delle quali si verificano all'esterno. Anche nei piani superiori al primo si sono rifugiati altri occupanti, in misura inferiore ai piani gia' analizzati: al secondo piano sono sei (BB, PR, DN, MR, G, ZS). La situazione non e' che migliora. Andiamo a guardare le loro dichiarazioni e anche la DN e' costretta a interrompere l'esame per riprendersi. Ci sono particolari in piu', perche' e' dover dire che a queste condotte lesive si accompagnano non solo insulti, ma anche gesti di disprezzo, come il taglio di capelli, che e' una circostanza che ci suona familiare perche' citata nel processo di bolzaneto, ma il taglio di capelli che e' inequivocabilmente la sottrazione di un trofeo in segno di umiliazione estrema, viene riferito da persone di nazionalita' diversa presenti a questo piano. DN: "quando abbiamo visto la ps ci siamo sdraiati per terra, e' venuta lungo il corriodoio e hanno cominciato a picchiarci. MR era sdraiato su di me e si prendeva le botte, ma alcune botte mi raggiungevano. Sentivo che altri venivano picchiati, chiedevano ai ps di fermarsi. Siamos tati picchiati da uno, e poi da altri, e da altri. penso ce ne fossero sei all'inizio, poi ne sono arrivati altri. erano molto aggressivi sembrava che ci odiassero, a un certo punto ci e' stato detto di alzarci, non so come, ci siamo alzati e c'erano altre persone nel corriodio. ho visto un ps con un coltello in mano che ha tagliato i capelli a una persona, poi e' venuta verso di me e mi ha tagliato anche una ciocca dei capelli, poi e' venuto un altro poliziotto e mi ha accarezzato come a dire poverina o qualcosa del genere". Questo e' un dettaglio che ci fa rilevare il clima. Se vediamo cosa succede a MC sulle scale che cerca di fuggire insieme ad HF, dopo essere stato pestato pensa gli siano stati strappati i capelli, e c'e' una foto della ciocca di capelli sulle scale. Un altro testimone dichiara la stessa scena di DN, presente sullo stesso piano. I referti vanno da 30gg (PR), per fratture e contusioni, trauma cranico (BB), lesioni gravi per la DN, trauma cranico per G. AL terzo piano ci sono solo i due canadesi SW e C., non hanno sorte diversa ma le lesioni a loro inferte non sono cosi' gravi, ma sono sempre trauma cranici, quindi diciamo che non sono gravi in relazione al massacro che abbiamo sentito. Il gruppo piu' sparuto sono quelli che si rifugiano al quarto piano, dove c'e' una situaizone di gente che si chiude in bagno (BM e BGS) o in stanzini (NM e ZL) o in aule (PF, PM, WD). Al quarto piano abbiamo una situazione di fratture craniche come il caso di BW che perde conoscenza e non ci puo' dire nulla. In rogatoria dice che non puo' neanche dire chi lo abbia colpito. BGS e BM hanno una vicenda particolare, perche' BGS viene colpita e manganellata a braccia, gambe, spalle, testa, come anche BM, pero' in qualche modo c'e' un poliziotto che la prende, la protegge e la porta giu'. Questa e' una situazione che viene riferita anche da uno dei capisquadra, che dice di aver accompagnato ai piani inferiori, con la particolarita' che gli altri che vengono descritti dal caposquadra sono poliziotti di altri reparti, mentre BGS non fa distinzioni dalle divise, e che anzi lei ha pensato che fosse uno dei capi. Al quarto piano abbiamo una vicenda allucinante che e' quella che riguarda NM e ZL, entrambi picchiati in modo tale da riportare lesioni gravi: NM calci e manganellate, nonche' il getto di un estintore; ZL viene a subire una sorte che e' paragonabile per l'intensita' e per la ferocia a quella della MJ ma lei viene trascinata per i capelli dal quarto piano fino al terzo, come ha descritto anche qualcuno dei poliziotti, oltre che da altri testimoni. ZL viene colpita in un modo che a leggerlo sembra incredibile, ma se confrontato con le lesioni si rende conto che invece non e' incredibile ma e' avvenuto davvero: fratture, perdita del 30% della capacita' polmonare, perdita di parte della mobilita' del braccio. Io mi chiedo cosa volessero fare. ZL fa un racconto molto lungo, e' dettagliatissimo, e lei descrive una azione che viene condotta con reiterazione di colpi, fasi in cui e' sollevata, sbattuta al muro, colpita aterra, trascinata per i capelli, descrive particolari che sono riscontrati da altre testimonianze. Ma la vicenda della ZL e' allucinante per questa progressione senza sosta fino a che non viene sbattuta dopo aver sentito che le si rompevano le braccia, le costole, contro i ganci appendi abiti nei corridoi, poi l'hanno presa a ginocchiate in mezzo alle gambe, l'hanno lanciata giu' dalle scale, trascinata dai ps, colpita spinta a calci. [...] ALla fine ZL viene sbattuta accanto a due persone, parla in inglese e chiede loro se sono vive o morte. Sente la polizia che scende le scale, le gambe avevano contrazioni spastiche, passa accanto a lei, qualcuno si leva la bandana e le sputa addosso. Purtroppo non e' incredibile. Purtroppo tutto quello che sei anni fa ci hanno raccontato le persone, non e' incredibile, anche se noi su qualcosa stentavamo a crederci. "Avevano una divisa, con il casco, i pantaloni grigi e imbottiti, foulard, e cinture scure". Tutti. [...] Questo e' un quadro molto sintetico, perche' abbiamo sentito una sessantina di queste persone. Vorrei vedere se dobbiamo discutere dei criteri che erano stati prima indicati ai quali bisogna sottoporre anche queste dichiarazioni. Sono gli stessi criteri che noi usiamo da anni, la possibilita' di dimostrare oggettivamente l'evento lesivo, la coerenza logica, i riscontri esterni, l'assenza di contraddizioni, tenuto conto delle condizioni delle dichiarazioni, l'impossiblita' di ricostruzioni alternative. [...] Un primo elemento ovvio ed evidente davanti agli occhi di tutto sono la provenienza di dichiarazioni che concordano nel riferire determinate circostanze da persone che provengono da ambienti diversi, con eterogeneita' di estrazione sociale, di lingua parlata. Lo stesso elemento che insensatamente viene evidenziato nel verbale di arresto come uno degli elementi di prova dell'associazione a delinquere. [...] Certamente c'e' da valutare anche lo sforzo segnalato nella maggioranza delle dichiarazioni assunte di mantenere il racconto nei limiti dell'obiettivita', facendo riferimento solo a quanto sono sicuri di poter affermare e a quanto direttamente percepito, e questo appartiene alle modalita' del racconto e della deposizione. Esemplari