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Processo al sud ribelle. La procura ricorre, adesso tutti a Catanzaro

La Procura della Repubblica di Cosenza, retta dal procuratore Dario Granieri, ha fatto ricorso contro l'assoluzione piena dei tredici militanti accusati di associazione sovversiva da parte della corte d'assise del tribunale di cosenza dello scorso 24 aprile.
Ancora una volta la procura cosentina dimostra il suo totale scollamento
dalla realta'. Tutti: aggregazioni sociali, 'semplici' cittadini e persino partiti politici di ogni schieramento nel corso degli anni hanno dato la propria solidarietà a gli imputati con centinaia di iniziative,
testimonianze e cortei con migliaia di persone.
E sara' la citta' di Catanzaro a fare da sfondo a una vicenda giudiziaria che sembra proprio non finire mai. Una citta' che e' diventata l'emblema dell'autoassoluzione dei poteri forti, dello stato e non.
E proprio nelle stesse ore, che la Procura depositava il ricorso, il governo presentava il G8, che si terra' alla Maddalena il prossimo anno.

AMNISTIA PER LA POLIZIA!

Giovedì 13 novembre 2008 si è concluso l'ultimo dei tre grandi processi di primo grado per gli eventi legati alle proteste contro il G8 del luglio 2001 a Genova.
Il processo a 29 funzionari di polizia per l'irruzione alla scuola Diaz che terminò con 93 persone arrestate illegalmente e 61 di queste ferite gravemente si è concluso con una sentenza esemplare: sedici assoluzioni e tredici condanne.

Questo libro non s'aveva da fare

E' stato pubblicato da Derive Approdi "Bolzaneto, la mattanza della democrazia" a cura di Massimo Calandri.
Ovviamente a nostro avviso è un bene che si parli di Bolzaneto e di coloro che vi sono stati torturati dopo essere stati arrestati (tra questi anche i 93 provenienti dalla mattanza della scuola Diaz).
E' invece un male che in questo libro si violi totalmente la privacy di queste persone pubblicando le loro foto segnaletiche e tutti i loro dati personali. Sorprende e ferisce che a farlo, con la stessa leggerezza con cui lo farebbe Il Resto del Carlino, sia proprio una casa editrice "di parte" come DeriveApprodi. E ci stupiscono le risposte superficiali che ci hanno dato le persone coinvolte.
La privacy delle persone non argomento da affrontare con leggerezza.

[Comunicato Stampa] Fate pure.

Torturare, minacciare, pestare e calpestare i diritti delle persone, specie se voi appartenete alle forze dell'ordine e loro sono manifestanti, in questo paese è un reato da niente. Al contrario spaccare una vetrina è una delle cose più gravi che possa capitarvi di fare. Le persone sono niente, la "roba" è tutto. Ecco la morale che esce fuori dai processi di Genova.

Nonostante l'impianto accusatorio dei PM che denunciavano le violenze e le torture accadute all'interno della Caserma di Bolzaneto durante le giornate del G8 del 2001, le pene per 15 su 45 inquisiti sono state lievi. Lievi erano state le richieste, ancora più lievi sono state le condanne.

Bolzaneto: la sentenza

La sentenza del processo di Bolzaneto del 14 luglio 2008: leggila qui e ascolta le corrispondenze radio con gli avvocati

Ciao Matteo

"Sono irriverenti, sguaiati, irrequieti. Sono anche, e felicemente, dei teppisti. Anzi, mai vorrebbero rinunciare a quello che è il loro aspetto più spensierato e istintivo, meno accorto e consapevole. Seguire la strada non è soltanto una fede, ma anche occasione di genuino divertimento e devastante sfrenatezza. Sono cento, mille, migliaia di Franti sempre pronti alla rissa e alla baldoria. Ma, al tempo stesso, somigliano un po' a quei giovani che occupano le scuole e le università, che rovesciano macchine e affollano i commissariati. Gente pronta alla ribellione, che fa piangere la maestra e correre il gendarme, per niente predisposta ad accettare supinamente la "casa dei sogni" che il sistema-calcio le vorrebbe propinare."
Valerio Marchi

