RIASSUNTO - PROCESSO AI 25 - VIII UDIENZA ARRINGA DIFESE - SOMMOVIGO, GALASSO, TARTARINI [ P=Tribunale, A=Accusa, D=Difesa, C=Parti Civili, R=Teste ] P: [procede all'appello] D: (Sommovigo) Siamo arrivati alle conclusioni e vorrei iniziare ad alcune note di contorno prima di arrivare al dettaglio. pare che fonti sedicenti vicine alla procura abbiano ritenuto che le difese svolte in questo processo siano state di natura prettamente o prevalentemente politica. letto questo io mi sono interrogato, perche' e' un problema che ha posto l'avvocato menzione, ed e' oggettivo che questo processo possa avere dei connotati politici e mi sono chiesto come questi connotati possano influenzare o possano aver influenzato i profili penali o i profili di scelte difensive che possano apparire eccessivi. allora ho fatto una lettura non approfondita di un testo di un autore di origine tedesca ma di tradizione anglosassione, che si intitola "giustizia politica" per capire anceh dal punto di vista teorico quali sono i caratteri di una giustizia politica. e' chiaro che il connotato politico puo' avvenire per le scelte difensive, ma ci sono alcuni sintomi che rendono leggibile in chiave politica anche una scelta giuridica che si attana meglio alle attivita' delle accusa. questo in maniera massima nei regimi totalitari, ma anche nei regimi democratici. questi caratteri sono scelte giuridiche sulle norme incriminatrici che siano caratterizzate, dice il testo, da un tasso di scarsa tipicita', una certa ampiezza nelle possibilita' descrittive, scelte di soggettivizzazione e da scelte di esasperazione delle conseguenze repressivo/sanzionatorie. io ora qualche analogia nelle scelte dell'accusa in questo processo le ho trovate... abbiamo una scelta non tassativa, non obbligata ma perseguita peril 419 c.p. ci troviamo di fronte alla necessita' perche' ci sia spazio per un profilo politico di questa accusa, che guarda oltre il processo, non guarda solo all'applicazione della norma, ma occorre che ci sia un legislatore che lo permette. il nostro legislatore ha scritto il codice penale in un'epoca in cui la giustizia politica era parecchio necessaria. [...] E poi ovviamente un'altra caratteristica che denota questo tipo di accusa e' quella tipica indicata dall'autore cioe' l'indicazione di sanzioni particolarmente pesanti, e in questo caso parliamo nella sua materialita' di una persona che dal punto di vista materiale ha lanciato degli oggetti nei confronti dei blindati e che si vede richiedere una condanna di 8 anni di reclusione, in un contesto sanzionatorio in cui 8 anni di reclusione sono associabili a ben altri comportamenti, senza entrare nel dettaglio. E c'e' un altro elemento di questa accusa, che ha costretto le difese alle quali io mi rifaccio integralmente, quello dell'uso suggestivo degli argomenti. un po' se n'e' accorta anche la procura, perche' in sede di requisitoria ha detto di non voler fare un uso suggestivo degli elementi probatori. bene che lo abbia ammesso, ma tutto il processo e' stato costruito su caratteristiche di questo tipo: un uso soggettivo dell'elemento probatorio, in alcuni casi l'assenza dell'elemento probatorio, identificato come il primato della prova documentale sulla prova testimoniale. l'effetto suggestivo non arriva solo dalle scelte accusatorie dell'accusa, ma che viene anche dall'utilizzo ontologico della prova documentale che ha occupato per lo piu' il tempo del tribunale e nostro, la prova video e fotografico. [...] La prova videofotografica, la prova documentale per immagini e' una prova che se non utilizzata con criteri scientifici come nella consulenza tecnica della difesa, [...] se invece utilizzata malamente come ha fatto la procura, e' un materiale fortemente suggestivo, e scarsamente utile sotto il profilo probatorio e scarsamente rappresentativo... scarsamente capace di dare una prova vera, coem richiesto dal codice di procedura penale, come nella posizione di MDI mio assistito. [...] Nel caso di un'accusa basata sull'elemento soggettivo dice poco l'immagine, ma se affiancata a altre immagini in modo capzioso, puo' spingere l'osservatore a far dire a quelle immagini cose che quelle immagini non sono in grado di rappresentare. E veniamo al nodo centrale. Solo un'ultima nota preliminare: un altro aspetto di questa connotazione politica, non voglio dire nel senso di appartenenza, di un risultato scontato che ci si aspetta da questo processo, ma politica nel senso che e' chiaro che l'accusa guarda oltre questo processo, lo costruisce come un modello... a fatti analoghi la procura ha dato qualificazioni giuridiche diverse... e' diventato un modello che guarda oltre, un modello che guarda non solo oltre nella sua prospettiva, ma che vieta... cioe' quando le difese parlano del comportamento delle ffoo, di un rapporto tra manifestanti e ffoo, ci poniamo il problema di un fatto di rilevanza giuridica... la devastazione e saccheggio e' un reato contro l'OP, che avra' a che fare con il comportamento delle ffoo o no? E' un dato politico che noi vogliamo introdurre e che il pm vuole che teniamo fuori, oppure no? Spesso il pm ci dice che i nostri argomenti non c'entrano. Non c'entrano bolzaneto e la diaz, e posso anche capirlo per questioni temporali. Non c'entra manin che pero' e' contemporanea, non c'entrano le violenze sui manifestanti, non c'entrano le modalita' di intervento il 20 luglio da parte delle ffoo... il pm guarda oltre ma dice alla difesa di non guardare oltre. E allora forse anche qui c'e' un'altra lettura politica del pm. Non mi riferisco piu' al testo che ho citato finora, ma alla lettura di una rivista espressione della cultura di MD, e mi riferisco all'intervento noto e stranoto, un po' datato perche' del 2001, ma che mantiene tutto il valore di un sentimento prossimo ai valori costituzionali, di livio peppino, che ci dice che "bisogna stare attenti in fenomeni come quelli di genova, leggendo anche il comportamento immediato della procura di genova, occorre che il pm ricordi il suo ruolo istituzionale, che nel nostro ordinamento non e' quello di essere il superpoliziotto o l'avvocato della polizia". mi pare che in questo processo il pm si sia arrogato il ruolo non richiesto di avvocato della polizia, difendendo da ultimo anche nella requisitoria gli atti della polizia. a un certo punto tanto per citarne uno davanti agli arresti illegittimi, non dal punto di vista politico ma dal punto di vista giuridico, non convalidati o archiviati, il pm dice addirittura "ma in quella fase di conclusione che icc abbiano scritto che tizio aveva un bastone piuttosto che una pietra e' comprensibile, non si tratta di calunnie". Vorrei sapere se le parti fossero invertite se il pm non iscriverebbe il manifestante agli atti per calunnia. io penso di si. [...] Il pm anche di fronte a falsita' testimoniali anche evidenti rimane impassibile, perche' forse gli sembrano i suoi assistiti, che rispondono non solo di fronte a questo tribunale ma anche per il loro ruolo. Veniamo alla posizione di MDI, capi di imputazione 29 e 30, devastazione e saccheggio e resistenza, mentre per il capo 31 e' intervenuta la prescrizione. Non seguiro' l'ordine indicato dal pm che elenca quattro punti. partiro' dal punto 2 che e' il primo temporalmente, e si riferisce all'accusa di danneggiamento del credito italiano di corso buenos aires incrocio con corso torino. l'avvocato menzione e cerchero' di non tornare sui punti e sulle valutazioni che ha gia' fatto sul reato di cui al 419 c.p. che sono state molto chiare. io cerchero' di fare lo sforzo di tornare a ritroso, di ripartire da capo dei principi fondamentali che tutti conosciamo con un tono didascalico che forse ci fara' perdere tempo ma credo che sia necessario, perche' a un certo punto per seguire la strada del pm, che per molti versi e' una strada e una logica eversiva dei principi costituzionali, al di fuori dei principi costituzionali. per questo io invito a non fare l'errore di chi fa la strada in montagna limitandosi a guardare la stradina senza chiedersi se non ha preso il bivio sbagliato all'inizio. noi dobbiamo tornare all'inizio. [...] dobbiamo chiederci cos'e' il concorso morale, quali sono i principi fondamentali in materia i responsabilita', nella dottrina, nell'ordinamento e nel nostro ragionamento. buona parte delal giurisprudenza che ha citato il pm non si attagliano a questo processo, perche' questo e' un processo differente. ora voi direte che lo dice un avvocato con esperienza limitata, e invece e' proprio differente dal punto di vista strutturale, delle intentazioni dato che il 419 e' una imputazione antica ma nuova nell'uso fatto in questo processo, contestata a una manifestazione di piazza, se si eccettua il caso milanese che pero' segue questo processo. [...] e' un processo con un rilievo pubblico come da 30 anni forse un processo di questo genere relativo a movimenti politici non aveva in questo paese, ede ' un processo straordinario nei confronti del materiale probatorio. certo ci sono i precedenti. certo ci troviamo di fronte al fatto che il nostro ufficio cassazionario non costituisce precedente. gli anglosassoni quando guardano i nostri precedenti rabbrividiscono o sorridono, perche' c'e' a volte una massimina sui fatti e nulla piu'. allora e' unproblema che bisogna porsi, e capire se quella massima e' espressa in relazione a quel fatto specifico e si attaglia al nostro caso, in generale, ma tanto piu' in circostanze cosi' speciali come quelle che abbiamo di fronte. torniamo all'origine: la norma e' vaga, malamente tipizzata, e di scarsissima tassativita', una norma tautologica. [...] sul dizionario non troviamo indicazioni utili, vuol dire cose diverse. se vogliamo fare fronte al senso comune noi ci immaginiamo una circostanza gigantesca. e poi allora siccome non ne usciamo dalla definizione andiamo a vedere le figure giuridiche consimili, il danneggiamento e il furto, che pero' sono qualcosa di meno. allora poiche' la pena e' straordinariamente diversa, abbiamo una pena se non erro che si aggira ai tre anni di pena massima e qui una pena che e' di 8 anni del minimo e 15 nel massimo. questo e' un indizio straordinario, e da qui bisogna ripartire. se la connotazione di differenza tra danneggiamento e devastazione e' soltanto per soggetti che suscitano un immediato allarme sociale e che potrebbe influire sulla valutazione della cassazione sulle misure cautelari. e' un contesto diverso dal nostro quello dello stadio. [...] Allora dobbiamo interrogarci sulla costituzionale su quella differenza abissale nei confronti della pena, perche' non e' legittimo per il legislatore associare contorni di pena cosi' diversi. non e' legittimo perche' io posso rappresentare fatti di danneggiamento che avete conosciuto in cui a genova nel 2001 gruppi di persone danneggiavano enormi quantita' di automobili sulla via pubblica, ma il confinte tra quel danneggiamento aggravato e la devastazione qual e'? C'e' un confine cosi' ampio che legittima quella differenza di pena o no? Le strade sono due: la prima diretta e' di investire del problema la corte costituzionale chiedendo se la differenza di pena e' legittimata e in quale misura; la seconda e' orientare la propria interpretazione sui principi costituzionali e quindi spostare il livello di offesa e aggresione necessarie, il livello di tipizzazione della devastazione allontanandolo da quello del danneggiamento, cosi' come il legislatore le separa in termini di previsione di pena. [...] Le strade intermedie non ci danno niente. [...] Il giudice ha bisogno di vedere vivere i principi costituzionali. non e' sufficiente che la norma astrattamente e lo vedremo dato che il pm ha usato tutte le norme tautologiche. non e' sufficiente che la norma in astratto offra una lettura costituzionale, ma occorre e lo suggerisce anche la nostra costituzione che si incentra su rilevanza e ammissinbilita'... il giudice deve vedere in concreto se il quadro costituzionale e' rispettato, in concreto. [...] Facciamo un esempio macroscopico: la registrazione di una conversazione legittimamente disposta in cui il vertice di un'organizzazione criminale da ordine di andare e mettere a ferro e fuoco un intero paese ai suoi sgherri, di allontanare le persone, di saccheggiare tutto e di tenere lontane le ffoo. E' un concorso morale. ok. perfettamente corrispondente ai principi costituzionali. ma non basta questo. bisogna calarle in concreto le norme. nel caso dell'accusa nei confronti di MDI la cosa non regge. Fattispecie dai contorni un po' labili. so che deve essere qualcosa di straordinariamente grave perche' cosi' mi dice la pena, e il codice mi dice che non e' necessario che sia commesso con il fine di sovvertire l'ordine costituzionale. non so darvi una definizione definitiva. lo ha fatto chiaramente l'avvocato menzione e mi riporto a lui, e vi invito a tenere conto di questa dimensione, richiamando ragionamenti espressi dalla dottrina piu' avveduta. [...] Sgubbi dice che non potrebbe resistere a un riforma del codice penale ispirato alla costituzione che molteplici danneggiamenti vengano differenziate rispetto alla pericolosita' del soggetto esplicativo, e pensa al g8 perche' dice che "l'azione umana tende ad essere interpretata dal codice penale non in quanto a cio' che e' ma in quanto a cio' che rappresenta" e cio' non e' legittimo. Mantovani nel manuale insuperato parla del principio di materialita' come di un principio che precede i principi costituzionali di legalita'. [...] Il reato in primo luogo deve essere un fatto. E' al fatto che bisogna guardare. E ancora, nella dottrina anche questa piuttosto cauta, degli anni 60 ma non certo avanzata e progressista, Pontieri, che dice: se si vuole distinguere la devastazione dal danneggiamento bisogna ritenere... non basta che la possibilita' di intervento di controllo dell'OP sia indebolita, dall'aggressione al patrimonio, ma bisogna che quella difesa pubblica o privata sia impedita, sia impossibile. E' questa la dimensione di OP a cui dobbiamo riferirci. [...] In questo processo abbiamo infilato nel concetto di OP un po' tutto: materiale, immateriale, di ogni. io mi richiamo al concetto chiarito dall'avvocato menzione. la devastazione sta in mezzo all'equilibrio tra il mantenimento di un ordine di strada e il mantenimento del diritto di una moltitudine a manifestare, come dice l'art. 17 della costituzione. non e' che l'OP abbia sempre a che fare con principi di questo livello. io mi riferisco all'OP come ripostiglio di concetti partendo dalla requisitoria: parla prima di OP ideale, prima ancora parla dell'OP in relazione alle vicende intorno al corteo delle tb e dice che non e' altro che la scelta che il funzionario fa in quel preciso momento, una scelta che definisce insindacabile. a questo punto c'e' tutto: i principi costituzionali, le decisioni di gestione della piazza, e la scelta individuale del funzionario. pero' voi dovrete dirci se l'OP era violato o no e in che forma. [...] Perche' il pm poi dopo essersi chiesto in concreto cos'e' la devastazione, passa a chiedersi qual e' l'elemento soggettivo. il pm dice che basta un dolo generico. e qui nel percorso argomentativo sembra tirare un sospiro di sollievo, dato che sembra che il dolo generico diventa un dolo vago, un dolus generalis, una volonta' generica e imprecisa. cioe' se e' dolo generico e' coscienza e volonta' di commettere una devastazione. non puo' essere il dolo di commettere un danneggiamento, perche' quello riguarda il danneggiamento, non e' che si estende un altro reato. io nel primo pomeriggio lancio un sasso e allora da li' che io ore prima ho avuto un dolo i devastazione di una banca. cosa c'entra? la volonta' e' un substrato psichico che va provata ma che riguarda solo il dato che il soggetto vuole. ci vuole