sotto questo profilo sono le dichiarazioni di molti testimoni. [...] I racconti delle persone in palestra sono assistiti dal riscontro reciproco delle circostanze. [...] Cosi' come le particolarita' di certe aggressioni, il fatto che non riferiscano di cose di cui non avevano visibilita' in relazione alla loro posizione. La concordanza e' su elmeenti essenziali, come l'assoluta assenza di atteggiamenti che anche solo si potessero prestare all'interpretazione di una volonta' aggressiva. E questo e' attestato dalla localizzazione delle ferite, nei luoghi che sono esposti quando uno si protegge. [...] E nessuna rilevante incoerenza puo' presumersi sulla circostanza dei mezzi di coazione usati o delle uniformi. [...] Ma ci sono circostanze che sono esterne alle lesioni ma che possono avere efficacia suggestiva, perche' qualcuno di questi testimoni ha parlato di cose strane. Ad es gli spagnoli hanno parlato di mazze da baseball portate nela palestra, e ricordiamo allora la strana lesione di PGL. POi anche la svedese al primo piano nella palestra nota le mazze da baseball. Era un particolare che non riuscivamo a inquadrare, e ritenevamo che potesse essere un asse o un manico di piccone di quelli sequestrati, o aver confuso un manganello con una mazza da baseball, e cmq era rimasto li' come un elemento senza spiegazione, ed era poco credibile che si trattasse di materiale fuori ordinanza perche' non ne avevamo evidenza. Devo anche dire che le persone che avevano parlato di mazze da baseball non avevano riconosciuto oggetti tra il materiale sequestrato. Poi ci siamo trovati di fronte a immagini filmate che ci fanno vedere cose molto simili a quelli descritti. Reperti visti molte volte e spesso piu' uno guarda e meno vede, per un processo automatico. Il reperto 234 nella versione completa e che dall'orario del timecode dal 23.27.13 al 23.27.26, orario sballato rispetto a quello reale di circa un'ora e un minuto, ove si vede un agente in borghese mentre deposita in un cofano due oggetti che sembrano mazze da baseball. Se si rallenta le immagini io mi sono convinto di aver visto la rastrematura. E' curioso perche' l'agente porta ste cose da via battisti, le posa in un cofano e se ne va. Ma qualcuno degli spagnoli ci ha riferito una cosa che richiama delle immagini che si vedono in un filmato. Nessuno di quelli che hanno parlato di mazze da baseball ha detto che sono state usate per picchiare. Noi non sappiamo se quei bastoni nel cofano sono le mazze, ma tante cose che sembravano incredibili si sono rilevate credibili e si sono verificate, tante cose si sono poi ritrovate nelle immagini, riscontrando alcune dichiaraiozni che noi pensavamo incredibili. E' evidente che questo reperto filmato le persone che hanno deposto non avevano conoscenza, dato che e' stato assunto dopo le loro dichiarazioni. Ma vediamo altri riscontri: possiamo fare riferimento a criteri di valutazione logica, ci troviamo di fronte a situazioni di gravi lesioni inferte a persone che il tribunale ha potuto vedere, ed e' stato importante, cosa potevano aver fatto per meritare quel trattamento, quale piccone potevano aver sollevato quelle persone che forse non ce la fanno neanche a sollevarlo, per meritare una reazione di quel tipo da parte della polizia. [...] Nessuno degli imputati e dei testimoni a difesa ha potuto specificare condotte di singole persone arrestate. A nessuno hanno potuto attribuire il possesso di una sola delle armi improprie sequestrate. [...] E in realta' nessuno ci ha dato una prova del luogo in cui queste cose sono state trovate. Molte ci dicono di non aver mai visto quella roba. Non c'erano sicuramente in palestra, non c'erano in corridoio, al primo piano, nelle aule. Perche' dove stavano? Ce lo ha detto il testimone Gaburri riferendo che le attrezzature di cantiere erano chiuse nel sottoscala con una porta con lucchetto e catena. C'e' uno dei capi squadra che fanno relazione dopo l'ingresso, nella fase in cui il comandante ritiene opportuno che il nucleo prende una posizione anche di fronte all'inchiesta amministrativa, anche se Micalizio le respinge perche' gli sembravano un po' fatte a tavolino. Ma in una di queste relazioni si dice "perlustravo gli ambienti, la palestra, e c'era la porta del sottoscala con catena e lucchetto, poi so dopo che l'hanno aperta". Ma veniamo di nuovo alle situazioni che hanno riguardato la messa in sicurezza. Il compendio delle dichiarazioni assume una validita' di prova per la sicura non comunicazione tra molti dei testimoni. GM non ha nulla a che fare con altri al primo piano, ma conferma la stessa modalita' di azione da parte dei poliziotti. [...] Io posso indicare altre situaizoni che costituiscono riscontro incrociato, se si vuole. Una delle circostanze che molti riferiscono e' l'intervento del "basta basta" che pone fine per alcuni in modo piu' immediato, per altri un po' piu' sfumato, il gesto del levarsi il casco, e questa circostanza e' riferita sia dal comandante che dai testimoni. E quando gli si chiede se il basta sia gridato da chi picchiava o da altri le risposte offrono merito alla genuinita' delle testimonianze: c'e' chi dice che non potrebbe dirlo che con il casco sono tutte uguali, come AKJ; c'e' chi dice che arriva dal fondo del corridoio; altri che era nel corridoio. TUtti concordano sull'elemento essenziale, cioe' sull'intervento. [ pausa pranzo ] A: (Cardona) Riprendiamo dal punto dei riscontri e degli incroci delle dichiarazioni. Mi ero fermato dopo aver analizzato in maniera sintetica, perche' farlo in maniera analitica prenderebbe troppo tempo rispetto alle udienze che abbiamo scelto di tenere per la requisitoria, al primo piano. Il primo piano era il luogo dove a un certo punto tutti gli occupanti riferiscono dell'intervento della persona che grida basta, alcuni vedono togliersi il casco e in relazione a questo intervento le condotte poste in essere cessano, piu' o meno immediatamente. E' stato tema delle indagini e ha trovato evoluzione questo tema nelle dichiarazioni rese del dr. Fournier, allora vice comandante del reparto, che nel corso delle indagini aveva fornito una versione di questo episodio particolare. Era una versione che non coincideva nella localizzazione temporale del fatto raccontato rispetto a quelloc he ci riferivano le persone che vi avevano assistito. Mancava un pezzo, quello