Matteo era questo e tanto altro ancora. Era un compagno di strada, e con affetto lo ricordiamo.
Supportolegale

[Bolzaneto] Se 80 mi dà tanto

Meno di 80 anni per i 45 torturatori di Bolzaneto: queste le richieste dei pm genovesi.
Premettendo che siamo contro il carcere, non possiamo esimerci dal commentare le richieste di pene per i 45 imputati al processo per le torture di Bolzaneto. La premessa dei pm recitava frasi di grande impatto, parlando di episodi gravissimi, di torture, vessazioni, impunità. Nel leggere poi le richieste di pena il comportamento dei pm si è tramutato in una prudente lettura giuridica, alla ricerca di appigli e codicilli in grado di alleggerire le richieste. Ben venga la prudenza e il garantismo. Però ci chiediamo: perché solo per le forze dell'ordine e non per i manifestanti (colpiti invece duro, sia dalle richieste, sia dalle sentenze)? Infine: la conclusione cinica e spietata, che ci viene dal cuore e da quel poco di esperienza con le aule giudiziarie che abbiamo, è la seguente. Evidentemente in uno stato di diritto conviene più agire violenza contro le persone, specie se in un clima di impunità e discriminazione, razziale e sessuale, piuttosto che colpire qualche vetrina in giro per il mondo. Agire contro "cose" è peggio che agire contro le persone. Il risultato giuridico, e purtroppo sociale e culturale, che ne deriva, ad oggi, è questo. Vietato toccare la merce.
La storia siamo noi
Supportolegale

IN OGNI CASO NESSUN RIMORSO

SUPPORTOLEGALE.ORG - COMUNICATO STAMPA
IN OGNI CASO NESSUN RIMORSO

La sentenza del processo contro 25 manifestanti per gli scontri avvenuti durante le proteste contro il g8 a Genova, ha deciso qual è il prezzo che si deve pagare per esprimere le proprie idee e per opporsi allo stato di cose presenti: 110 anni di carcere. Il tribunale del presidente Devoto e dei giudici a latere Gatti e Realini, non ha avuto il coraggio di opporsi alla feroce ricostruzione della storia collettiva ad uso del potere che i pm Andrea Canciani e Anna Canepa gli ha richiesto di avvallare.
Anzi, ha fatto di peggio. Ha scelto di sentenziare che c'è un modo buono per esprimere il proprio dissenso e un modo cattivo, che ci sono forme compatibili di protesta e forme che vanno punite alla stregua di un reato di guerra.
Per completare l'opera ha anche fornito una consolazione a fine processo per i difensori e gli "onesti cittadini", chiedendo la trasmissione degli atti per le false testimonianze di due carabinieri e due poliziotti, un contentino con cui non si allevia il peso della sentenza e il cui senso di carità a noi non interessa.

[processo ai 25] sentenza: 110 anni di carcere in 24 e 3 anni di libertà vigilata per 4

SINTESI UDIENZA SENTENZA PROCESSO AI 25

Il tribunale composto da Devoto, Gatti e Realini ha emesso oggi la sentenza per il processo contro 25 manifestanti per i fatti del g8.

Di 25 manifestanti, una sola è l'assoluzione.
14 manifestanti sono stati condannati per danneggiamento per i fatti di via tolemaide: le pene partono da 5 mesi e arrivano a 2 anni e 6 mesi (solo uno è stato condannato a 5 anni per lesioni all'autista del defender Filippo Cavataio). Per loro il reato di devastazione e saccheggio è stato derubricato, e la resistenza alla carica dei carabinieri è stata scriminata come reazione ad atto arbitrario e di conseguenza non costituisce reato (in pratica la reazione alla carica dei carabinieri è stata considerata legittima, solo per tre imputati, ma non i danneggiamenti successivi).
10 manifestanti sono stati condannati per devastazione e saccheggio per i fatti del cosiddetto blocco nero: le pene vanno da 6 anni a 11 anni. Per 4 di loro sono stati chiesti anche 3 anni di libertà vigilata e interdizione permanente dai pubblici uffici (ovvero dopo aver scontato la pena dovranno scontare anche 3 anni di libertà vigilata).