il dolo di devastazione. e anche a voler accedere a questo occorre che io mi sia rappresentato il danno patrimoniale e che mi sia rappresentato anche la lesione dell'OP e che sia cosciente che quel mio comportamento impedisce l'equilibrio dei diritti dell'OP. vogliamo banalizzarlo ancora di piu'? andiamo incontro al pm... va bene.... parliamo di OP sul piano materiale. anche se parliamo di Op sul piano materiale che in questo procedimento stride, dato che richiama il mantenimento di un ordine cosi' com'e', di un ordine che si e' costruito, la costituzione prevede il cambiamento continuo della societa', di una lotta continua anche violenta per cambiare la societa'. il problema ce lo risolve pontieri: l'OP materiale e' in crisi quando e' impossibile l'intervento. e in una situazione come quella cittadina nell'OP materiale i due poli sono i soggetti che stanno aggredendo il patrimonio e i soggetti preposti a tutelarlo, el ffoo. in quel contesto preciso del credito italiano, erano impossibilite le ffoo a intervenire? no. c'era un problema di occupazione delle ffoo? no. c'era uno schieramento senza precedenti proprio li' vicino. era impossibile, gli aggressori del patrimoni si trovavano in una condizione di totale separazione e tranquillita' rispetto alla possibile loro interruzione? no. quindi da questo punto di vista anche sotto il profilo oggettivo e' difficile se non impossibile riconoscere una ipotesi di devastazione. e devo tornare ad un profilo generale: il pm usa due pesi e due misure. e noi dobbiamo sovvertirlo. per le accuse agli imputati lui ricostruisce un unico fatto dalla mattina del 20 alle sera del 21, e chiunque abbia posto in essere un piccolo danneggiamento risponde di devastazaione e saccheggio, perche' avevano una presunta consapevolezza, senza peraltro provarla. [...] guardiamo gli altri processi che facciamo: se ci sono piu' fatti contestati pretendiamo che si dimostrino l'elemento soggettivo e oggettivo in relazione a tutte le condotte, poi parleremo della continuazione e di ttuto il resto. ma ogni singolo fatto deve essere provato e configurato a norma di legge, non si puo' fare un minestrone, per la sola ragione che c'e 'una certa contiguita' spaziale, neanche temporale. il principio di materialita' e legalita' viene distrutto e poi passiamo a distruggere il concetto di responsabilita' personale. se io rispondo per una serie di cose che accadono intorno a me, un po' vicino un po' lontano, e un po' neanche dove sono, e io rispondo di tutto... dov'e' la responsabilita' personale? la contestazione va letta come singoli fatti. andiamo a vedere se MDI ha compiuto quei singoli fatti, quelel singole fattispecie, se deve essere chiamato a rispondere di quelle cose. e pero' qui c'e' un inversione da aprte del pm, perche' poi lo vedremo quando invece andiamo a vedere i comportamenti delle ffoo in relazione alla carica ingiustificata ecc, il pm li parcellizza. e qui sbaglia. perche' quando in questo processo voi giudicate l'impressione generica dei manifestanti e allora anche per le ffoo dovrete valutare l'impressione generale che ha generato la loro azione. [..] perche' poi il pm dice che i procedimenti sulle ffoo pendono e mi e' venuto in mente francois villon poeta francese del 400 che3 diceva che "pendono gli impiccati" e quei processi mi pare che abbiano lo stesso futuro degli impiccati. e se si arrivera' io saro' il primo a chiedere il rispetto dei principi di responsabilita' personale. vi vorrei mostrare le immagini dell'ambulazna che conoscete: il furgoncino bianco del corteo che viene devastato dalle ffoo. non e' una definizione corretta. e' uan definizione corretta se si segue il ragionamento del pm. se il pm mi dice che chiunque in un contesto di crisi dell'OP deve rispondere di devastazione, allora io vi dico che queste persone hanno appena messo in crisi l'OP e stanno danneggiando un bene. faccio lo stesso ragionamnto per MDI: MDI non spacca nulla, ma concorre moralmente. e il capitano bruno? che da l'ordine che rompe l'OP, che e' li' che da forse anche l'ordine di rompere l'ambulanza, guarda altri cmq spaccare l'ambulanza, percepisce il problema, lo percepisce o perche' l'ha creato lui o anche a seguire le sue menzogne perch'e l'ha verificato prima ed e' intervenuto. E allora il concorso morale, qui c'e' un mandante addirittura... e' difficile la posizione del capitano bruno! [...] Ma in realta' non e' una devastazione, perche' e' un contesto ridotto, antipatico e odioso ma e' ridotto. ci sono reati anche piu' gravi contro le persone, ma non e' una devastazione ma altro. certo dal punto di vista dell'elemento soggettivo e' tutto un altro punto. Veniamo al comportamento di MDI. voi conoscete molto bene la situazione del credito italiano. anche senza vedere le immagini in dettaglio. MDI si muove e ad un certo punto arriva dove sta iniziando un danneggiamento nei confronti della filiale del credito italiano. [...] da parte di persone che non conosce. ce lo dice zampese che ha avuto la vita distrutta da questo processo penso. zampese ci dice che non spacca nulla, non tocca nulla, non parla con nessuno. a un certo punto sulla domanda suggestiva del pm, che ci puo' pure stare... "il numero 1 e MDI arrivano insieme?" intendendo parte dello stesso gruppo, ma zampese dice "compaiono insieme nell'immagine ma non arrivano insieme". [...] "io non iscrivo MDI nel blocco nero", dice zampese. [...] MDI non entra nel credito italiano, ma anche se fosse entrato non e' che possiamo costruire una responsabilita' di posizione... [...] Allora il criterio qual e'? Responsabilita' per concorso morale perche' rafforzava l'intento criminoso di chi danneggiava la banca. parliamone. il pm non spende una parola una sulla ragione per cui sussisterebbe il concorso morale. non la spende ne' in generale, facendo genericamente riferimento all'essere membro di un gruppo. il pm dice che io compio un atto di danneggiamento e poi seguo un gruppo al quale appartengo e quindi poi rispondo anche dei danneggiamenti che non ho direttamente provocato, il pm dice "non serve la prova", lo ripete mille volte... "non serve la prova che io abbia partecipato, perche' faccio parte del gruppo e quindi rispondo di concorso morale". Zampese stesso ci dice che MDI non fa parte del gruppo ma il pm non ci spiega allora perche' deve rispondere del concorso morale. allora ci tocca pensarci noi. partiamo dai manuali per chiarire il concorso morale: "oppure rimanendo alla sola presenza durante alla commissione del reato non si risponde, salvo che si tratti di un capocosca con forti capacita' intimidatorie". MDI e' un capocosca? il pm non ce lo dice cmq... ma questa e' la sua posizione? andiamo a vedere la corrente giurisprudenziale criticabile e superata dalle tendenze recenti, disprezzata in dottrina, ma c'e', che fa riferimento alla presenza dell'imputato sul luogo dei fatti, presenza inattiva, come quella di MDI in questo caso: anche qui il pm si muove sulla base dell'intuito, e mi riferisco alle vicende dei giornalisti amadori e baldassarre. il pm dice "non vorrei fare una considerazione stupida ma quei giornalisti non rispondono, e' intuitivo perche'". eh no... perche' quei due non rispondono e MDI si'. E' giusto che loro due non rispondono, ma sono due di cui uno ha fatto la guida per il blocco nero, mentre l'altro fa il fotografo personale di FP. Allora se la presenza e' rafforzamento dell'intento criminoso, ma allora questi due di cui uno li agevola concretamente mentre l'altro fotografa un soggetto che secondo il pm ama essere ammirato mentre fa dei crimini? forse qualche profilo si poteva trovare.... mi si dira' che manca l'elemento psicologico del reato. e per MDI? non lo si e' indagato, e quindi come si fa a provare? si presuppone. [...] non c'e' nessuna prova di interazione tra chi danneggia la banca e MDI ma si presuppone un concorso morale. [...] altrimenti ci dobbiamo spingere nei territori vietati della responsabilita' interiore di stampo totalitario... e questo forse vorrebbe il pm... cioe' che siccome dopo ore c'e' forse un danneggiamento contro un blindato allora dobbiamo presumere una volonta' analogo di aggressoine alla banca e forse di simpatia nei confronti di chi sta danneggiando... ma i principi legali non sono questi! la responsabilita' interiore e' un concetto che va al diritto preilluminista. cioe' ci vuole una prova certa! del rafforzamento di qualcuno! di chi? come? me lo deve provare il pm! [...] certo la prova non puo' essere il comportamento successivo di ore. non c'e' l'elemento soggettivo, che dovrebbe essere provato. ma andiamo a vedere il dolo! quantomeno deve sussistere il dolo per MDI dlela partecipazione alla volonta' di devastare la banca, non di danneggiarla e quindi cosciente della lesione dell'OP, che cmq non c'e'... e' la prima cosa che avviene, non e' successo nient'altro... ce lo dicono tutti: li' c'erano le ffoo. anche volendosi rappresentare qualcosa possiamo parlare di danneggiamento ma dov'e' la prova che MDI l'ha voluto? non c'e' la prova! in tutta la giornata MDI non compie un danneggiamento. l'unica prova che c'e' e' il lancio della pietra contro un blindato: dolo di resistenza, vedremo se giustificato o no. ma non puo' coprire un dolo per un fatto che avviene prima. non rileva! e poi bisognerebbe provare la volonta' di concorrere con altri. ma la prova non c'e'. per il pm la prova e' presunta! [...] ma anche per presumerla ci dovrebbe essere qualcosa, almeno seguire il gruppo o almeno parlarci... ma MDI no, non parla con nessuno, non segue nessuno, non lo vedremo mai piu'... e allora su cosa basiamo la presunzione? su niente, non c'e'! [...] quando dico che dobbiamo ritornare da capo a valutare il tutto e' che qui siamo in un contesto in cui una moltitudine di persone partecipa a manifestazioni e non e' che possono essere considerati responsabili di reati che vengono commessi... nessuno ha mai messo in discussione che quelli siano danneggiamenti, ma uno non ne puo' rispondere in quanto si e' nelle vicinanze. [...] cioe' o si dice che uno e' responsabile perhc'e il pubblico e' un elemento fondante della condotta, ma sarebbe stupido ma anche non configurabile sotto il profilo penale. [...] e in ogni caso bisognerebbe provarlo. non e' che si puo' costruire tutto su presunzioni sull abase delle quali chiedi 8 anni di condanna. andiamo a vedere la giurisprudenza sulla presenza: questo e' un caso in cui esponenti del partito radicale distribuiscono sostanze stupefacenti per fare campagna sull'antiproibizionismo. nel 2003 la cassazione esclude la responsabilita'... ed e' una cassazione che condanna i partecipanti alla manifestazione che abbiano partecipato alla riunione preliminare e che si siano accordati sulle modalita' anche se non hanno loro stesso distribuito le sostanze stupefacenti. e non condanna un soggetto che ha partecipato alla manifestazione. esclude il concorso morale per questi. cioe' per rispondere del concorso morale ci vuole una presenza qualificata. [...] questo parlando del mattino. poi il pm passa al pomeriggio. noi sappiamo dai testimoni perche' non e' facile ricordare dove va MDI dal mattino. ma l'abbiamo ricostruito. MDI e' in attesa di altri spezzini del corteo delle tute bianche. poi abbbiamo anche il dato della testimonianza di Castagnetto, di Libero, che ha avuto con MDI un'esperienza di un comitato di quartiere. Castagnetto ricorda di aver ricevuto una telefonata di MDI che gli dice di non riuscire a rientrare a La Spezia nel pomeriggio come si era ripromesso per le 17.00. Questo illumina anche un po' la condizione di MDI: non e' venuto per danneggiare o fare qualcosa di particolare. e' venuto all'ultimo momento, non e' riuscito a tornare indietro, sono circostanze che illuminano il suo percorso autonomo e la sua condizione psicologica ed emotiva. MDI e' li', e dobbiamo dire la situazione e' cambiata. Mentre prima MDI viene in contatto sporadico e rapido con un contesto che a prescindere dalla qualificazione giuridica e' un contesto che si muoveva anche e forse soprattutto con intento di aggressione del patrimonio, MDI si riunisce al gruppo di ragazzi della sua citta' che conosce, con i quali ha fatto un percorso di avvicinamento politico e organizzativo nei confronti delle molte manifestazioni di opposizione al g8. arriva una notizia, che un loro amico non si trova, forse e' stato aggredito dalle ffoo, e quindi MDI anziche' entrare nel corteo delle tb molto in alto, forse in un corteo gia' fermato dalla carica, ma fa un percorso laterale, che ha ricostruito a grandi linee attraverso il quale arriva poi in via casaregis. il contesto e' diverso: una manifestazione, di cui conoscete le caratteristiche. un contesto radicalmente diverso. [...] in comune con la mattina c'e' solo il luogo. il resto cambia tutto. lo stesso ispettore della digos di La Spezia ci dice che MDI partecipa sempre in maniera tranquilla, un tipo rispettabile, addirittura. [...] Nel frattempo avviene la carica su via tolemaide e le cariche sulle vie laterali. E qui abbiamo il secondo punto di rilevanza giuridica. L'avvocato Tambuscio ha perfettamente descritto le vicende e inquadrato in un criterio di criminosita' quella carica. Una carica ingiustificata, ordinata da un soggetto che non ne aveva titolo, in condizioni inopportune, posta in essere in modalita' inaccettabili, e in un contesto che non aveva senso. Il punto e' quello se le reazioni dei manifestanti nei confronti delle ffoo fossero giustificate, attenutate, scriminate e via dicendo. [...] Veniamo agli argomenti. il pm spezzetta i comportamenti dei pubblici ufficiali. il pm dice che la carica dura poco e una serie di microepisodi di violenza nei confronti dei singoli. per il resto e' tutto a carico dei manfiestanti. non e' cosi'. la ricostriuzione non e' vera e non e' correttamente intesa sotto il profilo dei principi. non sono rispettate le norme del TULPS, le modalita' per lo scioglimento del corteo, non ce n'erano le condizioni, siamo nelle condizioni in cui l'art. 17 regna. [...] il pm dice una cosa gravissima: "cosa dovevano fare i cc? lasciare la piazza ai manifestanti che l'avevano tenuta cosi' bene la mattina?" "che l'avevano tenuta cosi' bene la mattina" e' una suggestione gravissima, perche' sono due contesti diversi. E cosa dovevano fare, dice, lasciare la piazza ai manifestanti? E il pm usa un ottica militare, e non sbalgia, perche' sposa la posizione del capitano Bruno. E qui tornano in gioco quelle circostanze che il pm dice non c'entrano con questo processo ma che lo colorano. Quegli altri fatti sono le violenze su questo corteo, a piazza manin, alla diaz, a bolzaneto, perche' e' vero quello che dice il pm, indossando gli occhiali del capitano bruno. perche' per lui e' uno scontro militare! d'altra parte e' nella sua formazione. abbiamo avuto difficolta' ad averlo al processo perche'era impegnato in missioni militari. lui si vede di fronte un nemico. il problema se lo pone bruno quando vede che il nemico e' numeroso. [...] e questa e' l'ottica che sposa anche il pm, ma nel suo caso e' grave. dovevano lasciare la piazza ai manifestanti? si, assolutamente si. non per valutazione politica, ma perche' glielo impone la costituzione. i manifestanti non sono nemici, invasori, sono cittadini che esercitano un diritto fondamentale garantito costituzionalmente. dovevano lasciarla ai manifestanti. si', punto. e allora fanno la carica, sbagliano, compiono un reato, vabene. poi la situazione si ferma, c'e' questo povero mondelli che al processo e' indecoroso, ma in quelle circostanze e' un poveraccio che guida il gruppo di cui e' al comando ma che non comanda per niente, verso il sottopasso e non lo segue nessuno. i cc proprio se ne fregano, lo ignorano. poi dopo mondelli parla con il gruppo di contatto e nelle vie