prima, cioe' la fase precedente che riguarda una condotta scandita in sequenze durata piu' di qualche secondo, ho dimenticato di accennare a un particolare ovvero la cronologia antelitteram costituita dall'orologio di GM rotto alle 00:08, che e' un orario relativo, ma compatibile con la cronologia che abbiamo determinato... Ora mancava il pezzo descritto da GM, da AT, da SS, SS, quei passaggi reiterati prolungati su ciascun ferito, mentre il dr. fournier ci aveva riferito di un accesso immediato tra i primi al primo piano, e gia' nelle successive dichiarazioni da imputato c'e' un cambiamento da "primo" a "tra i primi", era strano che arrivato su al piano la prima cosa che avesse riscontrato fossero ferite causate da qualcuno che non era piu' presente, un comando in inglese che intimava alle persone di mettersi al muro, cosa eseguita con lentezza e fatica, cosa che gli consentiva di accorgersi della situazione, ma alla richiesta reiterata di come e chi poteva aver causato le ferite, lui rispondeva dicendo di non poterlo sapere, perche' qualcun altro prima di lui aveva fatot questo. Noi prendevamo atto del "basta, basta", descritto in quella fase come una sorta di imprecazione, e facevamo riscontrare l'incongruenza che forse era diretto a fermare qualcuno. Io lo dico perche' la nuova versione di fournier e' stata contestata in aula. [...] Io ricordo che la versione della sede dibattimentale e' stata quella che finalmente ha rotto un velo di silenzio di piu' di sei anni, dicendo: "adesso lo dico, l'ho taciuto finora per carita' di patria, ma chi stava tenendo quelle condotte erano due del reparto mobile non del nucleo e due poliziotti in borghese". Le contestazioni che sono state fatte erano tese anche a verificare il percorso di come si arriva a dire certe cose, dato che non e' importante solo arrivare alla verita' ma anche il percorso con cui ci si arriva. E c'e' un'altra circostanza che Fournier ha indicato a conferma di dichiarazioni rese da queste persone, perche' era una circostanza che aveva dell'incredibile per la gratuita' del gesto e per l'umiliazione che comporta: quella del famoso gesto coitale che alcune persone offese descrivono rivolto a una persona ferita per terra sanguinante. Anche quello viene confermato per la prima volta in dibattimento da parte di fournier, e perche' anche questo e' stato taciuto, e se possiamo usare un termine del comandante "per carita' di patria", dato che e' stata anche questa individuata comne una azione infamante, che non si addice a un poliziotto [...] e quindi anche questa per carita' di patria. Naturalmente neanche questo e' commesso da un appartenente al vii nucleo. [...] Non stiamo qui a esplorare le motivazioni umane di determinate scelte, ma ci si deve porre il problema di come poter valutare anche queste nuove dichiarazioni. Perche' la carita' di patria e' forse piu' ampio di qualcosa che potrei definire carita' di reparto, perche' e' difficile pensare che chi ha sentito la propria appartenenza al corpo, pur con le motivazioni piu' nobili, di fedelta' a un organismo che e' il riferimento professionale e che comporta sacrificio nell'adempimento del proprio dovere, non possa provare la stessa sensibilita' quando riferisce la propria versione dei fatti nell'attribuzione di condotte che se non ce lo avesse dette il dr fournier io avrei ritenuto provate. E? un problema molto grosso di coerenza oggettiva. Piu' volte nell'esame del dr. fournier ci si e' spinti a investigare i tempi dell'ingresso e la sua posizione rispetto agli altri. Lui e' entrato dalla porta centrale ed e' stato tra i primi ad entrare nell'edificio. Egli si e' diretto immediatamente verso il primo piano: ha spiegato che la tecnica operativa del reparto quando interviene in un edificio chiuso, circostanza strana ma non nuova, e' che la prima direttiva e' di raggiungere i piani superiori per evitare un rischio agli operatori come lanci o assalti alle spalle. Questo e' quanto dicono anche altri capi reparto che sono andati ai piani superiori, ma era chiaro che bisognava anche assicurare la situazione nei piani inferiroi, dato che in palestra c'e' un intervento immediato, ad esempio. Lui per scelta si e' diretto ai piani, non vede e non riferisce molto su quanto accade in palestra. Certamente chi irrompe dal secondo portone laterale e' piu' naturalmente rivolto alla salita verso le scale, ma siccome fournier entra tra i primi e il portone si apre per primo, [...] se questo e' vero e il tempo lega le nostre azioni il suo arrivo al primo piano e' come lo quantifica lui in una 30ina di secondi. Quanto ci mette una persona in corsa a salire due rampe di scale, per quanto appesantita da equipaggiamento e sempre in condizioni di operativita' e tensione. Forse 30 secondi sono anche tanti. E come si concilia questo con l'oggettivita' dell'avvenimento, con il fatto che le lesioni che FOurnier ha constatato hanno necessitato piu' tempo di questi 30 secondi. Ecco che la sua seconda versione rende merito di questo fatto. Il problema e' chi arriva prima e da dove sono passati questi operatori? E come si concilia con le descrizioni di chi ha subito le lesioni? E con il tipo di lesioni subite? E con l'uso di strumenti piu' efficaci rispetto al manganello ordinario per causare serie fratture ossee? Certo l'imputato dice che le ossa si possono rompere in tanti modi, ma la compatibilita' oggettiva del narrato dei testimoni non esiste un'ipotesi alternativa. Ecco quindi che forse anche questa volta se non e' carita' e' sicuramente impossibilita' di accusare appartenenti al proprio reparto di quanto stava accadendo e forse il coinvolgimento diretto del dr. fournier in quanto stava accadendo, che aveva posizioni di comando e responsabilita'. Il richiamo di elementi giuridici sulla responsabilita' per i reati contestati e' lasciata all'ultima parte della requisitoria, quindi io oggi mi attengo al fatto e la posizione delle persone. Un altro dato di incongruenza e' costituito dal fatto che il dr. fournier ha parlato delle scene viste che avevano per oggetto la responsabilita' di altri reparti o comparti con il proprio comandante il dr. canterini. E allora e' stata rivolta una domanda: ma lei lo sa che una persona e' stata arrestata? Ma avendo avuto notizia di un reato commesso di fronte ai suoi occhi oltre a parlarne con un comandante non ha ritenuto di dovere fare