Per il capitano Antonio Bruno, il tenente Paolo Faedda, il Primo Dirigente Angelo Gaggiano, il Primo Dirigente Mario Mondelli è stata chiesta la trasmissione degli atti per falsa testimonianza.

A parte il pagamento delle spese processuali e di alcune limitate provisionali, i danni patrimoniali sono stati lasciati a un successivo giudizio civile. La beffa finale è che in ogni caso sempre in sede civile saranno da determinare e pagare i danni non patrimoniali - anche noti come danni di immagine - alla Presidenza del Consiglio (e questi dovranno pagarli tutti i 24 condannati o quasi).
In pratica la tesi per cui a offendere l'immagine dell'Italia sono stati i manifestanti è stata accolta.

Perché diciamo no alla commissione di inchiesta e sì a una mobilitazione di massa

Supporto legale è un collettivo che da quattro anni si occupa di seguire i processi relativi ai fatti del G8 composto da persone che sono state protagoniste, insieme ad altre migliaia, di tutti gli eventi che hanno reso Genova un nodo delle nostre vite e della nostra storia.
La giornata del 17 novembre ha mosso i suoi primi passi anche e immodestamente vogliamo dire soprattutto da un appello generico alla mobilitazione sui processi genovesi che abbiamo pubblicato come Supportolegale su Liberazione e Manifesto nelle scorse settimane.
Supporto legale ha deciso di partecipare come promotore e organizzatore della giornata proprio per contribuire a focalizzare l’attenzione di tutti sulla necessaria difesa di 25 manifestanti usati come capro espiatorio di un episodio che non può che essere visto e vissuto se non come un pezzo della nostra storia collettiva.

La storia siamo noi? - un editoriale a firma supportolegale

Un attacco alla memoria collettiva, fatevi sentire

Supporto legale

«La storia siamo noi» non è uno slogan. E' un approccio preciso: da un lato la storia sociale, dall'altro la storia del potere. Chi lo ha cantato in questi anni lo ha fatto con l'istinto di chi sa di aver vissuto un pezzo importante della storia, ufficiosa o ufficiale che sia. E lo ha fatto pensando a Genova 2001. Con ogni mezzo necessario. Ma dal giorno in cui è iniziata la requisitoria dei pm Andrea Canciani e Anna Canepa (Md), la storia la scrive qualcun altro. E pare che le 300mila persone che hanno cantato quella canzone sei anni fa non si accorgano di nulla. In questi giorni la verve accusatoria attacca frontalmente la nostra memoria collettiva. I pm non si sono risparmiati: hanno biasimato le violenze delle forze dell'ordine, la gestione dell'ordine pubblico paragonato a una guerra tra bande, la partigianeria di testimoni inqualificabili come rappresentanti dello Stato. Hanno però voluto porre un limite alle accuse e a un processo che si deve occupare solo delle devastazioni dei manifestanti; tutto il resto non può essere usato davanti alla Corte.

Cosenza liberi tutti! siamo tutti sovversivi

Oggi 24 aprile 2008 è stata emessa alle ore 19 la sentenza per il processo del Sud Ribelle, con assoluzione per tutti i 13 imputati "perchè il fatto non sussiste".
Il teorema Fiordalisi, che accusava i 13 imputati di associazione sovversiva, è franato rovinosamente; gli imputati che hanno dovuto affrontare 6 anni di processo e accuse pesantissime sono ora scagionati.
Numerosi in aula i cori contro Fiordalisi e inneggianti alle dimissioni della Digos calabrese.