laterali i cc si mettono a fare le cariche coi blindati... complimenti. [...] cosa dovevano fare i cc? andarsene. punto. non e' una fantasia del difensore, ma anche la COT glielo dice. [...] invece cosa fanno? le cariche nelle vie laterali, con i blindati. che MDI vede, vive, percepisce. li' inizia una reazione che dura una decina di minuti. Voi lo sapete che l'uso dei blindati non solo e' illegale ma e' vietato dal manuale di Donnini. non di uno sconosciuto. [ legge ] ma lo fanno. e i manifestanti lo percepiscono. MDI e' in via casaregis, assiste a queste scene, dopo l'ultima carica dei blindati in quella via, MDI segue questi blidnati e nel momento in cui stanno per andare via vinto dalla rabbia raccoglie un oggetto e lo lancia contro i blindati che se ne stanno andando. Poi MDI va a una fontana sciacqua il viso, ritorna indietro e se ne va. Esce dalla vicenda, sono le 15:40, piu' o meno. Il problema e' ascrivere questi comportamenti nel quadro di una causa di giustificazione: il pm prende in considerazione l'art. 4 e dice che non e' configurabile in questo caso perche' gli episodi sono minimi e perche' bisogna indagare il contesto psicologico in cui agisce il pubblico ufficiale, e suggerisce alla difesa di concentrarsi sull'aspetto della provocazione. [...] Io in caso di condanna non dico per devastazione e saccheggio che non prendo minimamente in considerazione, ma di resistenza anche se io la considererei altrimenti, diciamo di resistenza, ci sono le prime tre attenuanti dell'art. 62: motivi di alto valore morale e sociale, [...] Riportiamoci al tema piu' serio delle scriminanti, e prima ancora dell'art. 4 completamente configurato, ma anche delle legittima difesa. usciamo dall'immagine della legittima difesa del corpo a corpo, e anche da quella recentemnte configurata della legittima difesa in casa... insomma un po' eccessiva per me... guardiamo la norma cmq. [...] il pm liquida in due parole la cosa dicendo: la legittima difesa ce l'ha chi viene manganellato. ma la lesione del diritto di manifestare che e' un diritto costituzionale, e' quello l'oggetto della violazione ed e' quello il diritto che puo' essere ristabilito, con una reazione... reazione proporzionata e lo vedremo. cioe' questi sono ancora li'. e poi deve essere necessitato, e qui il pm richiama il comodus discessus in senso precostituzionale. [...] cosa dovevano fare i manifestanti? dovevano lasciare la piazza ai cc? che continuassero a picchiare persone inermi? che continuassero a caricare con i blindati? no. potevano darsi alla fuga? no. dove dovevano andare. e' una reazione immediata che rappresenta agli occhi di chi reagisce un pericolo concreto, che continua a compiere violenze. e' una difesa legittima. non potevano scappare perche' scappando i primi, o quelli che si sono trovati a contatto con i cc, [...] lasciano alla merce' dei cc che hanno perso nel migliore dei casi la bussola gli altri manifestanti. e' una difesa legittima dal punto oggettivo ma sicuramente dal punto di visto soggettivo. Ma volendo superarla vediamo anche la reazione ad atto arbitrario. [...] Dei diversi orientamenti deve prevalere l'orientamenti piu' recente, cioe' quella che non prende in considerazione l'elemento soggettivo del pubblico ufficiale. [...] [...] MDI passa dopo aver visto queste situazioni in via casaregis, si muove in via tolemaide, e vediamo le immagini in sequenza. quando la dr.ssa canepa stava ricostruendo questa cosa sento che dice "con lanci e costruzioni di barricate MDI segue i blindati" e io mi sono chiesto se mi ero perso qualche immagine di MDI. e mi sono reso conto che era un'invenzione suggestiva della dottoressa canepa. questa e' l'idea di costruzione dell'accusa. buttando li' parole in liberta'. perche' uno non puo' dire quello che non si vede in immagini. non si fa cosi'. un'accusa seria se a un certo punto si dimostra nel processo in maniera esemplare come nel caso di MDI o di SN che non ci sono elementi, chiede l'assoluzione. altrimenti si guarda oltre il processo. non mi impressiono per i tentativi suggestivi, ma a un certo punto si deve avere una coerenza, una serieta' professionale. il capo 30 dice che danneggerebbe proprieta' pubblica per creare barricate... una accusa a cui attaccano 8 anni di condanna. non e' serio. non e' professionalmente serio. cmq continuiamo con le immagini e MDI prende e lancia una cosa che raccoglie da terra contro i blindati. zampese nel corso del suo esame sollecitato dalla domanda suggestiva del pm, prima si confonde ma poi precisa che non lancia sassi contro il blindato che rimane in panne, ma nei confronti genericamente dei blindati che se ne vanno. perche' al pm farebbe comodo che si girasse verso il blindato in panne. ma non lo fa e zampese professionalmente piu' serio a un certo punto, dice che non lo fa, ma che lo lancia verso gli altri blindati. MDI ci dice che poi si allontantana, va alla fontanella che e' verso brignole... perche' e' rilevante? perche' nell'imputazione poi c'e' il blindato in panne. MDI va via, nel frattempo i cc scendono e c'e' tutta la situazione. MDI ci dice che dalla fontanella torna indietro attraverso il tunnel e torna indietro. MDI dopo la fontanella torna. e vi mostro la ricostruzione del pm nell'ordine in cui ha messo le foto, perche' e' suggestivo. il pm dice: prima foto MDI a sinistra, poi vicino dal lato sinistro al blindato, poi degli innocenti dall'altro lato che guarda. il pm monta le cose in quest'ordine, e rimane suggestivo, non significa nulla, dato che tutto quello che c'e' nel processo dimostra che dopo MDI non c'e'. E' suggestivo perche' dice a fine giornata noi lo lasciamo li' con il blindato che poi brucera'. La ricostruzione e' al contrario. perche' il terzo vetro fdel blidato in questa foto , l'ultima, non ha ricevuto ancora molti colpi.... mentre nella seconda foto che secondo il pm e' prima, il blindato e' gia' stato danneggiato... allora la prima immagine e' questa, l'ultima secondo il pm, MDI arriva vede il blindato, si allontana, guarda di sbieco indietro verso il blindaot mentre altri lo danneggiano un po', e poi si allontana. Fine. Come si fa ad attribuire in concorso morale la devastazione del blindato. come si fa? il dolo dove lo troviamo? nel lancio del sasso contro il blindato? ma il lancio come anche i cassonetti che altri mettono in mezzo alla strada, non lo fanno per danneggiare, ne' per devastare, ma per resistere. sara' un eccesso colposo, sara' giustificata, o quello che e', ma e' una forma di resistenza, e' uno sfogo, significa: "andate via! lasciateci stare! restiuiteci la strada!" a quel punto puo' anche essere "vi odio!" ma non e' importante. non significa danneggiamento nel dolo, ne' tantomeno fare quello per consentire ad altri di danneggiare. ma cosa? [...] Alle 15:39 MDI va via: ha reagito, ha fatto al sua reazione, e se ne va. questa e' la condotta. e quella neanche e' una devastazione, ma uan reazione e un danneggiamento che nei confronti di lui o chi per lui ne ha compiute di ogni, ma cmq e' uan forma limitata, non c'e' lo stesso contesto della mattina in cui ci sono gruppi di persone che intendono aggredire in parte il patrimonio, ci sono persone che hanno reagito a un aggressione. [...] [ riassume: alle 16:00 e' al ponte di terralba, si trattiene con un rappresentante di lega ambieten 40 minuti, che poi si porta alla sede di legambiente in via caffa alle 17:00 circa, mezz'ora prima dell'omicidio di carlo giuliani, circa ] Questo e'. questa e' la realta'. ricostruendo nelle nostre imputazioni abbiamo MDI che guarda forse troppo da vicino il danneggiamento della banca del credito italiano, poi si sposta per la citta', vede altre situazioni di disordine da cui si tiene lontano, [...] poi aspetta il corteo delle tb, poi subisce le cariche in via casaregis, poi reagisce, poi va alla fontanella, poi si allontana. fine. [...] Intorno a questi eventi che durano in tutot 15 minuti il pm inventa cosa accade. inventa. [...] dov'e' la prova di un concorso? non fa nulla che gli possa essere rimproverato. se la prova si appende al video allora anche l'assenza dalle immagini e' importante tanto quanto se non piu' della presenza. [...] [...] [ fa un'ultima considerazione sulla personalita' di MDI il sincero democratico :)))) ] Per tutte queste ragioni credo che sia certo che MDI debba andare assolto per il capo 29 (devastazione e saccheggio) e debba essere assolto perche' il fatto e' scriminato per il capo 30 (resistenza aggravata) [ pausa ] D: (Galasso) [...] io non so se ci sia una suggestione non dico del processo ma magari delle difese, io dico che quando si parla di processo si debba parlare di reati di natura politica, che esistono. ma qui mi rendo conto che si presenta una questione al collegio che e' diversa. io condivido l'avvertenza dei pm che debba farsi una netta distinzione tra gli atti di danneggiamento compiuti a genova in occasione del g8 e il comportamento delle ffoo, ma come gli stessi pm nella loro arringa hanno finito con l'ammettere sia pure non esplicitamente, il contesto di queste drammatiche giornate genovesi e' un contesto complesso, intrecciato nei suoi aspetti fondamentali, e dico subito che sono abbastanza sorpreso di due aspetti e profili dell'arringa dei pm. da un lato il carattere la natura e la dimensione eccessiva della richiesta di condanna nei confronti di MDI, e probabilmente anche nei confronti degli altri, ma credo che sia compito del difensore limitarsi ad analizzare la posizione del proprio assistito. dall'altro che una lunga parte dell'intervento del pm sia indirizzato al concetto di OP e in qualche modo il collega e' stato molto suggestivo nel dire che il pm e' l'avvocato delle ffoo. io dico che cmq questa insistenza sul concetto di OP e' qualcosa di peculiare. La posizione di MDI e' emblematica di quello che i pm hanno definito come un complesso contenitore all'interno del quale le prove sono assolutamente inconsistenti. il collega sommovigo ha gia' espresso questa cosa in maniera completa. le condotte che gli sono addebitate sono assolutamente presunte, senza che possa loro essere attribuito un carattere anche solo indiziario. io vorrei suggerire al tribunale piu' che una sentenza esemplare, ammesso che si possa dare un senso positivo a questo termine, ma che si possa parlare di una vera e propria giustizia sommaria, e io non amo esagerare con le parole. quali sono le condotte attribuite a MDI? si e' trovato di fianco a una banca che era stata oggetto di un aggressione violenta, e dopo poco minuti parla con una passsante tranquillament, e poi gira intorno al blindato, e prima lancia una pietra. non c'e' altro. non c'e' altro. trovo privo di fondamento... non riesco a trovare una ragione rispetto alla quale l'accusa non ha cambiato l'approccio che forse all'inizio dalle prime informazioni sommarie era anche comprensibile... L'art 419 c.p. si chiama "devastazione e saccheggio". Basta leggere il secondo comma del 419 per rendersi conto a cosa si riferiva il legisltore nel 1933, e io sono niente affatto convinto che le fattispecie di reato debbano essere buone per tutte le stagioni. farebbe meglio il legislatore e la giurisprudenza a inquadrare le condotte che emergono da una societa' in trasformazioni secondo canoni e modelli di riferimento non costruiti in epoche storiche superate, mentre il 419 non so perche' non e' servito a palermo per i fatti del 1960, non e' servito per il boia chi molla, mentre si e' ritrovato per gli stadi e poco altro. gia' questo dovrebbe indurre a una notevole prudenza nell'inquadrare i fatti, anche quelli tragici, drammatici, aggressivi, nel 419. il collega ha fatto un esempio provocatorio: allora la distruzione dell'ambulanza che cos'e'? Con questi reati che hanno un'altra origine storica, che hanno un'ampiezza tale, e se si confronta con il 635 si vede che in quel caso la condotta e' precisa. in cosa consiste la peculiarita' del 419? il pm dice l'OP per il titolo in cui e' inserito il 419. vorrei ricordare che l'altro reato importante previsto nella sezione dedicata e' il reato di associazione a delinquere, di associazione delinquere di stampo mafioso, di scambio politico mafioso. ora vengo da un processo a caltanissetta che si e' concluso con la condanna di membri di una associazione mafiosa a 5-6 anni. e qui c'e' un concetto di OP evidente: l'OP e' quello economico, che l'associazione mafiosa mette quotidianamente in discussione e in crisi. puo' dirsi che l'OP della devastazione e saccheggio consiste nel comportamento che i dirigente delle ffoo, responsabili in quel momento dell'incolumita' pubblica compiono? mi pare una tesi insoddisfacente... vorrei richiamare l'attenzione del colleggio. non e' questo il punto, perche' poi si e' sviluppato un meccanismo perverso di apparente logica giuridica percui avendo MDI resistito a chi riteneva di dover tutelare l'OP questa e' la ragione per cui si contesta la devastazione e saccheggio. [...] Io non lo so se rispetto a questo reato ci sia da riconoscere un dolo specifico o un dolo generico, certo e' che mi lascia francamente atterrita la posizione del pm che mi propone di considerare il fuoco della volonta' del soggetto tanto che non e' necessariola piena coscienza e la piena volonta' dell'azione. [...] ma sicuramente il dolo non puo' consistere in una volonta' che corrisponde esattamente al reato di danneggiamento e che sarebbe un elemento oggettivo quello che qualificherebbe questo reato, trasformando il dolo generico in dolo specifico tramite le circostanze. [...] E veniamo al concorso: a MDI viene contestata la partecipazione materiale, della quale non c'e' alcuna traccia di prova, tutto supposto, altro che contributo rafforzativo dell'intento dell'agente... non ha senso. non riesco intendere l'intento di chi doveva rafforzare MDI! Ma addirittura si rappresenta una partecipazoine... una partecipazione materiale! [...] [ Galasso parla a caso di bblack bblocche e di assenza delle ffoo, e dei fatti di quei giorni come qualcuno che non ne ha minima idea, forse uno che e' codifensore dovrebbe anche venirci ogni tanto in aula o leggere gli atti prima del giorno dell'arringa ] [...] Io credo che la reazione del pomeriggio di MDI non e' una condotta penalmente rilevante. il lancio di una pietra verso blindati che si allontanano dopo le cariche... Ho ascoltato tempo fa una ragazzina, una di quelle che ha subito notevoli violenze sia nella caserma della diaz che a bolzaneto, una ragazzina di 18 anni che non apparteneva a nessun gruppo, che era a genova per partecipare a un grande movimento, e che mi ha detto come lei timida e quieta si era sentita di fronte a quello che aveva visto, investita di una furia reattiva che non le era mai capitato. [...] [...] [ repetita juvant ] [...] Si e' parlato da tempo della necessita' di tipizzare alcune condotte, in modo da trasformare l'art. 110 in una serie di condotte illecite che di volta in volta il legislatore ritiene sanzionabili. perche' l'applicazione del concorso materiale e morale richiede piu' prudenza, di quella che hanno usato i pm in questo processo. a maggior ragione quando si tratta di reati come l'associazione a delinquere di tipo mafioso o la devastazione e saccheggio. io credo che la sentenza coillustrata dallo stesso autore di cassazione sui limiti del concorso esterno siano assolutamente applicabili alla vicenda del 419. e' necessario mettere dei paletti. il passaggio e' la responsabilita' oggettiva. [...] come si fa a dire che la semplice presenza e' gia' essa ragione di addebito di condotte che non appartengono al soggetto imputato, ma ad altri? la giurisprudenza della cassazione invita ad essere prudenti, della necessita' della condivisione delle condotte. [...] [...] Dobbiamo ispirarci al principio di equita'. la condanna e la pena deve essere