qualcosa, visto che e' un upg? Questo e' un elemento di incoerenza forte, perche' dalla relazione di canterini la circostanza non traspare. E qual e' il suo significato? Possiamo ritenere che la versione di fournier sia valutabile come smentita delle persone offese trovatesi in quel contesto? Credo proprio di no. L'esame della responsabilita' verra' approfondito in un altro momento, ma non sfugge a nessuno che per il suo ruolo il dr. fournier presente in quel piano mentre si svolgono determinate condotte, per quanto ricostruibile dalle sue parole, dai reperti filmati, e dalla cronologia, tanto che sappiamo quando si accendono le luci e quando entrano i funzionari, intorno alle 00:03 o 00:04, con una situazione di bonifica dei piani che e' ancora in corso, con schiere di poliziotti di varie parti che si muovono lungo i corridoi ancora visibili in condotte e gesti compatibili con un atto lesivo, gente che si china repentinamente, di calci dati verso il muro sotto le finestre, non si vedono gli aggrediti solo perche' le finestre sono a un metro da terra, ma uno se ne vede, la famosa scena di coda di cavallo, con una persona tirata per i capelli e un agente in borghese con un bastone in mano. [...] Per aver consentito ad altri di precederlo avrebbe dovuto fare una passeggiata per le scale. [...] E' uno degli elementi che introducono alla lettura delle dichiarazioni di chi e' intervenuto quella sera e verso il 24-27 di luglio 2001 inizia a fare le prime relazioni di servizio che abbiamo prodotto dei capisquadra. Anche li' ci sono una serie di versioni che non si possono ritenere che versioni difensive dato che gia' dalla mattina dopo l'operazione aveva generato reazioni nella stampa, nei politici e un po' ovunque. C'era forte pressione anche a livello di opinione pubblica che ha poi condotto alla necessita' per il nucleo di fornire una propria versione. Le versioni sono contenute nel complesso delle relazioni di servizio, ho accennato che in alcune di queste ci sono delle situazioni che trovano uno speculare riscontro ma contrario rispetto a circostanze dichiarate dai testimoni, e questo l'ho gia' accennato per quanto riguarda per esempio la vicenda di BGS e dell'agente buono [...]. I capisquadra Tucci e Ledoti riferiscono dell'episodio e lo stesso avviene per ZL che ha riconosciuto le uniformi del vii nucleo. [...] Panzieri, che riferisce anche dell'episodio di Nucera, riferisce di un uso dell'estintore contro di lui da parte di un occupante, cosa che invece si riferisce all'episodio NM che e' effettivamente attinto da polvere di estintore, cosa che rende la versione dell'aggredito piu' credibile di quella di Panzieri. Questo per spiegare le versioni difensive. [...] Se abbiamo una situaizone di questo tipo dobbiamo considerare anche le altre vicende relazionate dai capi squadra: e' una sorta di presa di distanza da cio' che e' avvenuto e di difesa del nucleo. Ci sono riferimenti a lanci di oggetti al momento dell'ingresso, condotte lesive all'interno dell'edificio poste in essere da appartenenti ad altri reparti, e poi alcuni ferimenti da parte di personale del nucleo. IN realta' se noi partiamo dall'accertamento della violenza perpetrata che lascia numerosi feriti la maggior parte dei quali tra i manifestanti, e poche eccezioni a questo tipo di sorte, la versione degli operanti dovrebbe rendere conto del perche' era necessario usare la forza contro tutti e 79 i feriti. [...] Un bilancio che non sembra congruo neanche a seguito di una resistenza compatta: non solo bisognerebbe rendere conto di molti dettagli da cui si ricava un dato ovvio che all'occhio di esperti funzionari che fanno ingresso possano non cogliere questo dato di sproporzione numerica enorme, e come sia possibile riscontrare tale situazione dopo l'intervento di reparti addestrati e testati anche psicoattitudinariamente. Si sono svolte delle cose che ha comportato situazioni secondarie spiacevolissime: incapacita' di trattenere gli sfinteri, paura piu' che la volonta' di resistere. Invece e' compatibile con una determinazione e una volonta' di intervenire in modo cruento il corredo di insulti e frasi riferite da vari testimoni che le ffoo usano facendo l'intervento. Queste situazioni non sono compatibili con la descrizione di una resistenza, e nelle relazioni di servizio dei capi squadra non ce n'e' uno che dice che fossero in atto collutazioni, ma riferiscono di azioni lesive da parte di altri appartenenti. Basili attesta di un colpo subito al casco, fuori dalla scuola quando sono entrati gia' una 40ina di doperatori. E c'e' una relazione in particolare che accenna a resistenze, quella di Zaccaria. Qui entriamo nel vivo dell'analisi e non si puo' non partire dalla principale delle relazioni di servizio, quelal di canterini: la prima e' il 21 luglio, insieme all'atto di arresto, la sua genesi e' emersa in dibattimento, e viene fatta dietro richiesta di gratteri di attestare le resistenze avvenute nell'edificio. LA versione di questa relazione e' che seppur in maniera scarna descrive lanci di oggetti dall'alto, in particolare bottiglie, e violente collutazioni per vincere la resistenza degli occupanti, che intanto si erano armati. "La resistenza avveniva al buio; e la situazione era la stessa al primo piano. " E tutto questo nonostante Canterini entri dietro il reparto. [...] Canterini sminuisce la relazione a dibattimento, la chiama "la relazioncina", e pero' poi vedremo a proposito dei falsi con quale significatodebba essere intesa tale relazione. [...] Canterini il 27 luglio produce una seocnda relazione, durante la deposizione, dove la vicenda muta, e quindi lui afferma non di aver visto le collutazoini, ma i segni della collutazione. Conferma di non avere una percezione diretta a dispetto dell'impressione della prima relazione, ma che sono frutto di sensazioni che gli derivano dal parlare con altri. Lo deduceva, intendeva dedurre dalla presenzaz di armi improprie e dalla notizia di feriti il fatto che si fossero verificati episodi di resistenza, confermando di aver attinto le informazioni in modo anonimo e generale. Un po' la totalita' delle relazioni di servizio anche dei capi squadra, coeve alla sua seconda, differisce dalla diretta constatazione di scontri e di resistenza, [...] e in effetti fournier non li ha mai confermati anzi sempre confutati. Come avviene l'ingresso dei