[Repubblica] G8, lo Stato non pagherà gli avvocati.

G8, lo Stato non pagherà gli avvocati
Pignorati stipendi e case ai poliziotti?

MASSIMO CALANDRI

ABBANDONATI dallo Stato, padre e padrone.
Dati già per spacciati nel corso del processo, e cioè comunque per colpevoli: torturatori, delinquenti.
Di fatto «ex» poliziotti, prima ancora che i giudici abbiano pronunciato la sentenza.
Questo è lo stato d´animo di alcuni imputati per le violenze e i soprusi nella caserma di Bolzaneto, così come ieri è stato espresso - in maniera esemplare - da uno dei loro avvocati. Stefano Sambugaro.
Che con amarezza ha ricordato quello che l´Avvocatura dello Stato aveva anticipato nel suo intervento: le forze dell´ordine non si sono comportate come tali a Bolzaneto, è mancato il cosiddetto «rapporto organico».
I poliziotti non hanno fatto i poliziotti, dunque in caso di condanna il Ministero dell´Interno non sborserà un centesimo.

[processo bolzaneto] la memoria dei PM

Nel pdf allegato trovate la memoria dei pm Ranieri Miniati e Petruzziello che riassume le loro conclusioni sul processo per i fatti di Bolzaneto. Entro maggio la sentenza.

[processo ai 25] Le motivazioni della sentenza di primo grado (PDF)

Pubblichiamo le motivazioni della sentenza di primo grado del processo contro 25 manifestanti per devastazione e saccheggio per i fatti di strada accaduti durante le proteste contro il g8 di Genova.

Genova e il Dopogenova negli editoriali del Corriere della Sera.

Ripubblichiamo un'interessante analisi del settembre 2001 sulla lettura di Genova data dal Corriere della sera, tratta da http://isole.ecn.org/reds/

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Genova e il Dopogenova negli editoriali del Corriere della Sera.

Attraverso l'analisi del quotidiano che più di ogni altro esprime l'opinione delle classi dominanti, cerchiamo di comprendere se dalla vicenda di Genova il movimento esce o no rafforzato, e con quali sfide di fronte a sé. REDS.

Settembre 2001.

[processo 11 marzo] motivazioni della sentenza (pdf)

Nel file pdf allegato trovate le motivazioni della sentenza di appello, che ricordiamo ha confermato la condanna per 15 dei 18 imputati per devastazione e saccheggio.

[comunicato stampa] Sud Ribelle. Lo Stato: <<Ora fuori la grana!>>

Nell'udienza del 4 febbraio del processo al Sud Ribelle, che vede imputati di associazione sovversiva 13 militanti - e che si svolge nelle aule del Tribunale di Cosenza - la parte civile conferma la richiesta di
danni all'immagine per 5.000.000 di euro.
L'avvocato Luca Matarese, si associa alle richieste di condanna del pm Domenico Fiordalisi (complessivi 50 anni di carcere, e 26 di liberta' vigilata) e con il deposito di una memoria scritta di 20 righe e due sterili paginette chiede che gli imputati vengano condannati al pagamento dei danni all'immagine patiti dal governo italiano durante il Global Forum di Napoli e il G8 di Genova nel 2001.
L'avvocato sfoggia testi vetusti e sentenze che vanno dal dopoguerra ai primi anni '80. Dalla resistenza agli anni di piombo. Qualcuno nelle segrete stanze lavora all'invenzione della macchina del tempo.