proporzionale a cio' che si e' fatto, alla figura di uomo e di donna che si sta giudicando. non tutti sono responsabili nei processi di genova. MDI non lo e'. e' stato riconosciuto e individuato e solo per questo inserito in un contenitore complesso, rispetto al quale c'e' il rischio che vengano profondamente stravolte le regole e i principi elementari del processo penale. io sono sicuro che voi non lo farete, ho questa convinzione, perche' tutto e' possibile certamente, ma che MDI abbia partecipato alla devastazione e saccheggio e' impossibile, non solo ingiusto ma impossibile. una assoluzione come quella che chiediamo puo' essere il modo per dimostrare che non c'e' giustizia sommaria, che non si tratta di fare un contro processo ma di valutare le singole responsabilita', di condannare o di assolvere chi rispetto alle prove presentate al dibattimento ha delle responsabilita'. D: (Tartarini) io iniziero' queste note seguendo quello che e' stata l'introduzione scelta dal pm, anche perche' io non avevo avuto modo di sentirla in aula, e sono rimasta sorpresa da due punti di vista: il primo e' che il pm nella prima mezz'ora di ragionamento sceglie di introdurre una serie di tematiche politiche, ed e' sorprendente dato che per anni si e' detto che questo non era un procedimento politico ma che aveva a che fare con singoli fatti, ma sono rimasta stupita per alcuni aspetti che il pm ha introdotto che mi sono sembrati di estrema gravita' e sintomo di un approccio estremamente ideologico di un ruolo impersonale come dovrebbe essere quello del pm, ed e' la parte che oppone una sorta di equiparazione delle ffoo e dei manifestanti, con le violazioni commesse da una parte minoritaria di ffoo e quelle commesse da una parte minoritaria dei manifestanti. questo confronto definito guerra tra bande riduce e sminuisce il ruolo proprio delle ffoo, non quello dei cittadini che non hanno obblighi specifici di tutela, ma di quelle forze dalle quali ci si attende tutela delle norme, rispetto della legge e professionalita'. [...] ragionando di fila su questo aspetto si arriva la paradosso che abbiamo una banda di violenti che usa strumenti fisici e giuridici che gli vengono affidati da un contesto sociale e un'altra banda che non ha qualifiche ulteriori. [...] il pm ci racconta di una estrema difficolta' che ha avuto di indagare i singoli imputati in questo processo, ma devo dire facendo una battuta che e' chiaro ed evidente a tutti che LF non ha avuto modo di inviare alla procura le foto della prima comunione per essere identificato come hanno fatto altri. chi ha fatto le indagini non era certamente qualcuno che era in rapporto di colleganza con LF ma erano gli ausiliari di polizia. questo ha un suo peso ed e' il frutto di questa equiparazione che non puo' starci. E' come ammettere che la strada delle nostre istituzioni e' aperta e tollera abusi, illegalita' e reati. [...] il punto e' che le violazioni sono avvenute in stretta contemporaneita' di luogo e di tempo con i fatti di questo processo: parliamo della violazione delle norme del TULPS, le cariche con i blindati, l'esplosione di diversi colpi di arma da fuoco in via tolemaide,i pestaggi su persone arrestate, tutte cose che conosciamo che sono certamente illeciti penali, e queste hanno a che fare direttamente con i fatti per i quali siamo a procedimento, ma credo anche che neanche i fatti piu' gravi che il pm dice non avere nulla a che fare con questo procedimento non possono ritenersi svincolati, per cio' che ci indicano, la diaz e bolzaneto, perche' o noi pensiamo che ci sia una sorta di follia momentanea che a parte le situazioni di piazza abbiano consapevolmente violato la legge con comportamenti gravi, o e' ovvio che questi episodi sono punte di iceberg di un atteggiamento estremamente diffuso che vedeva il manifestante come nemico, ma che ha fatto percepire alle ffoo il manifestante come portatore di diritti affievoliti, meno da tutelare di altri processi. non e' possibile non vedere che quel tipo di atteggiamento rimane sottotraccia in quei giorni e si riverbera sui fatti di piazza. su questo punto vorrei citare una riflessioni del 2001: "Chi si prepara a militarizzare l’ordine pubblico, probabilmente guarda a quella stagione di possibili dissensi sociali rispetto a possibili manovre governative ai danni dei diritti dei cittadini e dei lavoratori: penso ai licenziamenti, penso alla scuola. Se, chi volesse militarizzare l’ordine pubblico lo fa guardando a quella stagione, ovviamente noi dobbiamo interrogarci con fermezza su quale modello di ordine pubblico si vuole realizzare in questo Paese." chi ha scritto questa frase non e' un difensore, non e' un parlamentare immediatamente schierato che e' venuto in quest'aula, ma andruccioli su un numero di polizia e democrazia. quel noi si riferisce alla polizia di stato, e piu' in generale alle forze dell'ordine. venendo piu' strettamente all'oggetto del procedimento il pm ci dice che nonostante i 150 testimoni escussi gli elementi che l'accusa porta a suffragare la sua tesi arrivano principalmente dalle immagini video, e ce lo dice perche' i testimoni hanno risentito della propria visione soggettiva, e questa e' stata amplificata dall'appartenenza a schieramenti contrapposti. io continuo a spoerare per il bene della nostra democrazia che le ffoo non si percepiscono come uno schieramento contrapposto a qualche cittadino ma come soggetti ufficiali che vogliono contribuire all'accertamento delal verita' giudiziaria, ma questa affermazione manifesta un punto di vista su questo processo tutto. la cosa vera e' quelal che il pm ci dice sui video, cioe' che i video sono importanti perche' sono neutri. ma l'operazione compiuta non e' cosi' lineare presentando invece alcuni elementi di contraddizione. se da un lato infatti il pm sostiene di voler limitare la propria analisi ai fatti, tagliando fuori il contesto generale in cui essi si sono verificati, dall'altro pero', nell'impossibilita' di legare diversamente i fotogrammi frammentati relativi alle diverse persone ivi ritratte (ovvero degli imputati) concede cittadinanza nel processo a veri e propri trattati di sociologia sganciati da qualunque suffragio probatorio. A questo punto recupera la fragilita' del quadro accusatorio inserendo delle valutazioni assolutamente sganciati da ogni elemento probatorio, ci tornero' parlando dei singoli imputati, ma si va dalla descrizione da un supposto corteo del gruppo nero, alla ipotesi di un gruppo MC che non viene provato, fino ad affermare che ci fosse una prevedibilita' delle tute bianche del passaggio da una resistenza passiva messa in conto ch esi traforma in devastazione e saccheggio. con questa operazione bizzarra e priva di riscontri o con riscontri antitetici, andando oltre quella che e' la suggestione che e' possibile operare in un procedimento penale, dove deve sussistere un nesso tra l'azione voluta e le conseguenze volute o prevedibili. ma c'e' un altro punto che sta prima ed oltre il processo: la contraddizione tra questa volonta' di tenere fuori il contesto generale e' quella di aver scelto una imputazione come il 419, che riporta o avrebbe dovuto riportare nel procedimento penale tutto l'elemento del contesto, perche' quella norma puo' funzionare nel momento in cui si prova la dimensione di crisi dell'OP. quindi se da un lato si afferma di non aver voluto fare la commissione parlamentare di inchiesta, e siamo d'accordo nel non farla, ma di fatto non e' la difesa che ha scelto di usare il 419. e questo e' il nodo, perche' e' poi quello che tiene in piedi o dovrebbe tenere in piedi il 419, perche' altrimenti si potrebbero usare altri reati che non il 419, come la resistenza o il danneggiamento. per entrare nella parte centrale di questa discussione vorrei parlare delle scelte di OP in quei giorni, per capire se c'e' stata crisi dell'OP o meno e poi valutarne le scelte, OP anche nella sua versione piu' banale, ovvero della semplice scelta in una situaizone in cui si devono equilibrare il diritto di manifestare e altri diritti. cerchero' di essere breve, ma devo fare un passo indietro, che cerchero' di fare per punti, fino alla fase di preparazione del vertice. La preparazione del vertice avviene su due fronti: il fronte pubblico della stampa, e un fronte interno sottotraccia, che pero' e' quello che avra' le conseguenze piu' rilevanti, e che mirano alla costruzione del manifestante come nemico. Abbiamo verso il pubblico le informative dei servizi, con le dichiarazioni sui cecchini sui tetti del centro storico, le dichiarazioni del vice premier fini che voleva mandare l'esercito, la chiusura delle stazioni, le batterie antiaeree, l'acquisto di numerose body bags per eventuali deceduti, l'apertura di sale chirurgiche per la gestione di feriti gravi da arma da fuoco per quei giorni. Sottotraccia passa l'interfaccia del governo con gli organizzatori della manifestazione, perche' il gsf ricerca da subito una interlocuzione. la trova con quello che appare un esito positivo seppur tardivo: i manifestanti vengono rassicurati e si sembra vertere in una situazione di controllo dialogato della protesta che aveva funzionato nei vent'anni precedenti nel nostro paese. Altre cose avvengono pero': ci sono degli elementi che vanno in un senso e che sono elementi piccoli, per esempio il provvedimetno di differimento dei colloqui, la cui importanza sta nella previsione di un numero elevatissimo di arresti, una sorta di prefigurazione di un avvenimento che non avrebbe potuto essere una normale manifestazione; dall'altra parte avvengono modifiche grosse nell'organizzaiozne delle ffoo. Noi abbiamo la forma dei reparti mobili e che avra' tutte le armi che devono essere provati sul campo. il g8 avrebbe dovuto essere il teatro in cui questi corpi recentemente modificati avrebbero avuto il loro test definitivo. riforma dei reparti mobili in cui oltre a dotazioni diverse e diverse organizzazioni in plotone ha aspetti di addestramento: ad esempio vengono esperti americani ad addestrarli in particolare il VII nucleo del comandante canterini, che specificatamente vengono addestrati nell'uso del gas urticante e del nuovo manganello tonfa, difensivo se usato correttamente ma invece puo' avere esiti letali come un'arma da fuoco se usato impropriamente. Sul fronte dei cc vengono formate le CCIR, e non mi dilungo, ma sono il momento in cui si condensano due linee tendenziali di questo ultimo periodo a livlelo europeo: militarizzazione dell'OP interno e lo svolgimento di compiti di polizia internazionale all'estero. per le CCIR e' chiaro dove alcuni dei testi che sono venuti in quest'aula che hanno fatto parte di queste compagnie o le hanno orchestrate hanno fatto servizi in somalia per esempio prima del g8 e hanno agito in settori bellici dopo il g8, come per esempio l'uso dei video di genova per addestrare la polizia irachena. tutte queste modifiche hanno l’effetto tendenziale di trasformare l’ordine pubblico in maniera militare. il 2 giugno il prefetto deputato alla preparazione del vertice, emana l'ordinanza con la quale si crea la zona rossa. in questa ordinanza e negli incontri che seguono, ci sono una serie di passaggi che ci danno modo di capire come questa scelta fosse dovuta a tutelare le personalita' del vertice e che il ministero avesse dati certi rispetto alla parteciapzione di centinaia di migliaia di persone, che ci sarabbero stati atti di disobbedienza civile, e manifestanti che non avrebbero aderito alla piattaforma del gsf. [...] Ma l'ordinanza tende a spostare le forze migliori verso l'interno, ed avere come prima mira la tutela delle personalita' e creando la zona rossa limitare la protesta. per cui per la prima volta l'attenzione del governo e' rivolto a non fare accadere intorno alle personalita', ma tutto quello che avviene fuori con i manifestanti e i cittadini e' meritevole di minore attenzione. una conferma da questo punto di vista ci viene anche dall'atteggiamento in quei giorni di Pericu: "la sensazione che ho avuto io quel pomeriggio e' che la gran parte delle forze di polizia fosse volta a proteggere la zona rossa da quei supposti assdeianti. ma in quel momento il problema dell'ordine pubblico in citta' nn riguardava solo la sicurezza dei capi di governo ma anche la sicurezza dei genovesi e di coloro che erano venuti a genova a manifestare". Un altro esempio e' quello del carcere di Marassi. il comandate chessa ci ha detto di aver comunicato piu' volte ai responsabili dell'op che il carcere poteva essere un obiettivo sensibile e forse era da tutelare in qualche modo. in quei giorni non e' stato valutato tale, tanto che il comandante chessa e' stato traquillizzato con leggerezza. Nell'ordinanza abbiamo un elenco al millimetro delle scorte delle personalita', mentre i servizi d'ordine per l'OP vengono emanati alle 5 del mattino. tanto che ancora sempre su polizia e democrazia, che mi piace citare come fonte non di parte: "La citta' di Genova veniva divisa in zone colorate e la cosiddetta zona rossa, quella entro la quale si riunivano le delegazioni dei grandi, veniva presidiata e tutelata come una fortezza inespugnabile, mentre tutto il resto della citta' diventava terra di nessuno". Ancora e li cito solo di passaggio alcuni elementi: la presenza di "corpi speciali di sicurezza" nazionali ed internazionali, le interazioni ufficiali o ufficiose con i responsabili di polizie straniere relativamente alla sicurezza dei capi di stato, l'affiancamento ai vertici della polizia locale di massimi dirigenti di livello nazionale senza chiare competenze specifiche che comportano confusione nelle linee di comando e deresponsabilizzazione di chi dovrebbe invece, in una situazione piu' chiara, rispondere della gestione dell'OP. [...] Quindi ci possiamo porre una serie di domande: se l'OP e' la pacifica convivenza nelle regole questo entra in crisi ben prima delle manifestazioni, ma lo e' gia' nella preparazione. Non e' forse crisi dell'OP creare allarme nella popolazione? Invitarla ad abbandonare le proprie case e a difendere i propri beni? Impaurire il popolo? Far gestire il proprio OP ad agenti stranieri? mettere cecchini di servizi extranazionali a difendere zona del territorio nazionale non militare? Lo avremmo mai tollerato? Se questo e' l'OP la sua crisi non inizia con i cortei e con i manifestanti. [...] Se invece ci vogliamo stabilire su un'altra versione dell'OP ovvero quella che ha a che fare anche con la questione della protesta, che peraltro richiama il pm senza darne spiegazione, allora forse e' necessario sopperire al lavoro della procura e capire che scelte sono state fatte da chi aveva il potere di gestire l'OP e capire se qeuste scelte hanno determinato la crisi dell'OP o hanno ottenuto gli obiettivi delle scelte fatte. Io comincerei da due dati, del ministero dell'Interno: "Erano oltre diecimila gli uomini delle Forze dell’ordine comandati in servizio per la sicurezza delle circa 1.500 persone che hanno fatto parte delle 8 delegazioni straniere al seguito degli otto uomini piu' potenti della terra ai cui lavori si erano accreditati circa 6.000 giornalisti. Nelle Forze dell’ordine 4.200 carabinieri, 4.200 poliziotti, 2.100 finanzieri; gran parte di loro equipaggiati con divisa antisommossa: scudo piccolo e rotondo, tuta per lo scontro ‘a uomo’ con rinforzi in plastica dura ai gomiti, spalle e ginocchia (quasi una tenuta da giocatore da football americano), micidiali manganelli di nuova generazione. Queste forze sul campo, dotate di lanciatori di gas lacrimogeni, erano supportate da 4 aerei, 15 elicotteri, 4 mezzi navali e centinaia di camionette blindate di piccole e medie dimensioni Nella protezione della Zona Rossa della citta', quella che prevedeva una fascia di alta sicurezza per i lavori del Vertice, sono anche intervenuti 