capisquadra: dal complesso degli interrogatori la cosa avviene dividendo il reparto in due colonne, una da piazza merani al comando di canterini con tucci, zaccaria, compagnoni e lucaroni; l'altra da via trieste con fournier, di sarro e stranieri e ledoti e Cenni, nonche' Basili. Qui si distinguono i gruppi che entrano in un portone e in un altro: lucaroni, compagnone, cenni, basili. [...] Alcuni hanno confermato di non aver partecipato alal redazione della prima relazione di Canterini. "poi ci mettemmo li' e tutti insieme facemmo la relazione, ci dissero di specificare cosa era successo, era una integrazione che serviva a chiarire, non so". E' chiaro che a un certo punto Canterini ha chiesto ai suoi uomini di scrivere. In queste relazioni si riproduce lo schema di evidenziare gli scontri con persone di altri reparti [...] e di aver trovato altri comparti presenti nella scuola al momento del loro ingresso. [...] [ cita le relazioni dei capi squadra che cercano di scagionarsi e minimizzano gli eventi ] [...] Come avessero fatto ad esservi altri operatori diversi da loro non e' possibile comprenderlo: la porta laterale era ancora chiusa, le porte posteriori non sono mai state aperte, e quindi non si puo' riconoscere fondatezza a questa ricostruzione. C'e' una notazione di compagnone su quanto accade in palestra che e' ancora piu'... "la scena era di tanti sacchi a pelo con tanti colleghi all'interno di tanti reparti, e giravano stavano li', poi ho visto questo vecchietto, e ho visto una marea di colleghi che gli andavano addosso e poi mi hanno l'ordine di andare su, perche' avevamo l'ordine di salire". [...] Nel volgere di un minuto dai filmati si vede che entrano tutti gli operanti a ridosso del portone, e solo sul finire dell'ingresso degli scudieri, gli ultimi, si inizia ad aprire la porta laterale, da cui passano canterini, tucci, lucaroni. [...] Chi entra dal portone laterale e' spinto alla salita ai piani superiori. Ora qui Basili che e' uno degli ultimi che entra dal portone centrale sarebbe stato aggredito nei locali al piano terra da un ignoto che dopo averlo colpito dietro al casco si sarebbe dileguato. "io ho visto mentre entravo dei ragazzi a terra, qualcuno con la pettorina che cercava di immobilizzarli, e ho detto che non servivo e mi sono messo a togliere delle panche o delel travi tra la porta e il cancello, per agevolare e aprire tutto il portone; quando ho tolto un po' sono arrivati altri colleghi, ho visto la gente che andava sopra, ho guardato nel sottoscala, li' e' avvenuto quel fatto che ho ricevuto il colpo dietro". Ora quello che dice Basili cozza con il senso logico della ricostruzione, dato che mentre ammanettano la gente lui viene colpito. [...] Cioe' e' folle. [...] [...] [...] Il complesso delle lesioni del vii nucleo sono lesioni che sono giustificate come urti con colleghi o con le porte durante l'ingresso: lo dice Ilo; Farnese dice la medesima cosa; Liccardo ha un trauma contusivo al dorso della mano destra 8 gg; Ledoti trauma distorsivo al ginocchio 7 gg; trauma contusivo alla parte posteriore del ginocchio; distrazione muscolare alla regione lombare destra; trauma contusiva alla gamba destra; ecc ecc. [distorsioni e contusioni a mani e ginocchia quasi tutti, tipo quando picchi qualcuno e ti fai male.... per esempio...] Le azioni di forza del vii nucleo hanno comportato la rottura di ostacoli fissi come porte a spallate, calci e manate. Tutti i referti sono compatibili con questo tipo di azioni. Qui stiamo confrontando non per durata di prognosi, ma per entita' delle lesioni un gruppo di 79 feriti e un gruppo di 11 operanti per verificare anche la compatibilita' di quanto descritto in relazione alle operazioni condotte. [...] [...] E' evidente che gli uomini del vii nucleo sono entrati per primi insieme ad altri reparti, e hanno proceduto per primi alle operazioni di messa in sicurezza che purtroppo e' consistita spesso in neutralizzazione delle persone. [...] Dicevo che il personale del vii si confonde ed opera con altri reparti come si vede anche dai filmati. Ora questi filmati mi sembra importante ricordare che il rep 189 filmati acquisiti e non sequestrati mostrano un agente del vii nucleo chinato verso il basso al primo piano, poi altri due del vii nucleo che colpiscono qualcuno trasinato al primo piano, poi l'episodio coda di cavallo come anceh nel rep 172, poi c'e' lo scorrere di numerosi agenti al secondo piano almeno tre con cintura bianca e uno con la pettorina, poi c'e' la scena di coda di cavallo e del bastone, poi si nota un agente ocn il casco del vii nucleo che colpisce nella stessa zona, lo stesso o un altro e' ancora li' dopo alcuni secondi in un'altra ripresa. La cronologia che viene attribuita attesterebbe questi episodi tra le 00:03:50 a 00:04:30, dopo che e' stato possibile visionare l'ingresso di Luperi e Gratteri nella palestra. Io credo che questo sia in estrema sintesi rispetto a quelloc he volevamo analizzare e che verra' maggiormente dettagliato nella memoria, che fa ritenere provata la realta' dei fatti cosi' come dipinta dalle persone offese, rispetto alla parziale visione in ottica difensiva delle versioni nelle relazioni di servizio e nelle dichiarazioni degli imputati. La realta' e' che non una delle supposte condotte di resistenza, sia pure genericamente descritta, ha trovato riscontro nel sul piano effettuale ne' sul piano logico. Da una parte sono state smentite dai diretti interessati, come nella prima relazione di canterini, e da dichiarazioni di altre forze dell'ordine, e non sto a ricordare cosa hanno dichiarato gli agenti delle squadre mobili. La situazione che si e' evidenziata subito e' che mancava una versione univoca degli avvenimenti che potesse rafforzare o sostituire la prima versione ufficiale, e che nonostante in interrogatorio si sollecitasse una individuazione di coloro che potevano essere riconosciuti e ritenuti responsabili di violenze, oppure le condotte degli arrestati che potessero generare una tale reazione, non ha prodotto nulla. Nessuno in tre anni di inchiesta tra i 350 membri della polizia ha potuto riferire o essere indicato come fonte per chiarire circostanze di tutti questi episodi, tranne quelli che provengono da imputati, neppure quelli a danni di ps ch esono stati refertati come feriti, molti dei quali hanno chiarito di essersi fatti lievi contusioni