Sud Ribelle: chiesti 50 anni

50 anni di pena, questa la richiesta del pm per gli imputati del Sud
Ribelle. Siamo giunti alle battute finali del processo che si tiene a
Cosenza e che vede coinvolte 13 persone, accusate a vario titolo di
associazione sovversiva, ai fini di impedire l’esercizio delle funzioni
del Governo italiano durante il Global Forum di Napoli e al G8 a Genova
nel luglio 2001 e creare una più vasta associazione composta da migliaia
di persone volta a sovvertire violentemente l’ordinamento economico
costituito nello Stato. Niente male, come impianto.
Un processo che fin dalle sue premesse si farà ricordare come
tragicamente farsesco, grottesco, una commedia all'italiana, più 'I
Mostri', che non 'I Soliti Ignoti'.
I momenti in cui non si ride, corrispondono con la lettura delle
richieste del pm Fiordalisi, voglioso di prendersi qualche attimo di
gloria. Peccato sia oscurato dalla querelle Prodi si, Prodi no.
Le pene vanno dai 2 anni e sei mesi ai sei anni. Per tutti gli

2 Febbraio 2008 Manifestazione nazionale a Cosenza

[Comunicato Stampa] Si, siamo tutti colpevoli!
Ci risiamo.
Dopo il secolo di condanne inflitte a Genova in dicembre, risuonano in aula le richieste di pene del Pm Fiordalisi per i tredici attivisti del Sud Ribelle accusati di associazione finalizzata a sovvertire l'ordine economico dello Stato: 76 anni tra carcere e misure restrittive.
Come a Genova torna la distinzione tra buoni e cattivi; noi questa distinzione la rispediamo al mittente.
Eravamo trecentomila: trecentomila mani bianche, trecentomila sassi.
Come a Genova non lasceremo che sia un tribunale a decidere se legittimare o meno le nostre proteste.
Come a Genova torniamo in strada, per rivendicare la nostra storia, per non lasciare soli i tredici imputati.
Sabato 2 febbraio, Cosenza - manifestazione nazionale.
Supportolegale

Per informazioni sulla manifestazione: www.cosenza2febbraio.org

Torino: cade l'accusa di devastazione e saccheggio

Oggi, 10 dicembre, c'è stata la sentenza di primo grado verso gli antifascisti torinesi, accusati di devastazione e saccheggio in seguito alla manifestazione del giugno 2005.
Il giudice non ha accolto l'accusa di devastazione e saccheggio. Rimangono le accuse di danneggiamento e lesioni, per cui sono state conferite pene variabili dai 9 mesi a 1 anno e 8 mesi. I capi d'imputazione sono coperti dall'indulto quindi non ci dovrebbero essere altri giorni di carcere per gli antifascisti.

http://piemonte.indymedia.org/article/766

Print #6 - Novembre 2007: In ogni caso nessun rimorso

Aggiornamento Print n° 6 di SupportoLegale, in vista delle prossime sentenze

Stampa e diffondi

Why we say no to a parliamentary inquiry and yes to a mass solidarity demo

Supportolegale has been dealing with Genoa G8 court cases for 4 years now, as a collective made up of people who have been protagonists, together with thousands of other people, of those events that made Genoa e crucial node of our lives and histories. The november 17th demo was born first and foremost out of the generic call to mobilization on the Genoa courtcases we published as Supportolegale on 2 Itlaian left-wing newspapers - Liberazione and Il Manifesto - few weeks before the demo. Supportolegale chose to promote and participate in the organization of the demo in order to keep the event focused on the defence of the 25 protestors who are being used as scapegoat of those days of our collective history. What is happening in these years in the Courts of Genoa - and Cosenza - aims at terrorizing the most spontaneous and decentralized forms of social and political organizing. This is why we called out the demo using the refrain: "We are history".

We are history - a call to mobilization for november 17th 2007

We are history - a call to mobilization for november 17th 2007

It's been years we have asked everybody to take responsibility as
collectively as possible for what the mobilizations against G8 in Genoa
were.
The arrogance of Genoa prosecutors during the final speech of their
accusation in the court case against 25 protestors accused of devastation
and sacking seems to have eventually aroused the hearts and brains of
300000 people that in Genoa opposed themselves to the politics of the G8.
We think this is not the time for childish hairsplittings and sectarism.