2.700 militari dalle tre Forze Armate: Esercito, Marina, Aeronautica, che, in nessun caso - aveva precisato una nota del ministero della Difesa - sarebbero mai entrati in contatto con i manifestanti e non avrebbero mai avuto alcun compito di gestione dell'ordine pubblico, Il ministero della Difesa, rendendo noti questi dati, aveva anche aggiunto che tra il personale impiegato sono stati previsti anche specialisti per la guerra Nbc (nucleare-batteriologica-chimica), artificieri, navi dotati di sistemi di difesa aerea, cacciamine e una batteria missilistica terra-aria." Oltre a questo noi sappiamo gia' la difficolta' che si e' data con le COT, la fiducia nei mezzi tecnologici che forse non ha pagato molto, e questo e' il dispositivo che viene messo in campo, ma dal punto di vista della gestione dei manifestanti, la sensazione e' che ci sara' una gestione dialogata attraverso la mediazione del prefetto Andreassi che da 25 anni lavora a questa impostazione, in cui si stavano instaurando una serie di regole e di comportamenti conosciuti e sperimentati. Gia' dal venerdi' in tarda mattinata questo approccio salta e peggiora via via di piu'. Il momenot in cui questa gestione la vediamo applicata e' il momento in cui lei chiama il prefetto andreassi per dire che il corteo ha sbagliato strada e deve tornare verso piazzale kennedy, cosa che viene garantita. C'e' un'interruzione dell'interlocuzione non solo con i manifestanti ma anche con tutte le autorita' civili, il sindaco di genova, ma anche i parlamentari che nonostante il pm pensi siano parte dei criminali, sono lo stesso delle autorita'. e' questa interruzione che ha fatto dire molti analisti di "sommossa di polizia" pertanto. al di la' delle immagini molto suggestive, degli incendi e dei danneggiamenti.. nn e' affatto ininfluente o peregrino chiedersi: cosa e' successo veramente a genova? C'e' stata davvero l'impossibilita' da parte delle ffoo di inerrompere la commissione di reati? io penso di no. Faro' alcuni esempi dall'arringa dei pm, cosi' da non venire accusata di faziosita'. Iniziamo alle 10 circa in piazza da novi dove si radunano i manifestanti. le telecamere del traffico inquadrano la situazione quasi minuto per minuto. ed e' il PM che ce lo dice, avvalendosi per la sua ricostruzione proprio prevalentemente di queste e delle tel al COT. dice il PM "iniziano a demolire in modo sistematico" inizia il crescendo di violenza che "nn si e' stati in grado di controllare" e questa affermazione del Pm e' un po' surreale dal momento che sembra lasciar intendere che avrebbero dovuto controllarla gli altri manifestanti che peraltro avevano dichiarato di non volerlo e poterlo fare gia' nei mesi precedenti. in realta' cio' che e' vero e' che le ffoo controllano benissimo. sia attraverso tel del traffico che attraverso tel dei cittadini che li ragguagliano puntualmente su quanto sta avvenendo. Alle 11 l'assembramento viene caricato in piu' direzioni e in piu' momenti disperdendolo in diverse direzioni. il teste giulietto chiesa ci dice: "Le Forze dell'Ordine devono mantenere l'ordine. In quel caso li' partirono contro delle persone probabilmente malintenzionate ma senza curarsi minimamente di quello che avrebbero provocato. La sprovvedutezza mi colpi', perche' in realta' nello spazio di venti minuti una situazione che poteva essere se opportunamente gestita mantenuta in un certo ordine divenne una situazione di completo disordine." Il pm ci dice che ci sono vari focolai di guerriglia, tra l'altro termine francamente eccessiva, e il pm ci suggerisce l'interpretazione che questi gruppi di persone siano cosi' organizzati che si uniscono e si separano in maniera spontanea recandosi a fare danneggiamenti in varie zone per rendere piu' difficile l'intervento delle ffoo. in realta' quello che ci dice il pm e' che non avviene questo, ma che l'assembramento unito di persone viene ripetutamente caricato e incalzato dai cc e dalla ps e si frammenta nella fuga in mille rivoli. E' anche da notare che il pm cita una quantita' enorme di danneggiamenti che non sono neanche inclusi nel capo di imputazione e che non hanno nessuna costituzione di parte civile. io vorrei fare una breve parentesi perche' e' un elemento importante: ci siamo chiesti perche' una serie di persone private e di aziende non si sono costituite parti civile? E' avvenuto perche' il governo italiano e il comune di genova ha stanziato una parte di denaro rilevante finalizzato a coprire in forma sostanzialmente assicurativa i danni eventualmente risultanti da manifestazioni di piazza. in una forma simile a quella che e'a vvenuta ad evian e ginevra l'anno successivo: ci sono stati cortei e danneggiamenti, e anche in quel caso il governo francese dichiaro' che avrebbe rifuso i danni e lo fece. Faccio notare che per tutti i manifestanti arrestati in quel contesto non hanno mai preso piu' di 12 mesi di condanna. E' quindi chiaro che il conto delle scritte sui muri avrebbero dovuto essere rifusi dagli organizzatori se si segue un certo ragionamento, o si fa un altro ragionamento che e' quello che il sindaco vincenzi ha chiamato "il prezzo della democrazia", che era stato previsto per i fatti di genova. E' chiaro che le situazioni sono diverse, ma anche diversa la scala di partecipazione. e' chiaro che le manifestazioni normalemente sono contro, perche' o si ammettono solo le manifestazioni a favore del governo e quindi siamo in uno stato totalitario, oppure le manifestazioni sono di dissenso in cui sono previsti e tollerati, come ha detto la della porta, minime commissioni di reati, per la tutela piu' ampia di un bene generico come l'OP. Se avesse vinto la linea del prefetto Andreassi forse sarebbe stato diverso. Andreassi ci dice: "valeva la pena mettere a repentaglio l'incolumita' dei manifestanti per tutelare dei beni materiali?". E noi siamo d'accordi. Continuando negli esempi, noi vediamo che la COT cita le telecamere del traffico minuto per minuto. percui e' difficile dire che la situazione non era sotto il controllo delle ffoo, dato che nulla di non visto o di non previsto avviene nelle strade di genova. ma c'e' un altro punto, perche' e' un sintomo dell'operazione dell'accusa in questo procdedimento. il pm ci descrive degli attacchi violenti su tutto il perimetro della zona rossa, cercando di suggerirci una situaizone difficilissima da controllare e quindi l'impossibilita' da parte delle ffoo di gestire la sitauzione. in realta' se noi andassimo a vedere quello che accade davvero in quel contesto avviene qualcosa di molto diverso e ci sottrarremmo al gioco retorico del pm. e basta che lo facciamo con i testi della procura. il teste guaglione, in piazza dante: "Sono passate due o tre persone. Una ragazza sicuramente e poi c'era un... se non ricordo male uno straniero, di eta' diciamo abbastanza... una persona matura, e forse un terzo, pero' il terzo non lo ricordo distintamente, quindi... pero' non hanno fatto violenza nell'oltrepassare, perche' e' successo questo: l'autoblindo spingeva il new-jersey contro la porta di accesso, a un certo momento a furia di essere continua... continuamente movimentato si e' creato un varco e attraverso questo varco laterale sono entrati..." le persone sono state arrestate e portate a bolzaneto, gli altri allontanati con gli idranti senza che le ffoo debano uscire dalla zona rossa. il teste delavigne in piazza corvetto: "si arrivano 2000 manifestanti che premono sul varco di assarotti ma sono poco motivati". il teste azzolini sempre in piazza corvetto: "poco prima che arrivassi io. So che hanno utilizzato degli idranti, erano riusciti un po' a respingerli. Pero' quando sono arrivato io e io ho iniziato a schierare i miei uomini, a rinforzare i cordoni con i miei uomini, pero' diciamo situazioni... in quel momento situazioni di... di gro... di tensione ce n'era, di grossa tensione non ce n'era", e poi in piazza portello: "a questo punto man mano che hanno cominciato a scendere i manifestanti da Via Caffaro per evitare che si creare proprio un contatto fra i due ho dato ordine di fare, non tanto una carica, di avanzare un po' e di lanciare dei lacrimogeni. Con i lacrimogeni il gruppo si e' fermato e ha cominciato a retrocedere e si e' sempre attestato in cima di... di Via Caffaro continuando a tirare giu' dei cassonetti... Allora a questo punto noi... visto che erano abbastanza lontani abbiamo preferito mantenere la posizione li'. Poi siamo rimasti fermi per un po’. La situazione e' stata abbastanza tranquilla fino alle 17. Diciamo tranquilla nel senso che noi eravamo sotto e il gruppo di autonomi erano tutti sopra." Il pm chiede: "Lei ha avuto comunicazioni con la centrale operativa, nel senso ha fatto... segnalava quello che stava accadendo?" e il teste risponde : "No. No perche'... sapevamo che se non sbaglio la zona era gia' controllata da... con delle telecamere." Si capisce perche' il pm cerca di suggerirci una versione diversa dalla realta', per giustificare quello che fanno le ffoo, e la definizione di crisi dell'OP. i testi ci dicono qualcosa di diverso, cioe' non soltanto che non c'era nulla di sconosciuto alle ffoo, ma anche che con ogni evidenza gli attacchi sui varchi non erano certo della gravita', dell'intensita' e della violenza che il pm ci ha voluto suggerire. Poi il pm parla dell'assalto alla caserma di san fruttuoso e ce lo descrive come una situazione terribile, ma il responsabile dell'ordine di quel luogo venuto a testimoniare ci dice che non e' successo niente. e sono solo alcuni esempi, ce ne sarebbero mille. cito anche l'esempio del furgone bianco a seguito della perquisizoine del quale e' stato arrestato CC: si descrive questo furgone, che forse distribuisce oggetti atti a offendere, e ci viene detto che li distribuisce a persone del blocco nero, ma ce lo dice il pm, tocca fidarsi, non ci sono elementi oggettivi che ce lo dicono. Viene citato il teste D'Agnano, che segue il furgone, prima dopo e durante. il dispositivo di controllo dell'OP funziona perfettamente. non si vede dove sia ilproblema. E il teste D'agnano ci dice che : "..abbiamo trovato all’interno delle grosse casse acustiche, impianti di amplificazione stereo, aste di plastica, bandiere, zaini contenenti offe... oggetti personali, poi caschi, cacciaviti, forbici e altre... fotocopie delle piantine della citta' di Genova relative alle zone dov’erano avvenuti gli scontri il giorno precedente". Niente di riconducibile al blocco nero, e niente che possa ricondurre le persone poi arrestate e archiviate a una situazione di violazione di legge. [...] Io mi rendo conto che questa parte sembra eccessiva, ma questa difesa cita solo testi dell'accusa, quindi cose ben note al pm quando ha scelto di usare il 419. [...] Dopodiche' ci possiamo chiedere perche' in molte di queste situazioni ci siano molti dispositivi di polizia che osservano numerosi danneggiamenti peraltro limitati. la risposta e' semplice e sta in quell'ambito di gestione dell'OP che tende alla de-escalation del conflitto, cioe' a non amplificare le situazioni di contrasto e quindi di insicurezza per manifestanti, cittadini e fffoo. IL teste Guglielmino ci dice: "Noi abbiamo assistito a una serie di danneggiamenti pero' secondo una... secondo disposizioni sull'impiego della Forza Pubblica che opera in contingenti un contingente di 50 uomini si muove naturalmente con maggiore lentezza rispetto... rispetto a... a una squadra... a una squadra singola. Nel contempo naturalmente c’era l'elicottero, c'era la scientifica che effettuava delle riprese..." Poi parliamo del corteo a sampierdarena di cui si e' parlato poco in questo processo: forse perche' erano poche persone? no perche' erano 7000. forse perche' era tranquillo? no, perche' erano sindacati autonomi e anarchici. perche' non ci sono danneggiamenti? no perche' ci sono i danneggiamenti, ma il corteo non viene caricato, non c'e' diffusivita' del confronto tra manifestanti e forze dell'ordine, e il pm non si chiede perche, ma ce lo dice un membro della digos di torino: " pur in presenza di facinorosi, non hanno disperso il corteo. E' buon uso mantenere contatti e concordare il percorso con gli organizzatori." E Guglielmino che ci dice: "fu ribadita la direttiva di non intervenire... non intervenire a fronte di semplici danneggiamenti, intervenire solo, compatti e con contingenti allineati e compatti, quando effettivamente fosse necessario per disperdere i facinorosi o per tutelare l'incolumita' pubblica. Il danneggiamento non dico che fosse messo nel conto ma considerati gli eventi della giornata precedente, le notizie che arrivavano, la situazione, tutto lo scenario diciamo, i danneggiamenti... be', si', erano anche prevedibili. Un danneggiamento ovviamente e' meno grave... il danneggiamento di un bene mobile, che non l’incolumita' di una persona, anche perche' insomma, poi, in linea di massima... ci puo' essere anche una copertura assicurativa." Ma ce lo dice pure il dr. Gaggiano: "abbiamo consentito che face... questo lo ricordo bene, consentito che facessero questi danni perche' se io avessi caricato prima avrei schiacciato le persone che transitavano di dietro”. “Nel momento in cui hanno cominciato a lanciarci addosso dei sassi ho ritenuto opportuno... ho fatto lanciare dei lacrimogeni per tenerli li' distanti e per evitare un contatto diretto, che il contatto diretto e' piu' difficile poi gestire, no?, nel senso che se dico caricate poi insomma... fermatevi nel momento cosi' insomma e' piu' difficile e quindi era meglio tenerli buoni li' cosi' insomma". Che quindi ci siano modalita' dell'OP che tenga conto dei risultati e della diversita' tra un danneggiamento e il capo di imputazione del pm lo vediamo dall'atteggiamento dei funzionari di polizia, che sanno si riconoscere un danneggiamento da altro. Ma direi e per concludere questa parte sulla descrizione di quanto avviene e sull'uso delel testimonianze, sulle scelte insindacabili delle ffoo, la da il dottor mondelli dicendo: "avremmo potuto fare mille cose, ma abbiamo deciso di fare quello". non dice di aver dovuto fare quello, ma di aver scelto di fare una certa cosa. ma la scelta del funzionario di piazza puo' essere messa a carico dei manifestanti, degli odierni imputati e dei miei assistiti? Io credo di no. Ma c'e' da fare una riflessioni piu' profonda in tema di scelte sull'OP a genova e io vorrei leggere ancora poche righe tratte da polizia e democrazia, sempre andruccioli: "A Genova si e' sperimentata un'altra Polizia e un'altra gestione dell'ordine pubblico e della sicurezza. Si sono tentate le prove di una svolta autoritaria, vendicativa, violenta". E ancora: "l'impostazione strategica dell'ordine pubblico, durante quei giorni, cioe' con un 'fortino' super controllato da una parte e con una citta' con i reparti militari pesanti, lenti, non efficaci dall'altra, e' un'impostazione strategica sbagliata e che purtroppo prelude (ormai abbiamo tutti gli elementi per immaginarlo) un ordine pubblico di questo tipo dove c'e' meno dialogo, meno attivita' preventiva, piu' attivita' repressiva, piu' uso della forza." E ci dice altre cose su cui dovremmo riflettere: "Questo insistere sull'esistenza ormai soltanto di guerriglia urbana in piazza in realta' non fa altro che alzare la soglia di accettabilita' di una piazza dura e violenta e non penso che questo vada negli interessi degli italiani. Allora bisogna saper utilizzare questi concetti con molta prudenza e sapere che gli incidenti in piazza si trasformano in guerriglia urbana quando l'ordine pubblico ha fallito. Noi dobbiamo prepararci a fronteggiare possibili incidenti, ma non col modello Genova, quindi non con il modello 'linea rossa, fortino invalicabile', ma con il modello prevenzione, dialogo, responsabilita', uso controllato della forza". Lo dice polizia e