in momenti che non attenevano al servizio all'interno dell'edificio. Ancora oggi abbiamo visto che non e' possibile ottenere una concreta lista degli uomini che hanno partecipato all'irruzione. I tentativi di individuazione non hanno incontrato faiclita', anzi palesi difficolta', se non comportamenti di ostruzione. E' straordinario che nonostante gli elenchi richiesti il dr. troiani non fosse presente in questi elenchi, anche se era noto e viene ragigunto telefonicamente per sapere dell'operazione stessa. I nominativi dei partecipanti hanno avuto una graduale integrazione, non e' stata individuata una delle firme dle verbale di arresto, le foto allegate per i riconoscimenti ci hanno messo in grave imbarazzo durante l'interrogatorio, perche' sono foto risalenti a molti anni prima, e una vicenda e' oggetto di questo processo, quelal del riconoscimento di Luca Fazio, imputato. E se riguardasse solo una persona si potrebbe anche ovviare, ma quando riguarda 300 persone diventa un ostacolo quasi insormontabile con il tempo che incalza. [...] Per quanto rapida e travolgente possa essere stata l'azione del vii nucleo, cioe' la testa dell'operazione, non c'e' soluzione di continuita' tra tutti gli operatori coinvolti nell'operazione nell'edificio. [...] Cio' consente di ritenere smentite a vicenda o comunque smentite rispetto ai dati testimoniali e filmati le versioni fornite dai vari imputati. Ho gia' detto perche' non e' credibile che ci fossero altri reparti prima del vii nucleo, quello che e' avvenuto e' avvenuto alla presenza anche di alri reparti, ma in compresenza del vii nucleo. [...] Le violenze che sono avvenute al di fuori dell'edificio sono da attribuire certamente a personale diverso dal vii nucleo, c'era personale dei reparti prevenzione crimine, in atlantica o in borghese con pettorina delle squadre mobili, in borghese dlela digos, o anche dei reparti mobili ordinari. [...] Io devo occuparmi ora dopo l'interno dell'edificio, di una condotta che viene attribuita agli arrestati da tutti, che e' quella che riguarda il lancio di oggetti dall'edificio. [ pausa caffe' ] A: (Cardona) cerco per quanto possibile di contenere un po'... l'ultima situazione che volevo approfondire ma sempre in sintesi e' quello che e' stato il tema probatorio dibattimentale relativo fra gli atti di resistenza che compaiono nei verbali di arresto e nella notizia di reato al famoso lancio di oggetti proveniente dagli occupanti dell'istituto diaz pertini. [...] nella fase delle indagini preliminari era una caratterizzazione che gli inquirenti hanno ritenuto di valutare con una sua funzione specifica. un primo vaglio giudiziario su questo tema e' la pronuncia del gip sull'archiviazione del procedimento contro gli occupanti per associazione sovversiva: il gip aveva pronunciato un decreto di archiviazione con una serie di valutazioni tra cui la conclusione che non si potesse affermare neppure con un minimo grado di certezza che chi era alla diaz abbia lanciato alcuna cosa contro le ffoo. Tra le motivazioni del provvedimento non per richiamarla, ma sarebbe opportuno analizzare le dichiarazioni degli imputati in relazione a questa circostanza, e che non erano a disposizione del gip in quella archiviazione cosi' come il gip non aveva neanche il materiale documentale dei filmati. Ora gia' nella fase delle indagini si era evidenziata una serie di discordanze circa questo episodio, che mentre nell'atto di arresto era enfatizzato da indurre gli operanti a ritenere che vi fosse in atto una massiva resistenza da parte di tutti gli occupanti dell'edificio, e a consolidare l'idea che stessero provvedendo ad armarsi per resistere alle ffoo, il quadro che se ne ha e' quello dell'assalto al castello, con gente che butta dalle finestre ogni tipo di cosa per fermare e ostacolare la polizia per poi arrivare allos contro corpo a corpo. Sin dalle prime indagini e dai primi interrogatori, come molte sit, gia' in quel procedimento o mancavano del tutto dei riferimenti o erano notevolmente ridimensionati nel senso che alcuni degli imputati facevano riferimento a sensazioni uditive o a impressioni di persone che si muovevano dietro le finestre, o rumori di vetri rotti, cosa documentata anche dai video. Sensazioni e percezioni che difficilmente si concretizzavano in una percezione visiva diretta. Avevamo dall'altra parte appunto l'elemento documentale dei filmati. Noi abbiamo ritenuto che fosse una caratterizzazione del verbale d'arresto importante, non un errore nell'uso di un aggettivo, o una cosa meno importante, me perche' qualificava l'operazione e la condotta attiva di resistenza. Il vaglio delle indagini non portava al rinvenimento di oggetti specifici in relazione a lanci specifici. nelle relazioni dei capisquadra del 27 luglio, non da tutti perche' fournier e un altro non lo dissero mai, nel momento in cui si contestavano le relazioni di servizio mostrando dei filmati, uno spezzone del 239, dove c'e' il sollevamento degli scudi e c'e' una zoomata su questa immagine che fa apprezzare il dettaglio delle uniformi, e altri reperti acquisiti successivamente come il rep 189 [...]... uno di quei reperti e's tato oggetto del tentativo di schiarimento di cui si e' discusso a dibattimento, con il teste paganini, che aveva prodotto un cartaceo e una breve relazione dove riteneva individuati i lanci di oggetti, come ha chiarito, facendo riferimento sempre al sollevamento degli scudi e non ad altri elementi. Questo dato e quello dell'esame attento e in ultimo con lo schiarimento effettuato a cura del ris con illuminazione maggiore possibile in relazione sia al primo filmato di paganini che a quello di hc ci consentono di affermare che in quei filmati non compare alcun lancio di oggetti. Non parliamo di oggetti qualsiasi, perche' se nessuno ha saputo riferire situazioni specifiche, abbiamo relazioni di servizio che parlano di lanci di sedie, di scrivanie, di mobilio, canterini che parla di bottiglie, alcuni che parlano di pezzi di calcinacci di grosse dimensioni. Secondo noi il quadro probatorio permette di smentire queste affermazioni dei verbali. [...] Vorrei ricordare anche che forse la prima persona che attesta una circostanza di questo tipo e che lo fa in epoca risalente alla primissima fase delle indagini in un verbale di sit perche' all'epoca non era ancora sottoposto ad indagini e' il prefetto