democrazia. Non dice questo numero della rivista, che c'e' stato un tasso di aggressivita' e di lesivita' di diritti e beni da parte dei manifestanti che ha portato a un OP di un certo tipo, ma che si e' scelto un OP di un certo tipo che ha portato conseguenze sul campo e che e' stata scelta e voluta ma magari non tenuta in conto nelle conseguenze. Credo che sia evidente a tutti che non vi e' stata da parte dei manifestanti in nessuna occasione ne' il livello di coscenza ne' di organizzazione che il pm ha voluto suggerire o affermare in maniera apodittica. ne' la possibilita' da parte dei manifestanti di prevedere l'intervento delle ffoo. l'OP non e' stato in crisi mai. magari ci sono stati errori ma non e' stato in crisi. e' stato scelto. quello che si puo' evincere chiaramente sia dagli interventi del mattino che, e soprattutto, da quello sulle tute bianche e' che a genova si sono scontrate diverse strategie di intervento e mantenimento dell'Op da parte delle ffoo, strategie che entrambe hanno una loro dignita', e che possono dare risultati, ma che a genova sono state applicate in maniera da un lato molto sperimentale e dall'altro molto marginale e che hanno comportato delle conseguenze che volute o non volute sono state diverse da quelle che ci sarebbero state con una gestione dialogata. Quello che ci dimostra questa vicenda e' che non e' certa la sussistenza della crisi dell'OP, ma che se lo studio sulla tutela dell'OP fosse stato fatto per tutelare il diritto a manifestare e non per tutelare le personalita' avremmo avuto risultati ben diversi. Su qeusto tutto concorde a darci un quadro completo dalle relazioni di servizio alle telefonate in centrale. La macchian organizzativa non e' mai stata in affanno, ma opera una serie di scelte indipendenti e autonome. a venirci in aiuto chiaramente su questa ricostruzione giunge anche la telefonata piu' volte citata del sindaco a vittorio agnoletto alle ore 15 circa in cui lo stesso si lamenta per il fatto che la maggior parte degli uomini delle ffoo siano attestati nella zona rossa a difendere il vertice e non sul resto del territorio cittadino. e, purtroppo, soccorre altresi' la valutazione operata dal presidente del consiglio al termine del vertice in cui lo stesso (nonostante quanto accaduto, la morte di un manifestante, i feriti etc) sosteneva che tutto fosse andato per il meglio, dal momento che i lavori del vertice non erano stati disturbati!! e allora, occorrerebbe forse partire da qui per valutare se l'op a genova fosse in crisi in quei giorni. e se per caso, gli abitanti della citta' di genova e i manifestanti giunti qui da tutto il mondo non siano stati consapevolmente sacrificati al fine di mantenere la tranquillita' all'interno della zona rossa in cui, in modo surreale, si discuteva, si cenava, si facevano foto ricordo senza che tutto il frastuono che c'era fuori potesse giungere a turbare l'idillio. Mentre a genova c'era la crisi totale in zona rossa c'erano chiamati 60 sommelier! QUesta domanda su quale fosse al finalita' e il bene pubblico da tutelare se la sono posta in molti, comprese le ffoo, che nell'agosto del 2001 si chiedono se "gli strumenti della sicurezza utilizzati a Genova erano quelli giusti e si domandava al governo di dichiararsi disponibile a spiegare quali siano state le sue priorita' per la sicurezza del G8". Se questa e' la premessa, possiamo dire che l'OP non e' stato in alcun modo messo in crisi. e che questa ricostruzione nn sia peregrina ce lo dimostrano diversi analisti delle strategie di OP che affermano in realzione alla tensione sopra citata fra esigenze di sicurezza dei vertici e delle personalita' e garanzia del diritto a manifestare come in tali occasioni lo Statao ospeitante debba confermare la propria capacita' di gestione anche attraverso la affermazione visibile del monopolio nell'uso della forza. anche attraverso la fortificazione dei vertici che produce effetti pericolosi concentrando gli sforzi della polizia a sua difesa e allontanando la possibilita' di dialogo con la protesta. ma anche volendo ritenere che ci sia stata la volonta' di tutelare la pacifica convivenza al di fuori della zona rossa, che fosse presente nelle menti dei funzionari di PS e CC il superiore fine del contemperamento dei diritti di manifestazione del pensiero dei dimostranti e di tranquillita' e proprieta' degli abitanti di genova, appare evidente che tale fine non e' stato raggiunto solo ed esclusivamente a causa di scelte, anche errate, compiute dalle FFOO e che non erano in alcun modo ne' previsti ne' prevedibili da parte dei manifestanti e degli odierni imputati. e giunti a questa conclusione, che ormai, al di fuori di quest'aula e' patrimonio comune ed assodato, potremmo dividerci fra coloro che pensano che tali errori siano da imputare ad una precisa regia, ad auna sorta di "complotto" o, come e' nel pensiero di chi parla, ascriverli semplicemente ad incapacita', mancanza di coordinamento, derivanti in larga parte non dall'impreparazione delle nostre forze di polizia ma dal fatto che l'interesse delle medesime fosse concentrato altrove e che, proprio per questo sia siano scelte modalita' di intervento che nn tenevano conto dei risultati. fra queste modalita' come dice il ct: " si sono utilizzati degli strumenti che i funzionari stessi di Polizia, nel corso delle nostre interviste precedenti a Genova, avevano considerato di per se pericolosi, in termine di potenziale escalation, quindi rottura dell’ordine pubblico, lacrimogeni e blindati. " Tutti questi interrogativi, queste possibilita', per cui queste scelte sono state fatte o ne sono state fatte altre, hanno un loro interesse poiche' ci spiegano che tutto quell'apparato si muoveva di vita propria e ha scelto le proprie dinamiche di intervento indipendentemnte da quelle che sono state le dinamiche della protesta, e dai reati poco gravi se vengono presi nella loro realta' ontologica di danneggiamenti o resistenza, che normalmente si verificano in manifestazioni di massa. e se cio' sarebbe gia' di per se' sufficiente a pervenire ad una valutazione di insussistenza dei presupposti richiesti per l'applicazione del 419 al caso di specie, occorre pero' soffermarsi ancora pochi minuti sul concorso di persone e su come il medesimo e' stato configurato dal pubblico ministero ai fini dell'applicazione della fattispecie suddetta, pero', per limitare i tempi dll'esposizione mi limitero' ad accennare agli elementi relativi al concorso nella parte in cui trattero' delle posizioni dei singoli imputati da me assistiti. Per la terza volta questa norma e' in questo momento al vaglioi della corte costituzionale per opera di un giudice toscano. [...] Passando alla situazione di via tolemaide dobbiamo dire che e' una situazione molto particolare perche' priva di qualsiasi appiglio all'imputazione del 419 cp. Io non ripeto nulla sulla ricostruzione, per la quale rimando alla arringa dell'avvocato tambuscio. [...] Proviamo a calarci nell'atmosfera di quel giorno: ci sono ventimila giovani che vogliono fare una cosa tutto sommato soft come la disobbedienza civile, a cui accade quello che ci dice giulietto chiesa "perche' quei 2 o 3 mila giovani che stavano alla testa del corteo vengono (e badate non si sono) trasformati in combattenti attivi e furibondi". Chiesa dice "vengono trasformati" non dice si trasformano. Non c'e' una volonta' individuale dei manifestanti di trasformarsi in qualcosa di diverso, ma l'essere un soggetto passivo. Nesusno vuole negare l'esistenza di due ore di tafferugli per dirla giornalisticamente ma sicuramente e' necessario contestualizzare dal punto di vista materiale e psicologcio quello che avviene, per capire come ci si arriva e per verificare se ci sono state alternative per queste persone in quel contesto. Scajola sostiene di aver detto alla sinistra in quei giorni di rimanere a casa, lo ha detto recentemente su repubblica. ed e' quello che ci dice il pm, cioe' ci viene detto: "non potevano pensarci un po' bene che stavano infilandosi in un incubo orribile quando sono venuti a fare gli ingenui a genova?". Questo pero' non attiene alla realta'. Questi giovani erano gia' li'. Venivano da lontanissimo. E inoltre in uno stato democratico c'e' il diritto a manifestare, c'e' un percorso di un percorso organizzato, e uno stato democratico deve garantire tutto questo anche in presenza di modeste situazioni di tensione. Cosa fosse la disobbedienza civile ormai e' cosa nota, lo sapevano tutti e lo hanno raccontato in aula. C'e' stata anche molta discussione sulla famosa dichiarazione di guerra, anche il pm la cita dicendo che con quella dichiarazione avrebbero determinato un escalation. Dovevano saperlo dice il pm. Non e' cosi'. Non e' cosi' perche' il fatto che ci si trovasse in un ambito in cui c'era una distinzione abbastanza evidente, e lo sa il pm dato che c'e' scritto nella sentenza di archiviazione per luca casarini, che ci fosse un livello simbolico politico e una dinamica di piazza concreta rispetto all'azione che si sarebbe fatta e che non sarebbe stata violenta, lo sapevano tutti: il ministero, i partecipanti al corteo, i giornalisti, lo sapeva pure angelo gaggiano che aspettava il corteo in piazza verdi: "E comunque era stato disposto ed era stato stabilito che glielo si consentiva e si consentiva tutto cio' che era normale, vestirsi, arrivare con gli scudi di plexiglas, con tutto quello che doveva essere fatto per la loro visibilita', cosi' avevano detto, fino a Piazza Verdi e non oltre". E tra l'altro una cosa che ormai era consolidata da anni nelle manifestazioni in italia. I limiti per la manifestazione erano quelli di non avere armi atte ad offendere, cosa ormai appurata in forma consolidata e il timore era quello di non avere i margini di contarttazione per fare un passo dentro la zona rossa, anche simbolico, una pratica che in altre occasioneera consolidata, e che non comportava una rottura dell'OP ma neppure un livello di violazione di norme e di violenza di nessun tipo. [...] L'organizzazione del corteo era la solita: con persone della digos, al centro, ai fianchi e in testa al corteo. E Gaggiano ce lo conferma: "Sono rimasto informato della discesa del corteo, di quello che stavano facendo al centro, in mezzo, ai fianchi ovviamente dagli uomini della DIGOS". Tanto che quando arrivano in toleamide e vedono il fumo, le persone si fermano e chiedono alla digos numi. la digos chiede di rallentare, e il corteo rallenta. tutto sotto controllo fino al maledetto imbuto di via tolemaide. Gaggiano conferma il momento di gestione dialogata della protesta fino a via tolemaide: "anche il 20 io avrei dovuto avere ovviamente contatti con chi stava alla testa del corteo. Cosa che non e' mai avvenuta perche' non sono mai arrivati dove io li aspettavo". L'intervento dei cc interrompe soprattutto la sensazione di muoversi sul terreno di regole condivise con la controparte sul campo. Questo accade in forma improvvisa e non prevista, e non provocata, nonostante le menzogne dei funzionari delle ps e del capitano cc. Addirittura qualcuno parla di molotov che nessuno ha mai visto in quel contesto. C'e' la carica dei cc e non riprendo nessuna testimonianza ma mi limito a dire chele parole piu' usate dai testi sono stati "stupore", "schiacciamento", "morte per schiacciamento". Queste parole sono la chiave chen ci permette di interpretare il seguito. Noi parliamo di persone che sono apertamente critiche nei confronti della gestione della cosa pubblica e della politica istituzionale, sono persone che non si aspettano molto dai potenti, che fanno affidamento alla propria esperienza, e fanno affidamento sul fatto che esistano delle regole che vengono piu' o meno rispettate da loro ma tanto piu' dalle ffoo. Sono persone che sono preparate preparate a prendere due manganellate ma alla fine della parte non vietata del corteo. Lo stupore non prende solo i manifestanti, ma anche il vice questore di ANgelo Gaggiano. Cioe' che avviene qualcosa di impensato e impensabile da tutti ce lo dice gaggiano! E lo stupore viene anche dal fatto che dopo la carica anche tutte le altre regole saltano: dopo la prima carica continuano a menarti, non smettono anche quando sei ammanettato, non distruggono le ambulanze, non usano spranghe di ferro, ti lasciano vie di fuga. Tutte queste regole, sedimentate in anni di consuetudini di OP, saltano tutte. La sensazione e' quella di trovaresi davanti a una furia cieca che non si comprende, di cui non si conosce il limite, e forse il limite lo conosciamo bene e sono i fatti di piazza alimonda. [...] Rispetto allo schiacciamento, e' una parola chiave perche' parliamod i persone anche giovani come gli imputati di questa difesa, che avevano meno o circa 20 anni, persone che in maniera estremamente responsabile e riflettendo molto bene si erano preparate a un certo tipo di situazione. [...] Il rischio a cui si volevano esporre era qualche manganellata, non essere ammazzati in mezzo alla strada da un blindato o da un colpo di pistola. In questa situazione tragica in cui i manifestanti cmq non avevano fatto 60 anni di training a rimanere fermi di fronte alle botte, cio' nonostante mantengono la calma e non abbiamo reazioni dopo la carica, anzi abbiamo la volonta' precisa di fermare alcuni che magari piu' spaventati o piu' rabbiosi avessero cominciato con dei lanci, per congelare la situaizone ed evitare ulteriori problemi. In quel momento il corteo e' ancora convinto di essersi sbagliato e di poter continuare. infatti nessuno reagisce. Ci sono degli episodi nelle vie laterali in via casaregis, dove avvengono delle cose molto precise, cioe' il contrario dell'abc dell'OP. via Casaregis anziche' lasciare la via come sfogo per allontanare le persone, mentre il capitano bruno ci dice che "alcuni plotoni, per essere preciso il secondo, ha chiuso anche Via Cesaregis proprio perche' alcuni manifestanti diciamo si disperdevano nelle vie circostanti". quindi quelli che si trovano fuori dal grosso del corteo vengono inseguiti e bloccati anche nelle vie laterali, e quello che provano e' paura, per una situazionesenza via d'uscita, la paura fisica di essere attinti da aggressioni fisiche, e il disagio di essere divisi dal grosso della manifestazione dalla quale si sentono tutelati, o nella quale hanno dei compiti o delle responsabilita'. E in quella situazione ci sono degli episodi limitati nell'estensivita' e nel numero di lancio di oggetti. Gesti di rabbia, di reazione, un gesto che puo' anche solo significare "perche'?". E il fatto che la chiusura delle vie laterali sia contrario all'abc dfell'OP ce lo dice gaggiano: "il nostro desiderio quando si fa una carica e' che i manifestanti se ne vanno e lasciano libero il tutto e comunque va’ lasciata ai manifestanti una via di sbocco per poter andare via, no?, per poter liberarsi, per poters... per poter andarsene. Non si puo' chiuderli in mezzo e caricarli. No. Succederebbe... si farebbero male molto". E infatti e' esattamente quello che accade. Non e' sufficiente darsi alla fuga, proprio perche' chi aveva provato a fuggire viene nelle stesse bloccato e attaccato. Cio' che accade e' frutto della coscienza di non trovarsi in una normale dinamica di piazza, e fronteggiamento classico, ma dello stupore e della paura derivanti dal fatto di non riconoscere in quella situazione nessuna delle regole di un gioco che pure si e' abituati a giocare. E tuttavia non abbiamo nemmeno in questo caso episodi di sconsiderata violenza, ma abbiamo persone che tentano di autodifendere se' stessi ed i propri e compagni posizionando cassonetti piuttosto che lanciando sassi o bottiglie che appaiono ridicole di fronte ad una controparte che carica con blindati, sparando lacrimogeni, o sparando piu' di dieci colpi di arma da fuoco. La domanda da porsi non e' tanto cosa avrebbero dovuto fare di diverso i dimostranti, ma che cosa logicamente ci si poteva aspettare di diverso dalle forze dell'ordine intervenute. Su questo ci soccorrono non soltanto i manuali sull OP ma anche la normale prassi.. se uno fa carica di alleggerimento si suppone che la finalita' sia quella di allontanare i manifestanti, e quindi di lasciare ai medesimi una via di fuga, non potendo gli stessi smaterializzarsi come in un film di startrek. Ci sono state decine di minuti in cui le ffoo potevano fermarsi e decidere cosa fare, ma no. [...] Rispetto alla situazione descritta ci sono stati dei momenti in cui quel tipo di situazione poteva essere interrotta e recuperata, reinserendosi nella dinamica di interlocuzione tra manifestanti e ffoo, tornare a una dimensione di de-escalation. avviene dopo la prima carica, ma anche in momenti successivi. abbiamo visto dalle immagini e dai testi che ce lo hanno riferito che alle 15:13 c'e' un momento di stasi in cui Daniele Farina parla con Mondelli, un momenot in cui si puo' superare un momento che viene vissuto come un equivoco, per rientrare nelle modalita' previste dalla manifestazione e dalle ffoo. [...] Ma un minuto dopo c'e' una carica in via casaregis con un blindato. QUindi i cc non interrompono l'azione ma addirittura c'e' un salto di qualita' nell'aggressiond elle ffoo nei confronti dei manifestanti. alle 15:22 la cot ordina al dr. mondelli di far passare il corteo. [...] ma inrealta' neanche in questo momento c'e' da parte dei cc schierati neanche la volonta' di ottemperare ad un ordine che viene da chi ha la responsabilita' istituzionale dell'OP. Anche in questo caso non c'e' interruzione dell'azione aggressiva nelle vie laterali, ma neanche la visualizzazione dell'obiettivo di tornare in de-escalation, cioe' la rimozione dello schieramento dei blindati iin via tolemaide. [...] La cosa che il pm ci dice cioe' che il corteo delle tute bianche avessero piu' scelte che avrebbero potuto compiere in quella fase e invece hanno scelto di contrapporsi alle ffoo, e' un falso problema: i manifestanti di scelte ne avevano ben poche! Ogni funzionario anche di basso livello avrebbe potuto comprendere. chi aveva tutte le scelte del mondo, e le ha fatte sin dal mattino, erano le ffoo. potevano scegliere di non fare la carica, potevano successivamente scegliere di arrestare la carica e tornare indietro, attestarsi, ritirarsi, mille cose. non fanno nulla di queste scelte di de-escalation, e ne fanno un'altra, quella di continuare una azione di aggresione pensatissima su via tolemaide e dalle vie laterali, con un atteggiamento pericolosissimo per le persone che vengono staccate dal grosso della manifestazione. Facciamo ancora un passaggio. quello che noi osserviamo nell'atteggiamento dei manifestanti e' una cosa diversa. c'e' stato un costante tentativodi evitare un atteggiamento continuo di minimizzazione dell'attacco alle persone. lo vediamo dalle modalita': vengono lanciati alcuni sassi, ci sono immagini in cui le persone lanciano le protezioni di gomma piuma... e' chiaramente un gesto di stizza, di rabbia, di paura. ANche sui due episodi eccentrici o contraddittori quello del tenente saccardi o il blindato anche in queste due occasioni quello che vediamo e' la conferma di quanto affermato. l'aggressione del tenente saccardi, ce lo dice lui, dura 5-6 secondi... non si fa a tempo a dirlo. una aggresione brevissima che non causa conseguenze gravi, per fortuna, meno paragonabili con le lesioni gravissime di manifestanti che vengono arrestati o lasciati sul campo. [...] Ed e' una azione in cui vediamo la perdita di conrollo da parte di alcune ma anche il tentativo di bloccare l'azione aggressiva, tra cui CC. [...] L'immagine che abbiamo in testa e' chiara. E se non ci fosse stato un atteggiameto da parte del grosso delle persone presenti di sottrarlo alle percosse non si capisce come sarebbe potuto uscirne il tenente. E anche per quanto riguarda l'assalto al blindato, che rimane quella piu' pesante di quella fase di via tolemaide e zone limitrofe, escludendo ovviamente l'omicidio di carlo giuliani, ed e' quello su cui il pm fonda l'unico momento in cui poter provare a fondare un'ipotesi di devastazione e saccheggio, perche' e' l'unico incui avvengono dei danneggiamenti con il confronto delle ffoo. Ma anche in quella situazione abbiamo un atteggiamento offensivo di rabbia, di paura, di frustrazione, come dice HF "non so perche' ho fatto quella scritta sul blindato, appare infantile, ma io ero tornato con il grosso del blindato e mi ero sentito liberato da quella sensazione che avevo vissuto nelle precedenti due ore". Eanche in quella situazione nessuno degli occupanti viene attinto da sassi o altri. Su questo c'e' una testimonianza di Danilo Mollicone che dice: "abbiamo provato piu' volte ad aprire lo sportello e dire al guidatore di scendere per farli allontanare". Ed e' quello che ci dice Giulietto Chiesa: "io comunque ho visto uscire il guidatore e quello che stava sul sedile a fianco, ho visto che li hanno lasciati scappare anche se qualcuno li voleva attaccare ma non sono stati mi pare colpiti, ricordo che c’era della gente che gridava: lasciateli uscire, lasciateli stare". Questo era l'atteggiamento dei giovani di 20 non tenuti a rispettare le norme del nostro ordinamento giuridico hanno perche' rispondono a norme superiori di tipo etico, che le ffoo non sanno piu' rispettare. Sempre Giulietto Chiesa ci dice: "era una specie di... una cosa abbastanza su un campo aperto, se ne vedeva alcuni, non erano decine tutti intorno alla camionetta, erano attacchi sporadici. Tanto e' vero che non... non e' che questi sono usciti sono usciti in mezzo alla folla, sono usciti nel vuoto che c’era intorno alla camionetta" Quindi nonostante i danni sulle cose che vengono compiuti, sul blindato si riversa la rabbia e la paura, viene mantenuto sufficiente autocontrollo da parte dei manifesnati per ffare si che questa rabbia non si riversi sulle persone fisiche. e' un senso di responsabilita' molto forte in persone cosi' giovani, quelli imputati e quelli che non sono stati attinti da indagine. Da un certo momento in poi tutti si organizzano e vogliono compattarsi per tornare al carlini, per sottrarsi a quella che veniva interpretata come una stiuazione incomprensibile. La pm dice "avrebbero potuto tornare indietro", ma vediamo che quando il corteo delle tute bianche si organizza per tentare di scappare indietro, fuggendo, e mentre questo avviene si susseguono cariche, attacchi con mezzi di varia natura, blindati che spostano gli autoveicoli, idranti, e via dicendo, rendendo questa fuga in realta' qualcosa di estremamente diverso da un normale abbandono di campo. E' in questa fase che abbiamo la mattanza sotto i portici di corso gastaldi. [...] Ed e' qualcosa che sta talmente al di la' e al di fuori dalle minime regole di intervento in OP e in vivere civile che addirittura i medici della croce rossa ritengono opportuno al passaggio delle ffoo asserragliarsi dentro, e non sono manifestanti, ma medici che si sono resi conto che la situazione e' andata oltre la possibilita' di controllo e di interlocuzione con le ffoo. Si chiudono dentro! Allora mi chiedo che differenza c'e' tra questo comportamento tra i medici che si potevano riparare in una struttura e il comportamento dei miei assistiti che erano in mezzo alla strada e non avevano nulla in cui chiudersi, hanno fatto altro, ma con la stessa logica, e la logica era quella di cercare di conservare la propria incolumita' fisica, di tenere lontano un soggetto che sembrava aver perso la ragione, e scaricare sui presenti un livello di violenza inimmaginabile. Quando il corteo raggiunge via corridoni, solo l'intervento di ramon mantovani evitera' l'ulteriore attacco. Quello che e' successo in via tolemaide e' evidente a tutti. non penso si possa parlare di devastazione e saccheggio, ma anche solo di resistenza aggravata credo sia assurdo. sulla sussistenza delle scriminanti evito di dilungarmi. faccio solo due valutazioni solo rispetto alla strategia del pm di includere questo corteo nel 419. il pm dice che si parte da un rischio accettabile e accettato e si arriva a una devastazione e saccheggio come conseguenza prevedibile. io credo che nel nostro ordinamento ci siano dei limiti, e uno di questi e' quello di verificarsi dell'interruzione con qualsiasi tipo di evento che non e' determinato dalla gente, ma che non e' neanche preveduto e prevedibile dalle persone. e questo e' quello che avviene in via tolemaide: tra la resistenza passiva voluta e quella attiva praticata c'e' un evento non previsto ne' prevedibile, la carica dei cc, come ci dicono anche la questura e il primo dirigente gaggiano. dopodiche' il pm ci dice anche che non erano angioletti e hanno innescato un processo di escalation in vari modi. si parla della dichiarazione di guerra come atto di escalation e su questo faccio una battuta: in tutti i partiti comunisti europei si parla di guerra di classe, ma non per questo nessun pm ha mai intentato un indagine per inneggio alla lotta civile. e' chiaro che e' un ambito dle linguaggio politico. il pm parla delle bardature, ma non si puo' parlare di questo rischio calcolato, e non parlare delle scelte delle ffoo. la scelta delle ffoo viene ritenuta insindacabile, mentre viene ritenuta sindacabile quella delle ffoo. continuando su questa linea di ragionamento proposta dal pm si finisce per sostenere che i manifestanti avrebbero, per evitare di poter essere incolpati di innescare un processo di escalation del conflitto, stare a casa! ma cio' nn e' accettabile ne' auspicabile in uno stato democratico. e spero che anche il pm lo sappia. Veniamo alle singole posizioni, che sono tante, alcune rientrano su via tolemaide, e altre non solo. Tratterei le prime. Posto tutto questo ragionamento veniamo a vedere cosa hanno fatto i singoli imputati che hanno appunto contestati degli episodi di via tolemaide e limitrofe. LF si presenta spontaneamente alla AG nell'ambito del processo per i fatti di piazza alimonda, si presenta libero e chiarisce immediatamente la sua parteciapzione ai fatti non solo di piazza alimonda ma anche quelli di tutto il pomeriggio. Il fatto di presentarsi e di chiarire la dinamica dei fatti, perche' il ragionamento e' "si ho fatto delle cose, ma io vorrei raccontare come sono andate veramente le cose, la carica, la reazione, e i fatti gravi che sono conseguiti dal primo fatto". Le conseguenze di questo interrogatorio sono pesanti: perde il lavoro, ma almeno non viene messo in carcerazione preventiva. Dopo quasi un anno e avendo LF al suo attivo gli stessi fatti sui quali aveva gia' ammesso le proprie responsabilita', quello che accade e' che l'imputazione cambia, e LF nonostante abbia gia' reso dichiarazioni, viene arrestato e fa 11 mesi di custodia cautelare, e altri mesi di domiciliari. questo e' quello che accade. ci sono anche alcuni fatti poco simpatici che attestano la percezione delle ffoo di essere uno schieramento: le informative delle DIGOS ci dicono che LF fa parte di un'area anarcoinsurrezionalista, un nuovo termine che da l'idea di essere ai margini dell'eversione, e che frequenta un luogo noto covo, il csa il barattolo, che pero' nessuno dice che e' stato dato in gestione a una associazione con tanto di firme nomi e cognomi. ugualmente viene detto che LF ha precedenti specifici numerosi, e che si e' reso responsabile di numerosi danneggiamenti, in primo luogo dei murales. ora in realta' LF fa parte di una associaizone di writers [...] alla quale sempre il comune di pavia ha affidato nel corso di questi anni alcuni lavori di abbellimento del sottopassaggio della ferrovia. quindi quant adistanza c'e' tra la realta' di elementi che servono a far comprendere la personalita' di LF con quella che ci vuole far intendere le informative della digos? poi vediamo i comportamenti materiali di LF: alcuni atteggiamenti di resistenza e poi assiste all'omicidio di LF senza neanche partecipare all'aggressione della camionetta, rimane sconvolto e schernisce le ffoo per rabbia. il 21 ci sono delle foto in cui si riconosce e altre in cui lo riconosce solo il pm. peraltro allontanandosi dalla zona degli scontri di corso marconi e si allontana da solo. e questo e' il suo errore. si allontana da solo, viene fermato, viene picchiato dalle ffoo, e gli viene sottratta la macchina fotografica. peraltro al LF viene contestato il possesso e la detenzione in luogo pubblico di bottiglie molotov. io su questo richiamo quanto detto dall'avv. mazzali, e sottolineo che non vi e' un immagine nel suo dvd in cui lui e' di fianco o anche solo nell'ambito di qualcuno che abbia delle bottiglie molotov. posto che si possa avere il concorso in questo reato, lui non e' mai vicino a nessuno. per LF e' stata chiesta una pena elevatissima, ma i comportamneti materiali sono questi, ascrivibili nella loro totalita' ai fatti di via tolemaide., tenuti da altir, e configurabili come resistenza e scriminati. Sempre nello stesso ambito abbiamo HF, anche lui con all'attivo lo spostamento di cassonetti e il lancio di alcuni sassi, tutto in un arco di pochi minuti, e in un arco spaziale limitato. sul blindato non ha comportamenti di danneggiamento tranne la redazione di una scritta, ingenua, forse, ma di certo nn attestante particolare aggressivita', ne' integrante danneggiamento aggravato o devastazione e saccheggio. e ci ha spiegato perche'. per tutto il tempo porta con se' un megafono. altro elemento che depone di certo della nn particolare volonta' offensiva, ma che al contrario conferma gli aspetti di volonta' di tentare di limitare i danni nella situazione imprevista che si e' venuta a creare dopo la carica dei cc. Le motivazioni delle condotte tenute peraltro le ha spiegate in modo estremamente convincente in aula di fronte alle S.V. tanto che il Pm ha dovuto riconoscere che la descrizione dei fatti e' stata accurata e precisa. Tale apertura di credito nei confronti del HF pero' viene meno qnd si tratta di credergli su altre evidenze quali la paura di morire o l'assoluta imprevedibilita' delle cariche dei cc. peraltro HF non ha mai fatt mistero delle sue pendenze legate alla sua attivita' politica, non ha nulla da nascondere, e lo spiega al tribunale. HF e' anche pero' una persona che non ha al suo attivo nessun episodio di particolare violenza e che peraltro ha appena vinto un dottorato di ricerca con un percorso di studi e di vita sicuramente meritevole. per HF sono stati chiesti 6 anni e mezzo per devastazione e saccehggio Per ultimo tra gli imputati di via tolemaide abbiamo TF che ha al suo attivo solo due condotte materiali: uno spostamento di cassonetti e lancio due o tre sassi contro il blindato dei cc. questi comportamneti avvengo tutti fra le 1445 e le 1625. Peraltro, e perdonate l'ironia, su di lui abbiamo un episodio che ci e' utile per chiarire le modalita' di lavoro della procura in merito alla differenza che vi deve essere in un procedimento penale fra la semplice affermazione della sussistenza di circostanze e la prova delle medesime. TF identificato mentre chiacchiera con un gruppo di giovani vestiti di nero, procura sempre detto ore 1330 (suggerendo un incontro con il medesimo con bb prima del corteo che avrebbe contraddetto le dichiarazioni rese dall'imputato in sede di interrogatorio) invece fortunatamente c’e' orologio del comune avvistato dal nostro ottimo consulente che ci dice che l’episodio in questione si colloca intorno alle 1830). e questo per dare la misura per dire come non e' stato formato il materiale probatorio in questo processo, di come si sono estratti i fotogrammi per riuscire a confermare teorie solo asserite e mai provate, neanche tramite l'ingresso in questo processo di un numero rilevante