la barbera che il 21 luglio sentito dal procuratore meloni sulla diaz affermo' qualcosa di particolarmente significativo e pregnante. Descrive che ruolo aveva svolto nell'operazione, era presente dalle primissime fasi: "benche' fossero estranei al mio ruolo l'op, ho seguito il contingente, e seguendolo ho avuto modo di notare una ragazza che correva con il cellulare in mano, appena il contingente si avvicino' al cancello che era chiuso venne fatto oggetto di lancio di pietre nutrito, cosa che mi indusse a dire a canterini di rinunciare all'operazione. il mio consiglio non venne accolto da canterini che ossrervo' che il reparto era schierato e non si poteva rinunciare". Su questo punto in commissione parlamentare vi e' stato un contrasto su questo "consiglio" tra prefetto e canterini. In realta' quello che mi interessa evidenziare e' che il prefetto indico' un momento che e' un momento che compare in questi reperti, nel rep 175 se non ricordo male, uno di quelli acquisiti e non sequestrati in pascoli, ripreso da persone che erano li', LM e VM tra gli altri ricordo, dove si vede il momento iniziale dell'arrivo del contingente di polizia che appare composto da forze miste, davanti al cancello nell'atto di tentare una apertura per scuotimento, con alcuni che tentano di scavalcare la recinzione, e la porta e' ancora aperta nell'edificio. Quello e' il momento che sembra anche di vedere, e ci e' stato segnalato una persona che potrebbe identificarsi nel prefetto. La verita' e' che lui e' senza casco e lancio di oggetti non ce n'e'. D'altronde balisticamente un lancio dalle finestre a li' avrebbe dovuto essere pensato con una certa perizia, 30-40 metri, da finestre buie senza che persone al cancello si protegga in altro modo. E' lo stesso sentore di relativa tranquillita' che si ha quando si apre il cancello con il mezzo e gli uomini si distendono nel cortile. Questo e' chiaro dalle immagini. E' un primo dato smentito dalle immagini. Di solito infatti il lancio di oggetti descritto nel verbale viene identificato in un momento successivo. [...] Alcuni parlano per esempio di un maglio, che e' un oggetto che si vedrebbe anche a distanza e a quella risoluzione: non si nota volare ne' per terra. Non si notano cadere durante tutta la durata dei filmati nessun oggetto e la ripresa e' praticamente continua. [...] Vediamo un attimo cosa hanno detto i testimoni ne' dichiaranti ne' imputati sul lancio di oggetti che sono stati sentiti in dibattimento. Un primo gruppo di deposizioni e' quello di cittadini portate in indagini preliminari come prova che il lancio c'era stato ed era stato oggetto di critiche aspre. Si tratta di TG e CC [il vecchietto e il fascio]. TG abbiamo potuto verificare che e' persona anziana, che fa uso di sonniferi per prendere sonno, e ci ha specificato le circostanze che aveva visto e che forse era stato riportato imprecisamente dalla pg che lo aveva interrogato. Si riferiva a una fase successiva, una fase oltre l'una in cui si fronteggiano i manifestanti e la polizia che sta lasciando i luoghi, e c'e' un cordone di manifestanti che sta cercando di contenere gli altri manifestanti, con la presenza di calesini che e' arrivato molto tardi. TG descrive questa scena che e' visibile nella scena mostrata al teste, assolutamente non contestuale agli ingressi e pacificamente esistente agli atti, come un pezzo di radio gap che commenta questo confronto. Direi quindi che su TG non ci sia da dire molto di piu', se non che riferisce il lancio fittissimo, siamo all'1.48 di notte. In quella fase e' ancora presente il funzioanrio responsabile dei cc intervenuto sul luogo con funzione di cinturazione caldaci, che sul lancio di oggetti dichiara di aver visto qualche lancio di bottiglietta dalla pascoli nella fase avanzata della operazione, a perquisizione conclusa, da parte di persone affacciate alle finestre. Addirittura in indagini aveva detto una bottiglia, ma e' poco rilevante, dato che e' un episodio successivo all'ingresso. Del testimone CC il collega ha fatto un cenno per quanto riguardava il pattuglione: li' c'era una notevole discordanza tra dichiarazioni in fase di indagine, con due verbali un primo del 23 luglio dove non menziona alcun episodio di quel tipo, e un secondo dove menziona il pattuglione dicendo che lo aveva appreso dal genero. In dibattimento CC ha riferito le cose differentemente, ma la circostanza e' la stessa, dato che anche la sua ex moglie dice che erano a cena sul terrazzo. Ma anche sul lancio di oggetti che CC attesta nel secondo atto di pg, abitando a fianco dell'edificio diaz pertini, e apparendo che tale lancio sia riferito all'ingresso, era gia' stato valutato durante le indagini perche CC aveva fornito foto circa la sua visuale dei luoghi. E qui siamo in una situazione analoga al sig TG, perche' anche le sue parole erano state valutate dal gip constatando che la visuale di TG e' peggiore di quella di altri cittadini. [...] CC ha confermato che non poteva vedere nessun lancio di oggetti dalla diaz, e che il lancio di cui parlava era dalla pascoli, senza poter specificare ne' che tipo di oggetti, in un momento in cui le ffoo erano entrate nel cortile della diaz-pascoli. Abbiamo il richiamo dell'imputato Dominici che riporta lancio di monetine e piccole oggetti dalla pascoli. Anche per questo profilo il CC non attesta nulla sul lancio dalla diaz. Un testimone che in dibattimento ha riferito di lanci e' Giuseppe Galanti, il primo sanitario giunto all'interno dell'edificio, in seguito alle richieste degli agenti all'interno. Galanti da una descrizione dei luoghi che va valutata attentamente: lui dice di essere giunto quando la polizia era gia' all'interno... "entriamo dentro, c'erano tumulti, si sentiva fracassso dalla scuola, sono invitato dal corpo di polizia ad andare ai piani sopra che c'ernao persone ferite..." [...] Descrive anche quello che vede dentro: "erano gia' dentro, erano all'inizio della scuola, c'erano persone che le stavano portando a piedi da questi scaloni, credo fosse la palestra, mi dissero 'sali sali le persone sono su'". Trova persone ferite a terra su tutti i piani. Alle domande del difensore sulla situaiozne al suo arrivo riferisce di sentire "fracasso e baccano" da entrambi le scuole, "oggetti che si rompevano", riferendo percezioni uditive alle quali segue la'zione di un operatore di calzare il