di indizi. E lo stesso procedimento viene fatto anche sugli altri imputati di questa difesa. il pm ci dice varie cose, niente prove: ci dice che c'e' un corteo del blocco nero, ci sono vari gruppi nel corteo, tra questi gruppi stanno alcuni degli imputati di questo processo. Io non rientro nella questione del 419 e cioe' sulla differenza tra il dolo del danneggiamento e il dolo della devastazione perche' e' stato spiegato dal professor sommovigo in questa giornata. c'e' pero' un salto evidnete. il PM che ci si trova in presenza di 419 quando c'e' attivita' di contrapposizione alle FFOO che da' contributo fattuale alla commissione di altri comportamenti, e ci dice che c'e' la piena consapevolezza di parteciapre a una attivita' delittuosa comune. il pm ci dice anche che non e' distinguibile il comportamento e la conseguente responsabilita' dei singoli individui. E invece, direi che nel nostro ordinamento e' proprio fondamentale verificare quale siano le condotte individuali nella commissione dei reati. Non si puo' rinunciare ad evitare di affermare l'esistenza di comportamenti precisi da parte delle persone. [...] Noi vediamo che c'e' danneggiamento in alcuni casi e attivita' di contrapposizione altre, e cmq non cercata ma consegue all'intervento delle ffoo, e quasi mai contemporanei. allora come fa il singolo imputato di un danneggiamento a doversi rendere conto in maniera soprannaturale che altrove si sta svolgendo una azione di contrapposizioen, e come e' possibile che mentre danneggia da un contributo fattuale. e questo risutla ancora piu' evidente laddove si vada a verificare se questa contrapposizione abbia veramente determinato la difficolta' o meglio l'impossibilita' di intervenire. non lo vediamo mai, abbiamo visto la scelta di non intervenire, ma non l'impossibilita'. [...] Il pm sul concorso rendendosi conto che moltissimi imputati che non hanno a loro carico la commissione di atti materiali se non in rarissimi casi, ma a loro carico al massimo qualche resistenza, non certo danneggiamento ne' furto, allora il pm ci dice che questa responsabilita' in concorso viene ricostruita a prescindere. E pero' questa modalita' nn e' concessa nel nostro ordinamento, senno' sarebbe un po' troppo facile: nn c'e' previo concerto, nn c'e' prova della commissione di atti materiali o della pluralita' dei medesimi! E allora? Come si fa? Le premesse per trovare il concorso pero' le decide il Pm in modo apodittico e privo di riscontro alcuno! Un po' come gli studiosi matematici che fanno i modelli di analisi dando tutte le premesse e le coordinate in cui muoversi. Il concorso morale anche attestandosi a quel minimo del rafforzamento del proposito criminoso e' impossibile da provare, e il pm se ne rende conto. allora il pm fa la distinzione tra rafforzamento e connivenza non punibile, dicendoci poi alla fine che la semplice appartenza ad una folla rafforza il proposito criminoso di chi commette reati, e allora si ritorna alla responsabilita' di presenza che non e' possibile nel nostro ordinamento. il collega sommovigo cita baldassarre molto opportunamente. [...] non lo imputiamo perche' conosciamo le sue motivazioni? ma quelle delle altre persone non le conosciamo, magari sono le stesse, e forse sono anche piu' facili... e' piu' facile che una serie di persone si siano trovate in una situazione di danneggiamento perche' incuriosite. altre prove sull'appartenenza a contesti collettivi il pm non ce ne da'. e quindi ricorre alla responsabilita' di mera presenza. [...] UD: alle 12:45 e' in piazza tommaseo e passeggia, idem in corso sardegna, anzi passeggia in senso contrario agli altri manifestanti presenti, alle 14:00 e' al di per di in piazza giusti e osserva, in via canevari, guarda, raccoglie qualcosa da sopra un'auto... sembrano uova... ha in mano bottiglia di spumante; c'e' poi l'episodio dell'aggressione a fotografo: guarda e se ne va; al ponte terralba uguale guarda, e c'e' una sola immagine in cui UD fa qualcosa di diverso, ed e' una foto in cui UD solleva uno skateboard a distanza ravvicinata da un bancomat; il fotogramma ci dice che sta sollevando uno skateboard, puo' averlo fatto per mille motivi, puo' anche averlo solleato per danneggiare il bancomat ma poi non l'ha fatto. noi non lo sappiamo se l'ha fatto. abbiamo elementi che ci fanno dire che UD in realta' non puo' essere accusato di essere accusato in concorso morale, ed e' qualcosa di semplice: UD e' a volto scoperto, e non si travisa mai, e voglio dire tutto tranne che l'atteggimento di una persona che ha in proposuito di rafforzare il compimento di crimini. poi magari raccoglie dei generi alimentari, ma e' un po' poco per un dolo di devastazione e saccheggio, dato che fa anche questa cosa nel momento in cui c'e' un po' di tutto davanti al di per di. magari ha alcuni comportamenti deprecabili ma no di devastazione e saccheggio. CC: alle 12:30 e' in corso torino, alle 12:45 e' in piazza tommaseo, e' si dietro i cassonetti ma non fa nulla, e cosi' via. alle 1415 e' al di per di, e ha un sacchetto con forse delle cose, ma anche se avesse preso cose all'interno occorre osservare che azione e' gia' finita! se vediamo un bel campo lungo nelle foto del Pm che ce lo dimostra, strada quasi sgombra ci sono curiosi e fotografi che escono e entrano dall'esercizio commerciale aperto. Poi e' via casaregis sassi sul blindato che carica; poi c'e' l'episodio del tenente saccardi che dice che una persona che si trovava di fronte a lui ha provato a fermare aggressione: CC ha braccio teso, proprio come a fermare! e sta di fronte; alle 15:15 e' in via tolemaide e non fa nulla. il sabato non va neanche in corteo! viene arrestato presso il campeggio di via maggio e scarcerato dal pm, e il procedimento archiviato. il sabato non va neppure al corteo. perche' si e' spaventato, per mille motivi. per non ci va neanche. anche per lui la pena richiesta e' estremamente elevata. FP: si e' meritato il soprannome di molotov, e quindi ha sicuramente a suo carico molte cose a suo carico. il giorno 20 non ha immagini contro di lui se si esclude un lancio di una bottiglia vuota verso il blindato. l'unica cosa che fa e' esultare di fronte al blindato che brucia. puo' essere un gesto deprecabile se si vuole, ma non e' in se' una fattispecie di reato. il giorno 21 succede qualcosa di molto simile per FP. il giorno 21 FP e' in corso marconi in una certa fascia oraria. ci sono due o tre foto con in mano delle bottiglie incendiarie, ma neanche una in cui vengano lanciate. ma nel dvd di FP ci sono anche le immagini relative alle due auto, la toyota corolla e la fiat brava, che sono si state date alle fiamme, ma non c'e' FP vicino alla brava, mentre vicino alla corolla c'e' ma non ha nulla in mano ne' atteggiamenti particolari. tra l'altro per questa auto c'e' un teste che vede chi appicca il fuoco all'auto e dice di essere biondo magro e giovane, e non e' certamente FP. nel suo dvd ci sono foto di autosalone, cisaplina tours, area banca, agos itafinco e altri esercizi. ma chi e'? l'uomo torcia? ovviamente l'obiettivo del pm e' quella di dire che non solo ha portato delle molotov ma che ha distrutto tutto lui. tra l'altro sulel molotov cito un cc che e' venuto a testimoniare in aula: " poteva capitare invece che qualcuno utilizzasse qualche dire ordigno e' una parola forte, qualcosa di incendiario. Niente di eccessivamente pericoloso per essere chiari, pero' delle bottiglie con... con... delle bottiglie di vetro con un liquido infiammabile e qualcosa che veniva acceso poi al mome... un attimo prima del lancio. Quindi era un qualcosa che poteva piu' spaventare forse che effettivamente, col senno di poi almeno, che effettivamente fare del male". Per concludere per FP ci sono altre foto con in mano delle bottiglie incendiarie. tutto questo ci dimostra chiaramente una cosa, cioe' che rispetto alla teoria del concorso in un aggregato collettivo di FP e' l'esatto contrario. FP partecipa al corteo delle tute bianche, il giorno successivo in cui peraltro neanche il pm ci dice ceh ci sono gruppi organizzati, e FP e' un po' qui e un po' la'. PD: ultima posizione. ci sono i problemi di cui dicevamo prima sull'identificazione. l'unico elemento di PD e' che sta su uno scooter che e' di proprieta' della fidanzata di PD. ma solo la comparazione fisiognomica viene portata come identificazione che io leggerei per chiedervi se il nostro ordinamento consente questo tipo di identificazione: "caratteristiche somatiche similari nei seguenti termini: correlazione nella struttura morfologica e dimensionale della linea di contorno cranico facciale, della direzione del dorso e del lobo del naso, delle dimensioni generali della bocca e della forma del mento". Corrisponde a circa 10.000 persone. tra le foto di PD ce n'e' una che lo ritrae mentre esce dal di per di con un sacchetto in mano, e la stessa procura ci dice che nel momento del danneggiamento del di per di PD e' sul motorino, e c'e' il teste pignatelli che dice: "Quelli che poi entrano al di per di sono gente normale, curiosi..". Infarti PD e' sempre sullo scooter che guarda, e appena arriva la polizia scappa, a gambe levate. c'e' una foto in cui e' sullo scooter pacifico con la sigaretta che guarda cosa succede. anche per PD e' stata chiesta una pena elevatissima per il reato di devastazione e saccheggio. Io sulle questioni di scriminanti mi rifaccio ai colleghi, ritenendo che sussistano tutte quelle citate, in primo luogo la legittima difesa. deposito conclusioni scritte per tutti gli imputati. Mi permetto, su questo punto, di fare solo due note. una polemica e una che vuole essere uno spunto di rflessione: la prima e' relativa alla richiesta del danno di immagine fatta dalla parte civile rispetto alla quale vorrei solo ricordare che nell'agosto del 2001 il governo italiano ricevette circa venti richieste di chiarimenti sul comportamento delle ffoo a genova e sul trattamento ricevuto dai propri cittadini da parte di tutti i governi europei. grave biasimo anche dalla stampa: possiamo leggere alcuni titoli. perche' forse il trascorrere del tempo ci ha fatto dimenticare. Persino il presidente del senegal wade su le figaro afferma "la nostra polizia e' piu' civile di quella italiana" il 23 luglio 2001. Non dico altro su chi ha causato il danno di immagine all'italia. Invece un invito alla riflessione viene a tutti noi dai fatti di questi giorni in francia. Gli scontri nelle banlieues in francia hanno visto 4 commissariati e 25 edifici distrutti ed incendiati, attacchi ripetuti alle ffoo anche tramite armi da fuoco. Le pene comminate in direttissima: 10 mesi. non credo ci sia altro da aggiungere sul punto. Oggi si spara, e si muore, in Palestina, Iraq, Afghanistan, Kurdistan, Cecenia, Georgia, Algeria, Ciad, Darfur, Costa d’Avorio, Nigeria, Somalia, Uganda, Burundi, Congo (R.D.), Angola, Pakistan, Kashmir, India, Sri Lanka, Nepal, Birmania, Indonesia, Filippine, Colombia. E non solo. Questi conflitti sono costati la vita, finora, a piu' di cinque milioni e mezzo di persone. Se si aggiungono le guerre conclusesi negli ultimi cinque anni (Sierra Leone, Liberia, Sud Sudan, Congo Brazzaville, Eritrea-Etiopia, Casamance) il bilancio delle vittime sale a sette milioni e settecentomila morti. In Argentina a causa dello strangolamento economico imposto dal debito estero, la disoccupazione e' aumentata al 18,3% e si calcola che dei 36 milioni di argentini, 14 milioni vivono al di sotto della linea della poverta'. Il 21 dicembre 2001, il paese aveva un debito pubblico di 132 miliardi di dollari. Da quando l’epidemia ha avuto inizio, piu' di 60 milioni di persone hanno contratto l’HIV/AIDS — la quarta principale causa di morte nel mondo. Senza servizi di prevenzione adeguati, circa il 35% dei bambini nati da madri sieropositive sono destinati a contrarre il virus. L'80% delle persone con eta' superiore a 15 anni, anche nei paesi a maggiore diffusione del virus, non ha ancora accesso ai servizi di prevenzione. Il fondo globale per la lotta contro l’AIDS, la malaria e la tubercolosi, e' stato creato nel 2001 a Genova. Mentre il Segretario generale delle Nazioni unite, Kofi Annan, valutava i mezzi necessari fra i 7 e i 10 miliardi di dollari l’anno, i paesi del G8 avevano stimato la somma necessaria a soli 1,2 miliardi. Ma, finora, neppure di quest’importo nessuno ha visto l’ombra. In tutto il mondo ma la situazione piu' grave e' quella dei Paesi in via di sviluppo, ogni anno sono circa 13 milioni le morti provocate da fattori ambientali. Secondo oms: Una spesa ben orientata, pari a 66 miliardi di dollari all’anno fino al 2015, potrebbe salvare fino a 8 milioni di vite all’anno. Sono fatti noti. E come da sempre, relativamente ad ogni grave e palese ingiustizia della storia umana, essi trovano unanime condanna e suscitano corale riprovazione. Ma occorre chiedersi: sono esse sufficienti oggi, o lo saranno in futuro, a mutare il corso degli avvenimenti? Le 300000 persone convenute a genova nei giorni del vertice g8, e fra esse gli odierni imputati, ritenevano che occorresse qualcosa in piu'. Hanno pensato, come fortunatamente molti altri prima di loro nella storia del progresso umano,che occorresse assumersi una responsabilita' in piu', che nn fosse piu' sufficiente la condanna, ma che, al contrario, fosse necessaria e urgente una protesta di massa e democratica a suonare la sveglia alle nostre coscienze. E come sempre e' accaduto nella storia, questo ruolo di disvelamento della verita' e' stato assunto dai giovani, da una generazione che non e' piu' disponibile a chiudere gli occhi di fronte alla devastazione del pianeta, al saccheggio delle vite di milioni di persone condannate a morire di fame, di malattia, di violenza o di guerra. Lo hanno fatto in modo forse ingenuo, forse malaccorto. Il senso profondo della giustizia di cio' che chiedevano li ha resi forse impavidi, la rabbia e la frustrazione hanno reso alcuni di loro eccessivi. E tuttavia, la medesima fiducia della giustizia e nella verita' ha fatto si' anche che molti di loro siano venuti, prima davanti al pm e poi davanti alle S.V. a raccontare la loro storia. diversamente da chi non rischiava nulla essendo assolto preventivamente ed ha mentito spudoratamente in quest'aula, raccontando falsita' o tacendo verita', questi giovani sono venuti qui, da imputati, rischiando pene elevatissime, ma con grande senso di responsabilita' e di ricerca della giustizia. sono venuti qui dichiarandosi responsabili, ma non colpevoli. e' una generazione forte, portatrice di grandi speranze. Ma e' una generazione che va protetta. e voi su questo avete una grande responsabilita' e un grande potere che non dubito saprete con serenita'. ed e' il potere di dimostrare a queste 25 giovani e a tutti coloro che questa grande domanda dopo genova l'hanno posta con molta forza e con altrettanto timore che esiste una possibilita' di giustizia da parte delle istituzioni democratiche di questo paese. e che questa non ha il volto delle cariche ingiustificate, delle detenzioni illegali, delle prove e degli arresti falsi, delle spranghe in mano alla forza pubblica. ma ha il coraggio della verita' e dell'equilibrio di giudizio. Come ha scritto De Cataldo su repubblica due domenica orsono; "se non vogliamo continuare a consolarci con la storiella dei "pochi facinorosi" o, peggio, rassegnarci a perdere un corposo settore dei nostri giovani, li dobbiamo convincere, con i fatti, che lo Stato non e' Moloch divoratore di innocenti, che non si puo' essere disperati a vent'anni e nemmeno a trenta". Voi siete fra coloro che hanno questo difficile compito nei confronti di questi imputati, per loro e piu' in generale affinche' lo shock subito dalla generazione di genova non si ripercuota sul suo futuro, sul nostro e su quello della democrazia nel nostro paese.