casco, anche se lo stesso Galanti dice di non sapere da dove esattamente. [...] Su richiesta del pm, Galanti ha detto che gli oggetti arrivavano dall'altra scuola e che lui non li ha visti ma ha snetito i rumori, come ricorda "i rumori delle persone che infierivano, ... gente che gridava aggressivamente" [...] Per intendere l'esatta portata non si puo' esimersi dalla linea temporale, dato che galanti arriva solo dopo la messa in sicurezza. A questa fase si riferiscono le precise descrizioni che fa galanti delle perosne che vengono fatte scendere dai vari piani in palestra e dei feriti presenti. [...] [Altri cittadini invece dichiarano di non vedere nessun lancio di oggetti]. La signora descrive una circostanza che alcuni poliziotti salendo i piani delle scale rompono i vetri delle finestre dall'interno. Una attivita' di rottura delle finestre e' documentata anche dai capi squadra in relazione alla polvere di estintore che gli sarebbe stato rivolto contro e che cmq era rimasta nell'aria. E' certo che molti dei vetri dell'edificio risultano danneggiati. Vediamo ancora la testimonianza di un altro appartentente alle ffoo, il tenente De Bari, che era alle dipendenze di Caldaci. Lo dicono sia l'uno che l'altro. Ed arrivano quando si vede l'arrivo dei cc. Attiene a una fase in cui c'e' stato gia' l'ingresso e gia' e' in opera la messa in sicurezza del'edificio. De Bari dice che ha visto il precipitare di una scrivania da un'ala dell'edificio. Questa circostanza non e' nuova perche' in fase di indagine dice di aver sentito il rumore di una scrivania, e aggiunge di essere stato attinto da un sanpietrino sul casco. Non sa da dove, ovviamente, ma mentre cerca di capire da dove e' arrivato alza los guardo e vede lancio di sedie e di un oggetto piu' ingombrante che e' a cavalcioni della finestra. [...] Anche in questo caso risulta chiaro che la collocazione spaziale e temporale dell'episodio non riguarda il lancio di oggetti durante l'ingresso. E' molto chiaro De Bari nel precisare di essere giunto quando le forse di polizia erano gia' entrate. [...] Quindi questo lancio avviene su un lato e questa e' una circostanza che avviene dopo una domanda del tribunale, ma su un lato che e' la parte laterale sx dell'edificio che non aggetta sul cortile, perche' il cortile e' delimitato dalle ali stesse verso l'interno. Non e' indirizzato a dove prima che arrivasse De Bari c'erano gli operatori [forse ha sgamato i ps che si ccreavano un alibi, ndr]. Da aggiungere che Caldaci con cui arriva nega di averi visto il lancio di oggetti. Caldaci ricorda il lancio di una bottiglietta dalla pascoli in tempi successivi, come abbiamo gia' visto. [...] [...] Non dico altro. C'e' ancora Barbaceto che viene sentito il 20 marzo: "mi limito a chiedere se e' arrivato al momento dell'ingresso delle ffoo con un mezzo e poi nel portone" "no" "quando e' arrivato c'era gia' personale?" "io a piedi ho cercato di raggiunger eil centro del concentramento per vedere cosa dovevamo fare, quinid non vedevo cosa facevano gli altri" "ha visto anche cc?" "c'erano cc polizia, giornalisti, lampeggianti", quindi parla di una fase successiva. Altri testi cc parlano ovviamente dlel apascoli e del lancio di un paio di lattine. [...] Dalle ore 00:04:47 fino alle 00:06:41 si sentono i comandi impartiti da chi sta entrando in pascoli: "tutto in terra faccia al muro". Parliamo di una fase in cui i flash dell'agente alvetri non e' piu' possibile. E' un agente che entra in pascoli, del reparto mobile di roma, si sente dall'accento. La circostanza del lancio di oggetti che alvetri rileva e' confusa, dice che ci sono persone davanti alla diaz, che sposterebbe in un momento successivo. Il teste usa proprio una espressione che implica una maggiora certezza del lancio dalla pascoli. [...] Tutte circostanze che confermano id ati cronologici, che confortano i dati della consulenza, ma anche dal fatto che la registrazione sonora parte da quando si sentono lo voci che dicono delle cose che sono attestate in altri filmati. Intorno a mezzanotte e un minuto parte la registrazione e portandola avanti fino all'ingresso passano circa 6 minuti. Quindi un doppio riscontro. [...] Certamente anche il lancio di oggetti di alvetri non riguarda esseri umani sporti dalle finestre che lanciano qualcosa. L'agente Mastroianni, ag scelto del rep prevenzione crimine calabria, era uno degli agenti alle dipendenze di fabbrocini: viene sentito, e' una delle ultime udienze, e riferisce che cade qualcosa sulle giacche dei poliziotti che stanno sfondando il portone laterale. [...] Precisa che poi "gli oggetti cadevano dalle impalcature su cui c'erano delle persone, non so se cadevano da sotto l'impalcatura o li lanciassero, ora non lo so". Il quadro reso da mastroianni soffre della stessa imprecisione delle altre dichiarazionio esaminate e cmq non e' il quadro di un fittissimo lancio di oggetti, ma l'imprecisione che verte su una vicenda gia' largamente esplorata, sembra il frutto di una ingenua elaborazione. Basti richiamare cosa dice l'agente Greco che dice che Mastroianni era con lui a cinturare la scuola Pascoli sul retro. Quindi se mastroianni era sul retro come fa a vedere il fronte della diaz? [...] Lasciamo valutare il tribunale cosa emerge. C'e' ancora un agente del vii nucleo, ledonno, che ha descritto un lancio di sedie, ritenendo che fossero cadute dall'alto perche' le ha viste muoversi nel cortile, e di aver visto pezzi di muro, precisando di non poterne descrivere la dimensione perche' era inquadrato con gli altri e non ne e' stato attinto. L'esito dell'istruttoria credo che abbia chiarito che mentre buona parte delle perosne che hanno assistito all'ingresso della polizia cittadini, ragazzi, agenti, quello che siano, non vedono lanci. E abbiamo avuto chi ci ha spiegato che l'alzare degli scudi e' una tecnica di avvicinamento allo stabile che fa parte delle modalita' operative ordinarie per entrare in un posto che va bonificato. Se aggiungiamo a questo l'assenza di testimonianze sul lancio di oggetti, l'assenza di visione degli oggetti nei documenti, l'assenza di oggetti nel cortile qualsivoglia sedie o altre robe, o meglioi le sedie ci sono perche' c'erano dei banchetti, allora sappiamo che il lancio di oggetti non c'e' mai stato. io avrei terminato per oggi. c'e' un altro argomento ma ritengo di copletarlo la prossima volta. [...]